Capitolo 58

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Noi sette eravamo sul molo e delle grandi nuvole nere incombevano minacciose su di noi.
"Quando dovrebbe arrivare il pilota?" chiede John B.
"Fra un'oretta? Una volta qui, possiamo andarcene quando vogliamo" risponde Sarah.
"Ok, per quanto mi piacerebbe scomparire di nuovo, non posso farlo" dice Pope.
"Pope, è El Dorado. Non puoi sgattaiolare via dal retro?" ribatte JJ.
"Ottimo consiglio" dice Kiara.
"Con me funziona. Come evitare circostanze spiacevoli, corso base. Se non vuoi affrontare un problema, girati e cambia direzione" fa JJ.
"Non lo farò, ok?" dice Pope.
"Vorrei solo che fossi lì" si giustifica il biondo.
"Ci sarò. Ci vediamo alla pista tra un ora?" chiede Pope.
"Sì" concorda John B.
"Un'ora Pope. Non un secondo di più" lo ammonisce JJ.
Pope si allontanana sul molo, seguito da Cleo.
"Io tornerò nella baracca, come ai vecchi tempi" dice JJ.
"Anch'io. Devo fare i bagagli, dare la notizia ai miei...ci vediamo" lo segue Kie.
Per una volta, JJ era più fortunato di me.
Aveva una casa, tutte le sue cose.
Io non avevo più un zaino dove mettere quello che mi era rimasto, cioè un elastico per i capelli e una felpa.
"Io devo andare a Tannyhill" dice Sarah, alzandosi.
"Cosa, perchè?!" chiede mio fratello.
"Prendere delle cose. Non possiamo andare in Sudamerica senza niente" risponde la ragazza.
"C'è Rafe a Tannyhill, non puoi andarci, è troppo pericoloso" dice John B.
S: "L'ho già fatto, John B. È casa mia, so come uscire ed entrare senza farmi vedere"
V: "Vengo io con te"
JB: "Cosa? No, assolutamente no"
V: "Sì invece. Almeno siamo in due, se dovesse succedere qualcosa"
JB: "Ma è troppo pericoloso!"
V: "John B, basta preoccuparti. Sappiamo badare a noi stesse, ok?"
Mio fratello esita qualche istante, poi annuisce con la testa.
"Tu aspettaci alla pista. Facciamo in fretta" dice Sarah e corriamo sul molo.
Passiamo davanti allo Chateau, cioè a quello che ne era rimasto, e faccio fatica a guardarlo.
Saliamo sulla macchina di Sarah e ci avviamo verso Figure Eight.

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Tannyhill, l'immensa residenza dei Cameron.
Quel posto mi dava i brividi.
Tanto era bella e tranquilla fuori, quanto era minacciosa e pericolosa dentro.
Un passo falso e addio El Dorado.
Sarah parcheggia il suv fuori dalla recinzione in cemento e, dopo esserci assicurate che non ci fosse nessuno in giardino, scavalchiamo il muretto.
"Vieni, entriamo dalla porta di servizio" sussurra la bionda e io lo seguo.
Corriamo silenziosamente sul prato finchè arriviamo alla piscina.
Probabilmente Rafe aveva appena dato una festa, perchè c'erano bicchieri, festoni e vestiti dappertutto.
Sarah apre lentamente la porta, che essendo nuova non scricchiola.
Nessun rumore.
Sentivo solo il battito nel mio cuore, che accelerava sempre di più.
Entriamo e lasciamo la porta socchiusa.
Nella grande casa regnava il silenzio, e questo era forse peggio.
Saliamo le scale e finalmente arriviamo al piano delle camere da letto.
Eravamo ad un passo dalla stanza di Sarah, quando sentiamo un rumore.
Mi blocco sul posto e sento il sangue gelarmisi nelle vene.
"Merda" sussurra Sarah.
"Cosa facciamo?" chiedo io.
"Vieni" risponde la bionda e ci rifugiamo nella sua stanza.
Sento dei passi e mi sporgo leggermente dallo stipite della porta.
Ignoro Sarah che mi tirava per il polso e continuo ad aspettare che spuntasse qualcuno.
Da una stanza esce un ragazzo, che riconosco subito.
Aveva i capelli ancora rasati e una polo a righe.
Cammina spedito verso le scale ma poi si ferma di colpo.
Gira la testa leggermente verso destra e io mi ritraggo subito.
Per qualche secondo la casa rimane silenziosa, poi si sentono i passi di Rafe scendere le scale.
Io e Sarah facciamo un sospiro di sollievo e usciamo dal nostro nascondiglio.
Vediamo Rafe uscire dalla casa e non facciamo un singolo suono finchè sentiamo la moto da cross di Rafe avviarsi e allontanarsi.
"Oddio, ci è mancato poco" dico io, decisamente più tranquilla.
"Per fortuna che se ne è andato. Ora possiamo fare con calma" dice Sarah.
Quindi torniamo in camera sua e lei prende uno zaino, iniziando a riempirlo di vestiti.
"Cosa fai lì in piedi? Prendi tutto quello che vuoi" dice Sarah alzando lo sguardo verso di me.
"Cosa? Davvero?" chiedo io incredula.
"Sì! Vai, scatenati" risponde lei sorridendo.
Quindi apro uno dei suoi tanti armadi e rimango imbambolata davanti ai suoi mille vestiti.
Mi lascio scappare un "porca troia" facendo ridere Sarah.
Prendo un paio di pantaloncini e me li metto.
Un top attira subito la mia intenzione quindi decido di indossarlo al posto del mio lurido.
Era verde oliva, aveva uno scollo rotondo e le spalline si univano dietro al collo.
Mi guardo allo specchio e dico "Ora ho un aspetto decente"
"Stai benissimo!" esclama Sarah.
"Prendo gli altri?" chiedo io.
"Fai con comodo" risponde la ragazze.
Butto tutti i vestiti che mi trovo davanti in uno zaino che mi aveva dato Sarah e quando avevo finito, mi aggiungo un cappellino con la visiera sulla testa.
"Perfetto. Possiamo andare" dico io con in spalla il mio zaino.
"Sembri quasi me" osserva Sarah mentre percorriamo il corridoio.
"Perchè quasi?" chiedo io.
"Perchè nessuno è meglio dell'originale" risponde lei e io le do una spallata amichevole.
"Scherzo scherzo!" esclama lei.
"Ormai sono offesa" dico io scherzando.
Scendiamo le scale quando sentiamo una voce dietro di noi, di una ragazza.
"Ehi, scusate, avete visto Rafe?"
Io e Sarah ci guardiamo paralizzata e poi ci giriamo.
In cima alle scale c'era una ragazza con dei corti e mossi capelli neri e una maglietta che la arrivava quasi alle ginocchia.
V: "Rafe? No, non mi pare"
X: "Capisco...e, voi cosa ci fate qui?"
S: "Io vivo qui"
X: "Tu cosa?"
S: "Questa è casa mia. Piuttosto, cosa ci fai tu qui?"
X: "Mi ospita Rafe, Rafe Cameron"
V: "Sì, sappiamo chi è"
S: "Quindi chi sei te? La sua ragazza?"
X: "Non saprei..."
V: "Rispondi alla domanda"
X: "Sì. Mi chiamo Sofia, l'ho conosciuto ad una festa qui"
S: "Quindi vivi qui ora?"
SO: "No, almeno, non penso...aspetta, tu sei Sarah?"
Io e Sarah ci guardiamo confuse poi la bionda dice salendo qualche gradino.
S: "Sì...come fai a conoscermi?"
SO: "Rafe mi ha parlato di te"
S: "E cosa ha detto esattamente?"
SO: "Che sei una traditrice, una ladra e che non ti vuole mai più vedere"
V: "Lei? Una ladra?! Vaffanculo, io lo ammazzo"
SO: "Ehi! Calmati!"
Io mi lascio scappare una risatina e poi dico tornando seria "Sembri una brava ragazza. Ti do un consiglio, da ragazza a ragazza, lascia quel pazzo e scappa il più presto possibile"
Il viso di Sofia assume un espressione confusa e poi dice "Cosa stai dicendo? È un ragazzo dolce e gentile"
Sarah scuote la testa e io non riesco a nascondere un sorriso.
"Tu non lo conosci. Io sì. Noi lo conosciamo, molto, molto bene. So quanto può sembrare carino e tranquillo, fidati, ci sono passata anch'io. Ti rovinerà la vita. Lascialo" dico io seria.
La ragazza aggrotta le sopracciglia e poi dice con uno sguardo innocente "State iniziando a spaventarmi...penso che lo chiamerò"
"No! No, no, stai ferma!" esclama Sarah prendendole il polso.
"Non dire a Rafe che siamo state qui. Per qualsiasi motivo, non dire la verità" dice lei.
"P-perchè?" chiede Sofia spaventata.
"È troppo lungo da spiegare. Ma ti prego, giura sulla tua vita che non gli dirai che siamo state qui, ok?" dico io.
"Ti prego. Non immischiarti in cose che ti riguardano, perchè fidati, non ti piacerebbe sapere cosa sta succedendo" dice Sarah.
"Abbiamo la tua parola?" chiedo io, posandole una mano sulla spalla.
La ragazza annuisce e io dico "Grazie, veramente. Ti siamo debitrici"
"Ricorda, se Rafe chiede qualcosa, non pronunciare nemmeno le nostre iniziale, ok?" dice Sarah.
"Sì, certo" risponde Sofia e noi scendiamo di corsa le scale.
Una volta alla porta, esclamo "Addio Sofia! Ricorda, lascialo è uno stronzo!"

You can't kill a Pogue || JJ MaybankDove le storie prendono vita. Scoprilo ora