Capitolo 3

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"Passa!" esclamo a JJ, che mi passa la sua canna.
Faccio un tiro e poi un sospiro di sollievo.
V: "Quanto mi era mancata la tua roba buona JJ"
JJ: "Solo la mia roba?"
V: "No ovviamente mi eri mancato anche te, piccolo coglione"
JJ: "Stronza!" esclama lui tirandomi una gomitata.
Io gliela restituisco e lui mi scompiglia i capelli.
Allora gli tiro un calcio al piede e lui inizia a farmi il solletico facendomi ridere come una pazza.
"JJ! Fermati! JJ!" grido io senza fiato dalle risate.
"Vic, ti devo parlare" dice John B con aria seria.
Quindi io mi alzo, scrollo via la sabbia dai vestiti e seguo mio fratello.
"Cosa hai combinato Victoria?" mi sussurra JJ mentre mi alzo.
"Il capo è arrabbiato" rispondo io a bassa voce.
Raggiungo John B all'interno dello Chateau e mi butto sul divano sfondato.
V: "Che c'è?"
JB: "Oggi mi hanno chiamato i servizi sociali, dicono che domani devono venire a controllare che stiamo bene"
Cazzo, i servizi sociali no.
Ho un brutto trascorso.
V: "Beh mi pare che stiamo benissimo. I servizi sociali possono anche restarsene a casa"
JB: "Verranno domani, pensano che viviamo con lo zio"
V: "Zio T?!"
Non lo vedo da mesi quel coglione.
Va in giro per il mondo, non so nemmeno se sa della scomparsa di suo fratello.
JB: "Esatto, c'è un problema. Dovrebbe essere in Mississippi, non verrà mai qui"
V: "E chi lo vuole?"
JB: "I servizi sociali"
Io alzo gli occhi al cielo e prendo un sorso di birra.
"È una cosa seria Vic, possiamo finire in affidamento" dice serio John B, buttandosi sul divano affianco a me.
V: "Allora scappiamo, troviamo un diversivo. Qui nel Cut è semplice, se vuoi chiamo qualcuno dalla prigione per fingere un rapimento-"
JB: "Victoria! Sei seria?!"
Poi scoppiamo a ridere entrambi.
John B mi mette un braccio attorno alle spalle e io appoggio la testa sul suo petto.
V: "Andrà tutto bene fratellone"
JB: "Lo so sorellina"

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"L'uragano Agatha continua la sua marcia verso l'isola di Kildare, nelle Outer Banks"
Comunica una voce femminile dalla radio.
Io, JJ e Pope ci guardiamo preoccupati, ma poi mi ricordo: l'uragano sarebbe arrivato lo stesso giorno in cui dovevano venire i servizi sociali.
Finalmente un po' di fortuna.
JJ: "Perchè quel sorriso?"
V: "I servizi sociali non posso venire, a meno che vogliano essere travolti dall'uragano"
P: "Lo sai che non potrete scappare per sempre vero?"
V: "E invece penso di sì...anzi, ne sono convinta"
Mi alzo dal divano, spostando le gambe di JJ distese su di me, ed esco dalla veranda.
Vengo investita da un vento forte ma caldo: l'uragano era vicino.
Sento in lontananza la sirena di allarme uragano e poi vedo la figura di mio fratello avvicinarsi.
Aveva un sorriso stampato in faccia.
JB: "Ho chiamato i servizi sociali..."
V: "...e?"
JB: "Domani non verranno"
V: "Sì!"
"Chi non verrà?"
Riconosco subito la voce di Kie e mi giro di scatto, vedendo la mia amica bella come sempre.
"Ce l'abbiamo fatta Kie! I servizi sociali ci danno una tregua" esclamo io.
"Per ora..." mormora John B guardando in basso.

"Io esco!" grida mio fratello dal salotto.
"Cosa?! Ma sei impazzito?! C'è un uragano qua fuori!" ribatto io correndo a fermarlo.
Vedo che aveva la sua tavola da surf in mano.
"Viene anche Pope...c'è posto anche per te..." dice John B sorridendo.
Sapeva quanto mi piaceva surfare, ma il mio senso di responsabilità, stranamente, si fa sentire e decido di restare a casa.
"Vedi di non morire!" gli grido io mentre esce sotto alla pioggia.
"Ci proverò!"
Vedevo già la notizia sul giornale: Sedicenne esce in mare durante l'uragano Agatha e muore.
Ma John B ha il senso di sopravvivenza di uno scarafaggio...come tutti noi pogues.
Mentre mi stavo rilassando sul divano, avvolta in una felpa, sento bussare alla porta.
E se erano i servizi sociali?
No, impossibile.
Avevano detto che non sarebbero venuti.
Maledizione!
In preda al panico, spio dalla finestra per vedere chi fosse e vedo JJ dietro alla porta.
Facendo un sospiro di sollievo, vado ad aprire la porta.
"Che ci fai qui?" gli chiedo e lui si fionda in casa tutto bagnato.
"Non lo so, mi stavo annoiando" risponde JJ tossendo
"Aspetta, ti preparo qualcosa di caldo"
Vado in cucina e tiro fuori una bustina del thè molto probabilmente scaduta da anni.
Metto l'acqua sui fornelli e aspetto.
JJ: "Dov'è John B?"
V: "È uscito"
JJ: "Con l'uragano?!"
V: "...è dovuto andare al supermercato...un urgenza"
JJ: "Oh, capisco"
V: "Se vuoi puoi cambiarti, ti do dei vestiti di John B"
JJ: "Grazie Vic"
Io rispondo con un sorriso e vado in camera di mio fratello per prendere una maglietta e dei pantaloncini.
"Tieni" gli dico lanciandogli le cose.
Intanto l'acqua si era scaldata, quindi la verso in una tazza e ci immergo la bustina.
JJ: "Mi metti in soggezione"
V: "Stai scherzando? Vedo mio fratello in mutande ogni giorno, e poi tu vai in giro in costume...è praticamente la stessa roba"
JJ: "Va bene va bene"
Si toglie la maglietta rimanendo a petto nudo.
Non avevo mai notato quanto fosse bello bagnato.
L'acqua metteva in risalto i suoi muscoli e i capelli bagnati gli illuminavano il viso.
L

You can't kill a Pogue || JJ MaybankDove le storie prendono vita. Scoprilo ora