Capitolo 59

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Qualcuno mi scuote leggermente e mi sveglia dal mio profondo sonno.
"Yo, Vic, svegliati, siamo quasi arrivati" dice JJ.
Io apro a fatica gli occhi e la luce del sole me li fa richiudere subito.
Poi guardo fuori dal finestrino e vedo sotto di me una distesa di alberi e, in mezzo ad essi, un grande fiume.
Il bacino dell'Orinoco.
"Bentornata tra di noi Vic" dice Cleo.
"Oh sta zitta" ribatto io.
Davanti a noi c'era Ward, che apparentemente dormiva.
"Dite che sta veramente dormendo?" chiede JJ.
"C'è solo un modo per scoprirlo" rispondo io e passo una mano davanti ai suoi occhi, poi schiocco le dita affianco al suo orecchio.
Nessuna reazione.
"Sì, sta dormendo" dico io.
"Bene. Quindi, Neville ha detto che quel tipo sarà a Tres Rocas. Solana è il sito archeologico. Credo che stiano portando lì papà" sussurra mio fratello.
"Neville mi ha dato questa mappa. Ha detto che l'avremmo trovato...qui" continua John B mostrandoci una mappa, se si poteva chiamare mappa.
Era un foglio di carta con due disegni a penna.
"È questa la mappa che stiamo seguendo?" chiede Sarah ironica.
"È l'unico a esserci stato" si giustifica John B.
"È un po' scrausa, John B" ribatte Sarah.
"Cavolo" dice JJ guardando la mappa.
"Conosco città fluviali come questa. Sono molto pericolose" afferma Cleo guardando fuori dal finestrino.
Io sbuffo sonoramente e JJ se ne accorge, infatti dice mettendomi una mano sulla spalla "Tranquilla. Arrivati lì, troviamo Singh e tuo padre. Poi troveremo El Dorado. Facile"
"Se lo dici te" mormoro io.
"Ok, per prima cosa troviamo questo José, poi risaliamo il fiume" dice John B.
Sembrava così facile...troppo facile.

L'aereo atterra sulla pista in mezzo alla natura selvaggia e appena esco dal mezzo vengo investita da una calda e afosa aria.
Lungo la pista, c'erano un paio di militari armati fino ai denti, che ci squadravano da lontano.
"Ve l'ho detto, questo è il selvaggio West" dice Cleo.
Poi la voce di Ward ci fa girare tutti insieme.
"Sarah! Vengo anch'io" dice lui scendendo a fatica le scale.
"No che non vieni. Ci hai portato qui come promesso. Ora vai a Guadalupa" ribatte Sarah.
"È rischioso"
"Ti serve un medico"
"Voglio aiutarvi"
"No! Torna sull'aereo. Avevi promesso che ne saresti rimasto fuori. No"
"Ok" fa Ward e finalmente torna sul suo jet.
"Forza andiamocene" dice Sarah e noi la seguiamo.
Mi giro per controllare che Ward se ne fosse veramente andato e mi tranquillizzo una volta che la porta si chiude.
Con lo zaino in spalla, ci dirigiamo verso la città di Tres Rocas.
La strada era lunga e sotto al sole, e dopo circa mezz'ora eravamo esausti.
"Non ce la faccio più" dice Sarah sedendosi sul cemento.
"Nemmeno io" dico io.
"Non c'è un altro modo per arrivare a Tres Rocas?" chiede JJ.
"Cosa ne so io? Non ci sono mai stato" risponde John B.
"Ehi, guardate, una macchina!" dico io alzandomi da terra.
Mi getto in mezzo alla strada e mi sbraccio per farmi vedere.
Ma JJ mi tira subito via dicendo "Cosa fai? Sei impazzita?"
V: "Sto cercando di trovare un passaggio"
JJ: "E vuoi chiederlo a degli sconosciuti nel bel mezzo del Venezuela?"
V: "Hai un idea migliore?"
JJ: "No, ma qualsiasi altra è meglio della tua"
C: "Sì, ha ragione. È troppo pericoloso"
"Sentite, io ci provo. Se non volete, non salite e ci vediamo tra 3 ore a Tres Rocas" dico io e mi ributto in mezzo alla strada.
Il furgoncino si ferma e io mi avvicino al guidatore.
"Salve...hola, state andando verso Tres Rocas?" chiedo io.
"Sì, perchè?" risponde lui.
"Io e i miei amici dobbiamo andarci, ma come può vedere, siamo a piedi. Potreste darci un passaggio?" chiedo io.
L'uomo mi squadra con aria severa poi dice "Sì, ma non gratis"
Io sbuffo e poi dico "Oh andiamo, siamo al verde. Non ci vede? Siamo disperati"
"Non mi interessa. O ci pagate, oppure puoi dire addio al vostro passaggio" ribatte lui.
Quindi, vedendo che era impossibile smuoverlo, gli porgo 20 dollari, ma lui rimane con la mano tesa verso di me.
"Oh andiamo!" esclamo io e gliene lascio altri 20.
"Perfetto, salite" dice lui con un sorriso.
"Forza, andiamo" comincio io agli altri.
Saliamo tutti sul cassettone, dove c'erano già un ragazzo e una bambina, entrambi dai capelli ricci.
Il ragazzo batte la mano sulla portiera e la macchina riparte.
Sento uno sguardo fisso su di me, quindi mi giro e noto che la bambina mi stava guardando.
Non sono mai stata brava con i bambini, ma mi sforzo a sorriderle.
Lei mi sorride mostrando i suoi denti mancanti e poi dice in spagonolo "Piacere, sono Ana"
Io la guardo in silenzio e il ragazzo, probabilmente suo fratello, mi traduce "Ti ha detto il suo nome"
"Oh, ciao. Io mi chiamo Victoria" ribatto io.
"Siete americani?" chiede il ragazzo.
"Sì" risponde Sarah.
"E cosa ci fate qui?"
"È una lunga storia" risponde Cleo.
"Oh, capisco...non starete mica cercando il vecchio El Dorado?" chiede lui,
Ci guardiamo tutti paralizzati ed è John B a parlare "No. Stiamo solo cercando mio papà"
"È stato rapito?" chiede il ragazzo.
"Sì" risponde John B.
"Allora vi faccio già le condoglianze. Nessuno torna vivo" dice lui.
"Vedremo" mormoro io.
Rimaniamo in silenzio per il resto del viaggio e appena iniziamo a vedere le prime persone, capiamo di essere arrivati a destinazione.
Era in corso una sorta di festa, poichè le strade erano affollate e la gente sparava fuochi d'artificio.
"Cosa succede?" chiede Sarah.
"È una festa locale. Si festeggia ogni 23 luglio" risponde il ragazzo.
"In pratica è la festa del solstizio venezuelana" dico io, facendo ridere Sarah.
Quella maledetta festa.
La macchina si ferma e il guidatore ci grida "Vi conviene scendere qui. Poi diventa troppo affollato"
Quindi il ragazzo ci apre il portone e scendiamo uno alla volta.
Ma la bambina mi ferma tirandomi per la canotta.
Infila la mano in tasca e poi mi porge qualcosa, parlandoci nella sua lingua.
"È un regalo per te. È una roccia portafortuna. Ogni roccia del fiume lo è" traduce il fratello.
Io osservo la pietrina e poi le dico sorridendo "Gracias"
Infilo il dono in tasca e poi balzo giù dal veicolo.
"Grazie mille per il passaggio" dico io all'uomo.
"Di nulla. Mi raccomando, state attenti. Anche le persone più gentile sono in grado di fregarvi. Siate furbi" ci raccomanda lui e io annuisco.
Quindi ci allontaniamo dal furgone e ci inoltriamo tra la folla.
JB: "Ok, allora, cerchiamo questo José che ci porterà agli scavi"
JJ: "José. Ha un cognome o..."
JB: "Non so il cognome"
V: "Perfetto. Immagino che sarà facile trovare un certo José in Sudamerica"
C: "Cazzo. Sarà come cercare un ago in un pagliaio"
S: "Le guide fluviali staranno vicino al fiume"
JJ: "Sì ma se sono come quelle delle OBX, durante le feste saranno sbronze"
S: "Iniziamo dai bar"
V: "Divide et impera?"
S: "Ci sto"
Quindi ci dividiamo in due e partiamo alla ricerca di José.
Io, JJ e Cleo andiamo verso il fiume mentre Sarah e John B si dirigono nel centro della città.
"Ehi scusa, conosci un certo José? Guida fluviale?" chiedo io a uno del posto.
"No mi spiace" risponde lui.
"Conoscete una guida fluviali di nome José?" riprova Cleo.
Un'altro no.
"José? Guida fluviale?"
"Scusa, conosci José? Fa la guida fluviale"
Altri no.
A quanto pare nessuno conosce José.
Quindi esausti, ci sediamo ad un bar.
"Non ce la faccio più. Questo caldo mi sta uccidendo" mi lamento io, asciugandomi la fronte dal sudore.
"Tieni" dice JJ passandomi un bicchiere d'acqua.
Senza pensarci due volte, butto giù tutta l'acqua e mi sento subito rinata.
"Scusa, ma, dove hai trovato quel bicchiere?" gli chiedo io.
"Era qua" risponde JJ indicando il tavolino affianco al nostro.
"JJ! Che cazzo? Mi hai dato il bicchiere di uno sconosciuto?" esclamo io.
"Eri stanca, ti ho dato dell'acqua"
"Non ci posso credere"
"Oh andiamo, hai bevuto di peggio"
"Direi di no, JJ, direi proprio di no"
"Ehi, ragazzi, guardate lì" ci interrompe Cleo e indica una macchina in fondo alla via.
"Non sembrano amichevoli" osservo io.
Ci alziamo dal tavolino e notiamo che il suv non aveva intenzione di fermarsi, quindi corriamo via.
Ci inoltriamo in diverse stradine affollate, finchè arriviamo alla stazione degli autobus.
Mentre corriamo noto una faccia familiare in un bus fermo ad una fermata, e infatti avevo ragione.
Dal finestrino sbuca Pope che si sbraccia verso di noi.
JJ: "Pope! Amigo!"
V: "Ma che cazzo?"
C: "Correte!"
P: "Cosa?"
C: "Scappiamo!"
K: "Oh andiamo, di già?"
P: "Che succede?"
V: "Gli uomini di Singh ci danno la caccia. Ci serve un piano"
JJ: "Perchè non dirottiamo l'autobus?"
K: "Questo autobus? Che va a 16 km/h?"
JJ: "L'ho buttata lì, ok?"
C: "Sono arrivati! Nascondete!"
Mi giro e, oltre l'autobus, vedo il suv nero che poco prima ci inseguiva.
Seguo JJ e mi nascondo dietro ad una bancarella.
Mi stringo a lui e intanto ascolto il dialogo tra un uomo e i nostri inseguitori.
Uno dei due si inoltre tra la folla con il fucile carico e si ferma davanti al nostro nascondiglio.
Io e JJ ci abbassiamo ancora di più, fino ad arrivare col viso quasi per terra.
Ma il suo compagno lo richiama e l'uomo se ne va.
Appena i due se n'erano andati, noi usciamo dai nostri nascondigli.
"Ci è mancato poco" dico io ansimando.
"Siamo qui da due minuti. Seriamente?" dice Kie.
"Benvenuti in Sudamerica" fa Cleo.

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"Ok, allora, dobbiamo escogitare raggiungere Sarah e John B" dice JJ, girando intorno.
V: "Sì, ci serve un passaggio. Qualcuno di affidabile...Pope?"
P: "Perchè io?"
V: "Perchè tu sei quello intelligente"
JJ: "Ehi, io sono quello dei piani"
K: "Sì ma fanno schifo"
JJ: "Non è vero"
K: "Mhhh..."
C: "Ehi, ragazzi, basta. Dobbiamo concentrarci, non è un gioco"
P: "Forse ho un modo"
V: "Cioè?"
P: "Il tizio che ci ha portati qui, un amico di mio papà, forse ha una barca"
JJ: "In che senso forse? Devi essere sicuro Pope"
P: "Non mi ricordo ok?"
JJ: "Perfetto"
P: "Tanto vale provare no?"
V: "Sì, forza, andiamo"
C: "Aspettate. Hai idea di dove sia?"
K: "È vicino all'aeroporto, dove ci ha lasciati"
C: "Ne siete sicuri?"
P: "Sì Cleo, al 100%"
C: "Ok, allora vi seguiamo"
Quindi prendiamo l'autobus che ci porta fino all'aeroporto e, una volta scesi, ci inoltriamo tra gli alberi che circondavano la pista, finchè non arriviamo ad una grande radura.
Lì, in mezzo, c'era un aereo cargo piuttosto malridotto, dal quale stavano scaricando l'ultima merce.
"Quella è...?" chiedo io indicando i pacchi.
"Sì. È stato l'unico disposto a portarci ok?" risponde Pope, andando sulla difensiva.
Ci avviciniamo ad un uomo alto e robusto, con indosso una canotta grigia, e Pope gli tocca la spalla.
"Ancora voi?" chiede lui scocciato.
"Senti, Paul, lo so che hai già fatto abbastanza per noi, ma abbiamo disperatamente bisogno della tua barca" lo supplica Pope.
"Barca? Quale barca?" chiede lui e noi ci guardiamo con gli occhi sbarrati.
"La tua barca Paul, quella di cui ci avevi parlato" risponde Pope, indicando anche Kiara.
"Ahhh, ma non è la mia" dice lui.
"Ok, va bene, possiamo usarla?" chiede Pope.
"Non è mia Pope" ripete Paul.
"Lo so, ma ci serve. Non puoi chiederla in prestito due minuti?" insiste Pope.
Paul sbuffa e poi alza gli occhi al cielo.
"E va bene, ma se non me la riportate indietro sono guai" cede infine l'uomo e noi esultiamo.
"Grazie! Grazie mille, la riporteremo intera, non ti preoccupare" esclama Pope.
Dopo aver dato delle indicazioni ai suoi colleghi, Paul ci fa segno di seguirlo e ci conduce fino al fiume.
Lì, attraccata ad un molo traballante, c'era una piccola imbarcazione mezza rotta.
"Quello sarebbe il nostro passaggio?" chiedo io.
"Siamo nel bel mezzo della foresta venezuelana, cosa ti aspetti?" ribatte Kie.
"Avete qualcosa per proteggervi?" chiede Paul.
"Ci stiamo ancora lavorando" risponde JJ.
"Tieni" fa lui dando una sacca al biondo.
"Cos'è?" chiede JJ.
"Un machete. Vi servirà" risponde Paul.
Arriviamo alla barca e lanciamo i nostri bagagli su di essa.
"Ho le indicazioni per El Tesoro, come mi avevi chiesto" dice Paul e Pope si illumina.
"Solo José conosce la strada, ma vi porto nella direzione giusta" continua lui.
"È un inizio" dice Kie sorridendo.
"Grazie" dico io.
"Non ringraziatemi. Iniziate a pregare" ribatte lui.
Quindi, rassicurati dalla raccomandazione di Paul, ci imbarchiamo e risaliamo il fiume, tra la foresta selvaggia e i coccodrilli.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 12 ⏰

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You can't kill a Pogue || JJ MaybankDove le storie prendono vita. Scoprilo ora