Noi avevamo passato la notte sul traghetto e poi al porto: eravamo tutti così stanchi che ci siamo addormentati nel Twinkie.
Ci eravamo separati, per fortuna, da Topper appena eravamo arrivati sull'isola.
Quando il sole sorge e ci sveglia con i suoi raggi attraverso i finestrini sporchi e rotti del Twinkie, JJ si mette al volante e ci dirigiamo allo Chateau.
Arriviamo alla casa e il biondo suona il clacson, che stranamente funzionava ancora.
Vediamo mio padre uscire dalla veranda e ci fiondiamo tutti da lui.
"Ma guardati! Come sei cresciuto!" esclama Big John, abbracciando Pope.
Poi JJ gli salta sulla schiena, strofinandogli la testa.
"Oh eccoti JJ!" esclama lui iniziando a girare.
Il biondo scende giù e mio padre lo abbraccia, dandogli diverse pacche sulla schiena.
"Ho sentito le novità. Trattamela bene, ha un cuore fragile" gli dice mio papà, riferendosi a me.
"E non voglio bambini inaspettati" aggiunge lui facendo ridere tutti, mentre io divento rossa come un peperone.
"Papà!" esclamo io dandogli un pugno sul braccio.
"La signorina Carrera! Kie, quanto sei cresciuta!" dice mio padre, abbracciando la mora.
A Kiara scappa qualche lacrime e lui se n'era accorto, infatti le accarezza la testa con un sorriso.
"Tu devi essere Cleo. John B mi ha parlato molto di te" dice Big John, notando la nuova ragazza.
"Spero che abbia detto cose buone" ribatte Cleo con il suo accento.
"Solo cose buone"
I due si stringono la mano e poi si allargano ad un abbraccio.
In fondo, Big John era come se fosse il padre di tutti.
Finalmente esce anche mio fratello, che però era cupo in volto.
"John B! Sei vivo amico!" esclama JJ abbracciandolo.
"Sì...ho tante cose da raccontarvi" dice John B, incrociando lo sguardo di mio padre.
Ci sediamo tutti in cerchio in giardino, e io mi siedo sulle ginocchia di JJ, sotto lo sguardo attento di mio padre.
"Noi siamo andati a Wilmington. Rafe è tornato sull'isola e ci aveva fatto credere che la croce sarebbe stata portata su un treno da Wilmington a Raleigh, ma era una trappola. Ci hanno fregati. Però, sappiamo che è ancora sull'isola, quindi è già qualcosa" spiego io a John B, che però sembrava immerso nei suoi pensieri.
"E voi cosa avete scoperto?" gli chiede Pope.
"Sì, ehm...abbiamo trovato il diario, probabilmente Vic ve l'ha già detto, e siamo andati agli archivi di Charleston, ma era un vicolo cieco. Un buco nell'acqua, quindi..."
Guardo mio fratello: non era per niente convincente.
"Quindi l'oro, la croce e ora El Dorado. Tre buchi su tre. La serie continua" dice Pope lanciando un legnetto e se ne va.
"Ci vediamo ragazzi" ci saluta Kie e se ne va pure lei.
"Sì, penso che andrò pure io" dice JJ e io mi alzo dalla sue ginocchia.
"Ci vediamo Vic" fa lui dandomi un bacio.
"Ciao, John B" lo saluta e se ne va.
John B si alza dalla sedia di plastica e si allontana da noi.
Io e Sarah ci guardiamo e io le faccio segno di andare da lui, quindi la bionda si alza e va dal moro.
Io mi risiedo e resto in silenzio, a guardare l'erba sotto ai miei piedi.
"Vic" mi chiama mio padre e io alzo automaticamente la testa.
"Volevo dirti che mi dispiace averti lasciata da sola, davvero"
"No, non ti preoccupare"
"È che era troppo pericoloso e poi la moto aveva solo due posti e..."
"Papà, è tutto a posto"
Big John mi guarda e poi dice annuendo "Ok...sì, ehm...non succederà più, ecco"
Era una delle bugie più grosse che avevo mai sentito in vita mia.
Mio padre non esiterebbe un istante a lasciare me per John B: l'avevo imparato anni fa, ormai mi ci ero abituata.
Dopo poco, Sarah cammina spedita lontano da John B, raccoglie la sua bici da terra e ci sale.
"Ehi! Sarah! Aspetta, dove vai?" le chiedo io correndole incontro.
"Ovunque purchè sia lontano da John B" risponde lei fredda.
"Cosa? Perchè? Cosa ti ha detto?"
"Non ho voglia di parlarne ora. Grazie Vic, ci vediamo"
La ragazza inizia a pedalare e se ne va via.
Che cazzo aveva fatto ora John B?
Lo vedo entrare in casa, quindi lo seguo dentro.
Lo trovo seduto sul divano, con le mani tra i capelli.
"John B, cos'è successo?" gli chiedo io.
"Niente" risponde secco lui.
"Non è vero. Dimmi cos'è successo" insisto io.
"Non ne voglio parlare ok?!" esclama lui, facendomi sobbalzare.
"C'entra la storia del diario vero?"
Lui non risponde.
"Non hai detto tutta la verità. Avete scoperto qualcosa, non è vero?"
John B resta ancora in silenzio.
"Ovvio che avete scoperto qualcosa, ma non vuoi dirmelo, perchè non vuoi? È una cosa top secret?"
"Oppure non sono abbastanza intelligenti da capire?" continuo io.
"Papà ha detto di non dirlo a nessuno ok?!" finalmente parla John B.
"Sono tua sorella. Sono parte della famiglia"
"Ok, e allora? Ha detto di non dirlo a nessuno"
"Che senso ha? È anche la mia caccia al tesoro!"
"Non devi dirlo a me"
"Allora dimmi cosa avete trovato"
"Non posso"
"Ovvio che non puoi. Perchè papà ti ha detto di non dirlo e quindi tu quando mai dissubidisci a papà eh?"
"Non è una questione di ubbidienza Vic, è una questione di sicurezza"
"Quindi pensate che non sia in grado di difendermi da sola? Sono stata rapita e sono riuscita a scappare da sola"
"Non è quello il punto. Vorrei dirti cosa abbiamo scoperto ma non posso"
"Basta con queste stronzate! Perchè non mi dite mai niente?! Non faccio parte della famiglia? O aspetta, ora ho capito...è perchè tu sei il foglio preferito!"
"Cosa?!"
"Oh non fare il finto tondo John B, sai benissimo di cosa sto parlando"
Arriva mio padre, poichè aveva sentito le urla, e si intromette nel litigio.
BJ: "Ehi, ehi! Ragazzi! Basta!"
V: "Perchè non mi dite mai niente?"
BJ: "Cosa le hai detto John B?"
JB: "Niente, come mi hai detto tu..."
V: "Perchè non mi volete dire cosa avete trovato? Cosa ho che non va?"
BJ: "Niente, Vic, non hai niente che non va. È una questione di sicurezza e-"
V: "Oh basta con questa cazzata della sicurezza! Sappiamo tutti, tu papà più di tutti, che sono e sarò sempre la figlia spreferita!"
BJ: "Vic, non dire così, non è vero"
V: "Non è vero? Davvero non ti rendi conto di quanto lo fai notare che John B è il figlio preferito? Ormai l'ho accettato, è da almeno dieci anni che ci convivo. Ma tu non hai idea di quanto hai fatto stare male le me di cinque anni che è si è ritrovata senza papà alla festa del papà perché tu avevi deciso di passarlo con John B e non ti sei nemmeno degnato di scusarti"
Ormai avevo gli occhi piene di lacrime e la voce rotta.
JB: "Vic..."
V: "No! Vic un cazzo! Ho passato anni ad essere la figlia sfavorita e mi andava pure bene, ma ora...ora non ce la faccio più. Questa è la nostra caccia al tesoro! La nostra!"
BJ: "Victoria, ora stai esagerando. Sai benissimo che sei sempre benvoluta"
V: "Esagerando? Sto dicendo la verità"
BJ: "Ti sto cercando di dire che non ti abbiamo esclusa dalla caccia al tesoro. Tu hai preso e te ne sei andata a Wilmington con i tuoi amici quando potevi aspettarci e andare a Charleston con noi"
V: "Sono andata a Wilmington per recuperare la croce di Pope, per la quale abbiamo vissuto su un'isola deserta per un mese. JJ ha rischiato di morire e io di venire arrestata. E poi, cosa avrei dovuto fare? Rimanere sul ciglio della strada ad aspettare che voi tornaste?"
BJ: "Sì, al posto di andartene via con l'unico mezzo che avevamo a disposizione. Potevi pensare agli altri al posto che a te stessa per almeno una volta nella tua vita"
V: "Basta, non ce la faccio, me ne vado"
Mi avvio verso la porta d'ingresso e John B mi viene dietro.
"Vic! Aspetta, ti prego" mi ferma lui.
"Hai sentito quello che ha detto? Non penso mai agli altri"
"Lo sai che non lo pensa veramente"
"Sì che lo penso" grida mio padre dalla cucina.
"Vaffanculo!" esclamo io.
"Ho semplicemente ragione" ribatte lui.
"Ti odio! Si stava molto meglio senza di te"
"Vic!" dice John B tra i denti stretti.
"E poi, ci stavamo benissimo in tre su quella moto d'acqua"
Esco dallo Chateau, sbattendo la porta alle spalle, e prendo il mio skateboard.
Non avevo una meta precisa, volevo solo andarmene via da casa mia.
Il fato però, mi aveva fatto scontrare in JJ.
STAI LEGGENDO
You can't kill a Pogue || JJ Maybank
FanficVictoria B. Routhledge è una sedicenne ribelle, ormai abituata alla vita da Pogue nelle Outer Banks. Dopo un anno in riformatorio, torna alla sua vita quotidiana, ritenuta da alcuni noiosa da altri emozionante. Ma al rientro a casa, qualcosa tra lei...