Capitolo 36

653 20 3
                                    

"Ehi! Bentornati!" esclamo appena i ragazzi entrano in casa.
"Ciao Vic" mi saluta Kie, gettando lo zaino per terra.
JJ mi passa davanti senza dire niente.
Non riusciva nemmeno a guardarmi.
Spero solo che non l'abbia detto agli altri.
"Victoria, abbiamo trovato qualcosa che ha a che fare con la croce" mi dice emozionato Pope.
"Ma è fantastico! Cos'è?" gli chiedo io sedendomi su una poltroncina nel portico.
"È il diario di Denmark" mi spiega il ragazzo tirando fuori dallo zaino un diaro malridotto.
"Denmark? Denmark Tanny?" chiedo io.
"Esatto. C'è scritto questo: 15 agosto, salpati da Port-au-Prince. C'era bonaccia. È apparsa una nave spagnola, la San Jose, in fiamme. Il ponte andava a fuoco, e sentivamo le grida degli uomini intrappolati. Il capitano spagnolo aveva un solo intento: salvare il prezioso carico, la croce di Santo Domingo. Caricata la croce sulla Royal Merchant, volevamo soccorrere l'equipaggio ma Limbrey ci ha ordinato di prendere le baionette. Non ha voluto accogliere gli spagnoli a bordo. Li ha derubati e li ha lasciati morire" legge Pope.
Mi apro una birra e nel silenzio si sente il rumore del metallo che si apriva.
Tutti si girano verso di me e io inizio a bere silenziosamente la bibita.
JJ: "Quindi non è affondata al largo delle Bermuda"
K: "Ed è stato Limbrey"
P: "Il diaro dice che sia l'oro che la croce erano sulla Royal Merchant"
JJ: "E perchè non era nel pozzo? Se Denmark è riuscito a portare questa magnifica croce dalla Merchant fino a terra, perchè non nasconderla con l'oro?
V: "Era troppo grande da sotterrare. In più, era da solo, non ce l'avrebbe fatta"
P: "Giusto. Doveva nasconderla in un altro posto"
K: "Ma dove?"
P: "Prima di essere impiccato, Denmark disse di aver sepolto il tesoro ai piedi dell'angelo"
JJ: "Pensavo che si riferisse alla chiave"
K: "Infatti, che legame c'è?"
P: "Il sentiero parte dalla sala dell'isola"
V: "E cos'è la sala dell'isola?"
JJ: "Sapete cosa mi rende lucido?"
JB: "Oh cavolo ci risiamo"
JJ: "Fumare birra e bere erba. Le idee sgorgano fuori da sole. Se restiamo qui a spremerci le meningi, non arriveremo da nessuna parte. Ma se siamo creativi e andiamo al falò di stasera, forse ne veniamo fuori"
K: "I miei genitori mi hanno cacciata fuori di casa e sono ufficialmente un membro del club Non ho nulla da perdere"
V: "Oh cazzo mi ero dimenticata del falò"
JB: "Non vieni?"
V: "Non lo so"
K: "Dai Vic, non puoi dire di no"
V: "Non so ragazzi"
K: "Ti dico una cosa che ti farà cambiare idea: alcolici gratis"
V: "Ok, mi hai convinta"
JJ: "Wow, ci vuole poco a farti cambiare idea. In effetti, dovrei saperlo"
Lancio un'occhiataccia a JJ, che scuote la testa e incrocia le braccia.
V: "Pope?"
P: "Ci siamo quasi"
JJ: "Senti, pensa a quanto produrrebbe il tuo cervello se tu lo facessi un po' riposare"
JB: "Oooo..." dice John B tamburellando le mani.
P: "E va bene"
K: "Fantastico!"
JJ: "Facciamoci uno shotgun prima di andare"
Mentre gli altri entrano in casa a bersi una birra, rimaniamo solo io e John B nella veranda.
"Sbaglio o JJ ti ha lanciato una frecciatina?" mi chiede mio fratello.
"Lascia stare. Non ne voglio parlare" rispondo io guardando fuori dalla finestra.
"Lo sai che a me puoi dire tutto"
"Sì, lo so...ma non ho capito nemmeno io cos'è successo"
"Avete litigato"
"Più o meno...sì"
"Lo so, è dura, lo so bene. Ma JJ ti ama alla follia. Tranquilla, tornerà quello di prima"
"Se lo dici tu..."
"Dai vieni qui" dice mio fratello tirandomi verso di sè e scompigliandomi i capelli.
"Stasera sarà una serata divertente e tranquilla" dice John B.
Senza JJ, niente sarebbe stato divertente.

----------------

"Finalmente!" esclama JJ scendendo dal Twinkie.
Il falò è una tradizione delle Outer Banks, si celebra tutti gli anni lo stesso weekend.
Ci vanno tutti...e con tutti, intendo proprio tutti.
Quindi pure noi.
È

l'unico momento in cui Kooks e Pogues festeggiano insieme, anche se si dividono in due spazi.
Ovviamente quello dove stiamo noi è sempre quello più divertente.
Appena scendo dal furgone, una moto mi sfreccia davanti, sollevandomi alcune ciocche di capelli.
Frena proprio davanti a me e il ragazzo in sella si toglie il casco.
"Victoria Routhledge!" esclama lui.
Lo riconosco subito.
Era uno dei tanti ragazzi che avevo visto una volta ad una festa e con cui non mi ero mai più sentita.
Non mi ricordavo nemmeno il suo nome.
"Ehi" dico io imbarazzata.
"Da quanto tempo" dice lui, avvicinandosi.
"Eh già...il tempo vola!" ribatto io con una finta risata.
Per fortuna John B e JJ vengono in mio soccorso.
"Ehi Lucas, bella moto" dice mio fratello mettendomi un braccio attorno alle spalle.
"John B! Entrambi i fratelli Routhledge liberi!" esclama lui ridendo.
Percepisco che John B si stava innervosendo quindi decido di tagliare corto.
"È stato bello rivederti. Ci vediamo"
"Ehi, aspetta, questo è il mio numero" dice Lucas dandomi un pezzo di carta.
"Scrivimi" aggiunge facendomi l'occhiolino e rimonta in sella alla sua moto verde.
"Disgustoso" mormora JJ con una smorfia.
Lascio cadere il bigliettino per terra e lo pesto.
Ci avviciniamo al falò e prendo un bicchiere di plastica.
"Dalle un po' di tempo, suo padre è appena esploso" dice JJ, riferendosi a Sarah.
"JJ!" esclamo io.
"Cosa? Senti, nel frattempo facciamo uno shotgun" dice il biondo.
"Ehi derelitti!" esclama una ragazza lanciandoci una lattina di birra.
Alzo lo sguardo e vedo una compagna di scuola di John B, di cui non mi ricordo il nome, seduta sul muretto.
"Oh wow, questa non me l'aspettavo" mormoro io.
"Sta' zitta" ribatte mio fratello.
"Ehi, eccola lì! È tua, me ne vado. Divertiti" dice JJ, beccandosi un pugno nelle parti bassi.
"Ci vediamo John B! Non fare cazzate!" esclamo io ridendo e il moro mi risponde con un dito medio dietro alla schiena.
Io e JJ ci allontaniamo.
"Shotgun?" mi chiede lui.
"No, grazie" rispondo io mantendendo lo sguardo basso.
Ci sediamo su un tronco che faceva da panca e rimaniamo in silenzio.
"Come lo conoscevi quello lì?" mi chiede ad un certo punto JJ.
"Una festa"
"Una festa? Di quanto tempo fa?"
"Un po'. Prima del riformatorio"
"Ah quindi è un Kook?"
"No no. È uno come noi, solo che è un po' un coglione"
"L'avevo capito" dice JJ facendomi ridere.
C'era una strana tensione nell'aria.
Senza dubbio c'era una forte attrazione, ma d'altronde quando sono con JJ è impossibile non sentire quella scintilla.
La sua mano si posa sulla mia coscia e scorre su e giù, provocandomi dei brividi.
"Sei bellissima"
"Sembro una senzatetto JJ"
"Stai scherzando? Sei stupenda, davvero"
Avevo gli stessi vestiti da almeno tre giorni ed erano anche sporchi di cibo e altre cose.
Incontro il suo sguardo ed entrambi non riusciamo a resistere.
Mi fiondo sulle sue labbra e mi siedo sulle sue gambe.
Le sue mani percorrono la mia schiena, posandosi talvolta sul mio sedere.
Io gli riempo il viso di baci e poi passo al collo.
"Vic" sussurra JJ tra un bacio e l'altro.
"Victoria" continua lui ma io faccio finta di non sentirlo.
"Vic, ferma" dice infine spostandomi da lui.
"Che c'è?"
"Non mi sembra giusto"
"Cosa? Perchè?"
"Stamattina abbiamo litigato e mi ero promesso di rifletterci su"
"Beh mi sembra che tu ci abbia riflettuto"
"No, Vic. Sono stato preso dal momento e...da te, che sei...bellissima"
Io arrossisco e mi avvicino al suo viso ma poi mi riallontano.
"Devi fidarti di me JJ. Tra me e Rafe non c'è assolutamente niente, te lo giuro e stragiuro. Mi aveva chiesto un favore e mi faceva pena...ha appena perso suo padre"
Vedo gli occhi azzurri di JJ intristirsi e poi ritrovano i miei.
"Ora devi essere estremamente sincera con me" dice il biondo prendendomi le mani tra le sue.
"Sì, certo"
"Non fai parte del suo circolo di droga vero?"
"Cosa?! No! Mai nella vita!"
"Quella roba fa male Vic, non posso permettere che ti succeda qualcosa"
"Sì...lo so"
Sorrido e lui fa lo stesso.
In quel momento sento il mio cuore sciogliersi.
Non avevo mai provato così tanta sollevazione nella mia vita.
"Mi ero promesso di prendermi una pausa, ma non so che cazzo avevo in mente. Ti amo da morire Vic" dice tutto d'un fiato JJ.
"Non sei resistito nemmeno un giorno coglione" ribatto io ridendo.
Il biondo mi prende dolcemente il viso con una mano e lo avvicina al suo ma veniamo interrotti da Pope e Kiara.
"Ehi, eccovi! Oh- scusate" dice il ragazzo.
"No niente, stavamo giusto per andare" dice JJ.
"Sì...certo" ghigna Kie.
"Andiamo a berci qualcosa?" propone la mora.
"Non chiederlo nemmeno. Andiamo!" esclamo io e mi alzo dal tronco.
"J, vieni?" chiede Kiara.
L'aveva chiamato J?
Da quanto tempo non lo chiamava così?
E ora aveva deciso che poteva chiamarlo J.
È strano...è come se chiamasse John B fratellone.
Insomma, non è una cosa da lei.
Forse mi stavo facendo troppe paranoie.
Kie è la mia migliore amica.
"Vic, ci sei?" mi chiede la ragazza in questione.
"Sì sì, ci sono" rispondo io e seguo gli altri tre.
Ci inoltriamo tra la folla e troviamo una cassa frigo con le bibite.
JJ prende delle lattine e ce le lancia.
"È veramente John B quello?" chiede Kiara indicando con lo sguardo mio fratello, che parlava con la ragazza.
"È proprio lui" rispondo io gustandomi il mio mai tai.
"Pensi che Sarah si arrabbierà?" chiede Pope.
"Non penso che sia qui. Insomma, dopo quello che è successo" dice JJ.
Avevo un brutto presentimento.
John B stava facendo una cazzata.
"Bene bene bene. Ma guarda chi c'è. I Pogues al completo" sento una voce alle mie spalle, quindi mi giro e vedo Rafe, accompagnato da Kelce e un'altro Kook.
"Dio non ancora tu" dice JJ.
"Dov'è John B? Abbiamo ancora una questione in sospeso" dice Rafe.
"Non avete niente in sospeso. Ora lasciaci in pace" ribatto io.
Rafe fa un passo verso di me, tanto che sento il suo alito che odorava di alcol.
"Sai, vorrei andarmene, ma sono appena arrivato" dice il ragazzo, prendendo un'altro sorso di birra o qualsiasi altro liquido avesse nel bicchiere.
"Il posto è grande, non c'è bisogno che resti proprio qui" ribatto io tenendo la testa alta.
"Ma questo punto mi piace. Perchè dovrei andarmene?"
"Rafe, togliti dai piedi" interviene Pope.
"Oh, Pope, mi sei mancato amico" dice lui mettendo una mano sulla spalla di Pope.
"Non toccarlo" dico con una smorfia e sposto il braccio di Rafe dal nostro amico.
"E tu non toccare me" ribatte lui.
Pochi centimetri separavano il mio volto dal suo.
"O ti sporchi la camicia stirata da mammina?" dico io a denti serrati.
"Rafe, vai via" dice JJ.
"Scusate scusate, ora me ne vado" fa Rafe, con un sorriso sulle labbra.
"Ma prima, Victoria, devo dirti una cosa" continua lui.
Io alzo gli occhi al cielo e gli faccio segno di parlare.
"Sei una puttana"
Le parole escono dalla sua bocca come delle lame sottili ma taglienti, molto taglienti.
Non mi aveva mai detto un insulto del genere.
Io reagisco immediatamente e gli do uno schiaffo sulla guancia, lasciandogli il segno rosso.
Rafe si passa una mano sulla guancia dolorante e poi mi da uno spintone, facendomi cadere addosso ai miei amici.
Allora JJ gli tira un destro sul viso.
Lui si accascia per terra e poi da a sua volta un pugno al biondo, stavolta nello stomaco.
JJ rimane qualche secondo fermo, piegato in due dal dolore.
Ma Rafe approffitta di quei secondi e gli tira un calcio sugli stinchi, facendolo cadere.
Allora interviene Pope, che però viene fermato dal moro che stava con Rafe.
In lontananza vedo John B picchiarsi con Topper: cosa aveva combinato pure lui?
Rafe continuava a tormentare JJ, tanto che iniziava a sputare sangue.
Sento la rabbia salirmi fino alla testa e senza pensarci due volte tiro un pugno a Rafe dritto sui denti, facendomi anche male.
Lui cade a terra e io gli do un'altro calcio.
Poi un'altro.
Quando si stava per rialzare, sferro un'altro pugno.
"Questo" dico dopo il pugno.
Poi gliene tiro un'altro.
"È"
Un'altro ancora.
"Per avermi dato"
Un'altro pugno, dritto sul naso.
"Della puttana"
Non riuscivo a fermarmi.
Del sangue inizia ad uscire dal naso e dalla bocca di Rafe e pure le mie mani si sporcano.
"Vic, ti prego, basta" mi supplicava il biondo senza fiato.
Ma io lo ignoravo.
Stavo sfogando tutta quella rabbia che avevo represso per anni.
Negli occhi di Rafe scorgo della paura.
Mentre io ero furiosa.
"Vic! Fermati!" esclamano i miei amici.
"Victoria! Lascialo andare" grida Kelce.
Ma io continuavo.
Non volevo smettere.
"Vic! Fermati! Basta!" esclama JJ.
La sua voce mi fa fermare.
Guardo Rafe, era sporco di sangue su tutto il viso e mi guardava impaurito.
Penso che non avesse mai avuto paura di me.
Poi mi guardo le mani: era sanguinanti pure loro.
Ma la cosa che mi faceva rabbrividire è che non era solo il mio sangue.
Le mie mani iniziano a tremare e sento qualcuno prendermi da dietro.
Era JJ.

Mi alza delicatamente da Rafe, steso per terra, e mi abbraccia.
Ma io rifiuto il suo abbraccio e faccio per ributtarmi su Rafe, ma JJ e Pope mi trattengono.
"Stronzo! Sei un assassino! Devi marcire in cella!" grido io con tutta la voce che avevo in corpo.
Lui si rialza a fatica e viene sostenuto dai suoi amici.
"È solo colpa tua se tuo padre si è ucciso! Psicopatico!" grido io.
Questo non dovevo dirlo.
Rafe scatta verso di me con le uniche forze che gli rimanevano ma JJ mi si para davanti.
"Rafe vattene" dice JJ.
"Tieni al guinzaglio la tua ragazza" ribatte Rafe.
"Vai a casa" continua JJ, con tutta la calma del mondo.
"Dai Rafe, andiamo" dice Kelce, che porta via il suo amico.
"Vic, stai bene?" mi chiede Kiara.
Io non rispondo.
"Ecco John B. Ehi! John B! Siamo qui!" esclama JJ.
Mio fratello ci raggiunge e chiede subito "Cosa è successo?"
"Cos'è successo a te?" chiede a sua volta Pope.
"Oddio, Vic, stai bene?" mi chiede mio fratello preoccupato dalle mie condizioni.
"Chi ti ha fatto male? Stai perdendo sangue" dice John B, prendendomi le mani.
"Non è il suo sangue" mormora Kie.
John B mi guarda preoccupato e io continuo a fissare le nocche rosse.
"Vic, che diavolo..." dice mio fratello confuso.
"

Sarebbe meglio andarcene. Ci stanno guardando tutti" dice Pope.
"Sì, forza andiamo" concorda Kiara.
Una volta sul Twinkie, io resto in silenzio per tutto il tempo.
Non sapevo cosa dire.
Nemmeno gli altri sapevano cosa dirmi.
Non mi ero mai sfogata così tanto.
Ad ogni pugno che tiravo, sentivo una sollevazione al cuore, alla mente, a tutto.
Sì, Rafe se lo meritava, ma mi sentivo uno schifo.
Avevo fatto una cosa tremenda, non era da me.
Quando tutti mi urlavano di smettere, io avevo ignorato di mia volontà le loro voci perchè volevo continuare, volevo picchiarlo.
Una lacrima mi riga il viso e io cerco di nasconderla, girando la testa verso il finestrino.
Non volevo che gli altri si dispiacessero per me, volevo solo tornare a casa.

You can't kill a Pogue || JJ MaybankDove le storie prendono vita. Scoprilo ora