Buongiorno

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1 Shot

Le luci calde del locale risvegliano i miei sensi intorpiditi dal sonno, il tepore che mi accoglie è avvolgente come un caldo abbraccio gentile, la mia pelle rabbrividisce appena in contrasto con l'aria gelida di quest'alba piovosa.

Il sole che doveva sorgere è già spento, nascosto da questa impetuosa malinconica giornata tipica della primavera coreana.

Tolgo il cappotto fradicio e lo ripiego sul mio avambraccio accompagnato da una smorfia schifata, il suo tessuto umidiccio e pesante gocciola sul pavimento, essendo diventato il mio unico riparo dal maltempo, dato che questa mattina l'ombrello ha deciso di non collaborare, ribaltandosi e aprendosi nel senso contrario, litigando ferocemente con il vento non ha eseguito il suo unico compito, ovvero quello di ripararmi dalla tempesta inzuppandomi dalla testa si piedi.

Mi guardo un po' intorno alla ricerca del mio orientamento spento dal sonno.
Il locale in sé è piccolo ma curato.
Circa settanta metri quadri, dove a colpo d'occhio il legno è ciò che prevale, sia nell' arredamento rustico che nello stile industrial.
A molti nostri clienti ricorda una calda baita di montagna e tanti altri ci confessano che la prima sensazione che esso ti imprime addosso è la calorosa sensazione del sentirsi a casa.

Stando attenta a dove metto i piedi per non scivolare, costeggio l'immensa libreria adiacente il bancone.
Ormai assodata come una compagnia sicura, riscalda le anime solitarie con i suoi mille romanzi, facendomi vivere altre mille vite ad ogni viandante.
Una sorpassato il bancone in legno vintage dal pianale spesso e grezzo, accendo tutte le varie attrezzature per prepararmi al servizio diurno e svogliata mi trascino verso lo spogliatoio alle spalle di esso.

Al suo interno vengo accolta da una lunga fila di neon dalle luci fredde e fioche, uno spazio minimal poco arredato con tre panche di legno di frassino bianco, un piccolo bagno completo di doccia e tre armadietti grigi in metallo dove poter riporre i propri effetti personali.
Apro il mio e vi ripongo dentro il cappotto fradicio ed il mio essenziale, prelevando la mia divisa di riserva asciutta.
In realtà non abbiamo una vera e propria divisa.
Si tratta di indossare una maglietta nera semplice e senza troppi fronzoli e scomodità, per questo ne ho comprate una decina tutte uguali a Myeongdong per poi decidere di lasciarne sempre una di scorta qui, non si sa mai.

Fra uno sbadiglio e l'altro mi dirigo lenta davanti allo specchio per legare i capelli umidi e arruffati in una ordinata coda alta ma l'immagine riflessa è traumatizzante.
Dai miei capelli scivolano lente goccioline d'acqua come se fossi appena uscita dalla doccia.
la faccia da zombie ancora mezza addormentata incapace di collaborare, rimane imbronciata in una smorfia triste, poi lo sguardo si sposta su quegli occhi gonfi e socchiusi dal sonno protagonisti sul mio viso per la loro dimensione, vorrei, grandi e imponenti padroneggiano la scena con il loro colore indefinito tra il grigio e l'azzurro come il cielo invernale. Velati dalle molteplici goccioline di pioggia impresse su quelle odiose lenti, spesse, forse troppo spesse della montatura dei miei occhiali.

Il viso tutto sommato è grazioso, ma sciupato, troppo stanco dalle notti insonni, soggioga il mio incarnato pallido, non che a me piaccia prendere il sole, ma perlomeno vorrei sembrare viva!
Il naso grazie a dio è dritto, la bocca piccola ma con l'arco di cupido ben pronunciato; ma la mia bassa autostima non è dovuta a nessuno di loro.
L'istinto guida i miei occhi lungo i suoi confini alla ricerca dei segni che la mia mente ricorda indelebili, ma che oramai stanno sparendo pian piano.
Vecchie ombre bianche colorano il mio profilo di piccole cicatrici.
Come se non vederle aiutasse a dimenticare...

Cerco altri argomenti ascolto i miei stessi pensieri, cercando di divagare e non sprofondare dei ricordi:
Ah la nostra giornata inizia male, èh?!
Fradicia, infreddolita e stanca ed è appena l'alba...
A fine giornata cosa facciamo?
Tiriamo le cuoia?!
Mi vesto frettolosamente per evitare un raffreddore, siamo ancora a marzo e le temperature basse e le giornate spesso troppo buie e piovose influiscono notevolmente sul mio malumore.

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