REVISIONE Stupida testarda!

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pov Shot

Prendetemi per testarda, ma non rinuncio a ciò che mi fa stare bene.
Per questo mi ritrovo a cagare per questi elefanti corridoi in noce scuro e moquette colore panna a prova di impronta di questo immenso Hotel Four Seasons Di Seul.
E che dire, il signorino non bada a spese!
Questo hotel è straordinario, cinque stelle   sono poche! Qui il lusso esplode in ogni più piccolo dettaglio, è tutto così esteticamente curato e ordinato che mi fa sentire parecchio fuori luogo.

Dong-me in collegamento auricolare mi aiuta hackerando i registri dell'hotel a trovare la tua stanza.
Pensavi di liberarti di me?
Ma non hai fatto incontri con la mia testardaggine.
Ho dovuto abbattere una guardia di sicurezza per riuscire ad entrare nell'ala vip, spero di non finire nei guai o in prigione per questo!
Se va male, finisco in guai seri, quindi  passo svelto, profilo basso e non interagire con nessuno.
Ma dannazione! Questi corridoi sono tutti uguali! È lo stesso architetto ubriaco dell'accademia?
«Datti una mossa Dong-me!» bisbiglio acida.
Dall'altra parte dell'auricolare sento solo uno sbuffo sfinito.

Poi delle voci provenienti dalla fine del corridoio mi allarmano; innanzitutto, bisogna mantenere la calma, mi giro su me stessa veloce, come se avessi preso la scossa.
Studio l'ambiente circostante, dopo un paio di giri repentini noto appesa al muro alla mia destra, una mappa con su disegnata la cartina del piano e sopra di essa posso notare che non tanto distante dal famoso pallino rosso, con scritto " tu sei qui" c'è evidenziata un'area relax. Che botta di culo!
Mi appresto a raggiungerla svelta, all'interno della stanza l'ambiente calmo e rilassante mi snerva ancora di più, la piccola libreria al posto che calmarmi mi agita ancora di più, sono sola il che è peggio quindi decido di afferrare il primo libro che mi capita per mano e sedermi sulla poltrona più vicina posta in un angolo appartato di spalle all'entrata. Fingo di leggere mentre aspetto che le voci si allontanino.
Che fortuna sfacciata! A tal proposito cosa stiamo leggendo?

Chiudo il libro leggendone la copertina, "Cent'anni di solitudine"
Ah bè , una cosa leggera! Sicuramente non è all'altezza del tuo libro "colora gli animali che fanno la cacca!"

Ritrovo la concentrazione perduta, mi alzo e controllando il corridoio ormai sgombero, proseguo per le indicazioni di Dong, dopo qualche passo inveisco nuovamente contro di lui:
«Che cazzo stai facendo Dong-me, L'uncinetto?» comunico stizzita.
«Uff, giuro che è la prima ed ultima volta che ti aiuto, sei fastidiosa e impertinente come un dito nel culo!» rumori di tasti... E poi finalmente una risposta «Suite 1603 attico!»
quante ca... di stanze ha sto posto, mi sento così povera!
«Alleluia!» questa è la mia strana forma di ringraziamento nei confronti del povero Dong-me
Non ha tutti i torti, sei un po' cagacazzo!
«ehm grazie!?»... Chiede Dong-me
Prego il cazzo, mo' dove dobbiamo andare?

Mi dirigo verso le scale interne. Gli ascensori qui. Sono intelligenti e funzionano solo con la chiave della stanza, che malfidenti!

Facciamo andare le gambe va, che il cervello è quel che è!
Arrivata al piano predestinato recupero il respiro in affanno.
Per favore ridatemi indietro il polmone che ho sputato 2 rampe più in la.

Mi guardo intorno, cerco di orientarmi tra i numeri delle stanze che mi circondano e mi incammino.
Il germano mosconi che è in me esce si impossessa del mio corpo e sottovoce impreco, "ma chi è quel mona che ha progettato questo albergo? Perché quel numero assomiglia solo al 1500?
Questo significa che dopo mille mila gradini!
Dobbiamo spararci altre cento stanze? 
Va che mi viene un enfisema!
Sconsolata proseguo per questo labirinto di corridoi tutti uguali e nauseanti.
Un bicchiere d'acqua?
Un'area di ristoro, non ce la potevano mettere a metà corridoio?

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