La clessidra della vita

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Pov Shot

Come le star su un palcoscenico fra poco andranno in scena, le emozioni in bilico della mia vita.

In questa immensa sala dai muri dal tono freddo di un verde boscaglia, spiccano in contrasto le fioche luci gialle che illuminano la stanza rendendola accogliente e calorosa, mi riscaldano l'animo nonostante il passato che vive in me tremi al solo pensiero di ciò che lo attende.

Non c'è niente da sfoggiare, niente della quale vantarsi; è solo la storia di una ragazza bullizzata, una storia come tante.
Una storia per niente a lieto fine, anche se loro hanno avuto il coraggio di interpretare il mio gesto in modo del tutto sbagliato, ingigantendo un gesto di puro istinto.
Abbellendolo di frottole e fantasie, reso eroico dai media, sostenuti dai medici, incoraggiati da tutti!
Ma che a mio malgrado io trovo tuttora folle e stupido, si! Lo trovo stupido!
Perché l'istinto di sopravvivenza non dovrebbe renderci egoisti?
Ed io invece nemmeno in quell'occasione ho mostrato affetto verso me stessa.

Per ricevere in cambio che cosa?!

Solo strazio, solitudine e sofferenze.
Devastata dai sensi in colpa, annullata, fino ad arrivare ad odiare me stessa.
Rinnegando l'eroicità di questo gesto alla quale tutt'ora, non so dare una motivazione.
Oggi come ieri, non voglio elogi e ringraziamenti, rivoglio indietro la mia vita! Ormai rovinata.
Ho distrutto il mio futuro anteponendo il futuro di altri al mio, spezzando la mia felicità e i miei obbiettivi di carriera bruciando tutto.

Ed è proprio per paura di questi miei pensieri, che non ho mai sostenuto nessuna intervista, non vorrei esser mal giudicata.
Vorrei che le persone pensassero da esseri umani e non da avvoltoi alla ricerca della notizia.
Finti perbenisti ipocriti,  consci che non sarebbero mai stati capaci di compiere lo stesso atto, ma comunque pronti a mettermi alla gogna.
Alettati da un mio minimo accenno di pentimento, pronti con le loro spade d'inchiostro a rovinare questa buona azione con conclusioni affrettate e ipotesi azzardate.
Pronti a rovesciare il valore della medaglia e a farmi apparire come una folle irrazionale pentita dal proprio gesto.
Forse anche una malata di mente, traumatizzata e incapace di agire, o pensare al meglio per se stessa.

Sono tante le cose che mi spaventano nel riportare tutto galla; ma sono altrettanto conscia che oggi sono qui per difendere la mia verità, non per proteggere lui.

Per salvaguardare me stessa!

Oggi non anteporrò nessun altro futuro al mio. Mai più, ho imparato la lezione.
Incise sulla mia pelle tante piccole cicatrici bianche brillano come squame della coda di una sirena, adornano il mio corpo, sono il promemoria ben visibile delle scelte che ho intrapreso nella mia vita; ricordano il dolore indelebile e la felicità ritrovata dopo il loro passaggio.

Entro a testa alta, ma prima di muovere un passo, sento una grande mano scivolare nella mia.
Le sue dita sfiorano le mie intrecciandosi, stringono appena la loro morsa incitano un mio primo passo.
Come ossigeno mi infondono coraggio mentre vengo sepolta da un mare di flash insistenti.
Avvoltoi filmano e fotografano ogni mio movimento. Io... completamente cieca, rimango rapita dalla dolce e delicata stretta della sua mano, avvolta da una sensazione calda che si espande nel corpo cancellando i brividi lasciando spazio ad un'incredibile sensazione di onnipotenza.

Con te al mio fianco mi sento quasi invincibile.

Sul palcoscenico erge un lungo tavolo completamente coperto da una tovaglia bianca lunga fino ai piedi, ci sono 5 sedute e in corrispondenza su di esso 5 microfoni.
Vengo superata da altre persone, che entrate con noi in sala, mi ero persa sopraffatta dalla tua presenza; della quale non avevo neanche fatto caso il loro esser presenti.
Li osservo prendere posto prima di me, lasciando libera la sedia centrale, dove mi appresto ad accomodarmi come meglio posso, non tanto per la comodità di una semplice sedia pieghevole, ma per la schiera di facce affamate che ritrovo davanti ai miei occhi.

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