REVISIONE un passo a due

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pov shot

Il risveglio peggiore di tutta la mia vita.
Flash dell'umiliazione della sera precedente, accompagnati da un contorno di sensazioni di merda- Nausea, vertigini mal di esta e...e per favore qualcuno spegni il sole!
cerco di mettermi seduta sul letto in preda alla vergogna tenendomi la testa fra le mani, che cazzo ho fatto! Mi rimprovero di aver bevuto troppo, ma soprattutto di essermi ufficialmente umiliata, sputtanata a vita, davanti ad un sacco di persone.
In vino in Veritas!
Ma soprattutto davanti a lui.
La sera leoni e il mattino coglioni.

Prendo quel briciolo di coraggio che mi è rimasto. L'ho sprecato tutto ieri sera mi alzo, con la testa colpita da mille scosse, sento un forte dolore alle tempie.

Te lo sei meritato.
Considerarmi pentita è un eufemismo! Vorrei proprio sprofondare nelle viscere dell'entroterra e scomparire per sempre.
Mi vergogno così tanto che mi si stringe il petto.
Non si meritava quel mio atteggiamento, infantile. Non ci sono giustificazioni, mi sento sconfitta da me stessa.
Il mio solitario delirio viene interrotto dalla splendida voce si Agust-d una bella ma fastidiosa, melodia riecheggia per la stanza, Daechwita, la mia suoneria del mio telefono.
Lo cerco con lo sguardo e lo trovo appoggiato a schermo in giù sul comodino vicino al letto, lo afferro con timore, leggo il nome sul display:

Joon Woo ♡

Un colpo sordo al cuore, mi fa mancare la terra da sotto i piedi.
mmm ci ha sbloccato il merd..aspetta calma!
"Che faccio rispondo?" Parlo da sola in preda alla confusione, "Non so che fare!"
Mi porto una mano alla fronte e inizio a camminare per la stanza, mentre mi stropiccio la faccia in preda ai sudori freddi.
Accetto la chiamata con le mani che tremano e la prima cosa che sento:
E' il suo respiro familiare, taglia il silenzio, mi investe più forte delle vertigini dell'hangover.
Parla lui per primo, la sua voce riscalda il mio cuore trepidante e placido, coccola il mio animo in tormento:

G:-Hei... Sono io- La sua voce è cauta
S:"Mhm" Che cazzo di inizio è questo?
G:-Come stai?- (...)
S:"Mhn sai...l'Hangover" Come una alla quale è passato sopra un Tir!
G:-Dove sei?- Ohi! ma ce la fate?
S: "A casa" ; parlo piano, piena delle paure che se mi esponessi troppo chiuderebbe la chiamata.
G:-Vengo da te! - Una punta di panico mi attraversa la schiena di brividi e mi assale.
Perché? Perché ora? non puoi aspettare ancora?... Io non ho il coraggio.
S:"Sono a casa di mio padre, Mike mi ha portata qui, credo..."

... Nessuno parla...

Il silenzio crudele è sintomo del mio fallimento, sto per allontanare la cornetta quando la sua voce precipita me lo impedisce.
G: Ahm, vediamoci lo stesso, davanti a casa tua più tardi.- Parla roco e in modo pacato, così non riesco a decifrare le sue reali intenzioni.
Non capisco se vuole chiudere o ... Non posso permettermi altre illusioni ora.
Di una cosa sono sicura però, credo che vorrà rimproverare la mia scenata di ieri.
Voglio, ho bisogno di vederlo, un ultima volta, ma ho paura.
S: "Va bene..."
Affermo il contrario di quello penso, la mia lingua più veloce delle mie paure, non esita nemmeno un secondo.
La troppa paura di perderlo lotta, con la paura delle conferme che gli ho dettato la sera prima.
Troppo egoista e offuscata dalle emozioni amplificate dall'alcool per ragionare cauta; troppo stanca e ubriaca per dare il giusto peso alle parole.

Recupero qualche medicinale, una doccia veloce.
Voglio togliermi di dosso questa terribile sensazione, poi indosso le prime cose comode che trovo;

Coda alta cappellino e una doccia con l'acqua santa!
Una volta pronta esco furtiva da casa.

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