"Yerin sei pronta? Ci stanno aspettando al ristorante, sai che non gli piacciono i ritardatari!" mi urlò mio fratello mentre si sistemava la cravatta.
Vedere mio fratello così elegante era strano anche per me, ma in questi casi era necessario.
Indossai di fretta i miei tacchi neri, per poi sistemare la gonna lunga fino al polpaccio e indossare il più costoso dei profumi che avevo.
Sembravano un albero di Natale per quanto fossi addobbata!"Ci sono!" esclamai correndo verso l'uscita, non badando al potermi fare male a causa dei tacchi.
"Come sto?" mi chiese mentre prendeva le chiavi della macchina.
"Bene bene, io?"
"Benissimo, andiamo?"
"Andiamo"Di fretta salimmo nell'automobile, dirigendoci subito verso il ristorante in cui ci aveva dato appuntamento la nostra famiglia.
Il fatidico giorno era arrivato, fortunatamente Jeongin mi aveva aiutato a smorzare un po' d'ansia il giorno prima...non aiutandomi sicuramente a fare i compiti...
Però non dovevo pensare a queste cose. Non dovevo pensare a lui.
Una cosa era sicura a tavola con i miei: vietato parlare d'amore.Il livello d'istruzione in Corea è decisamente più alto di quello della Malesia, è questo il motivo del trasferimento di me e Jisung a Seoul fin dal primo anno di scuole superiori.
All'inizio il sentire la differenza di due paesi distanti tra loro ci pesò molto, oltre all'essere così lontani da casa...ma poi comprendemmo di non dover assecondare più le soffocanti regole che vigevano in famiglia Han, quindi fu una sorta di liberazione.
Purtroppo però ogni tanto i nostri genitori venivano a trovarci, visita che non faceva piacere né a noi né a loro. Ogni anno la stessa storia. La stessa assillante e insopportabile storia.Arrivati al ristorante, rigorosamente il più elegante e costoso di tutta Seoul, entrambi compiemmo un grande respiro e ci prendemmo di coraggio, per poi scendere dalla macchina e dirigerci all'entrata, dove tutti e tre ci attendevano impazienti.
"Era ora! Chi vi ha insegnato ad arrivare tre minuti in ritardo, eh? Con questa mentalità non farete mai carriera!" subito partì all'attacco nostra madre, senza lasciarci neppure il tempo di salutare.
"Perdonaci madre...c'era traffico..."
"Mmh...fatevi abbracciare un po'! Come siete cresciuti!" esclamò lei fingendo un sorriso e un po' di compassione non appena scorse lo sguardo sgraziato del portinaio e dandomi dei bacetti sulle guance come se le fossi mancata davvero.
"Buonasera madre...padre...Yunseo" disse mio fratello stringendo la mano di mio padre e abbassando la testa per salutare le due donne."Entriamo? È già tardi. Il lavoro non accetta quiete" espresse mia sorella sistemandosi la giacca del completo elegante che indossava.
"Entriamo entriamo!"Appena varcammo la porta un cameriere si inchinò, invitandoci ad entrare.
"Prego signori Han, il vostro tavolo è pronto"Accomodandoci a tavola, io rigorosamente affianco a mio fratello, la guerra aveva ufficialmente inizio. E purtroppo non era piacevole come quella combattuta per il cuore di Jeongin...
"È da tanto che non ci sentiamo...Vostra sorella è diventata rappresentante ufficiale dell'agenzia Han"
"Congratulazioni Yunseo!" le augurai sforzando un sorriso mentre innalzavo il bicchiere che precedentemente mi era stato riempito di vino da un cameriere."A proposito Yerin...Tu in che ala vorresti lavorare? preferiresti concentrarti sugli hotel o nelle compagnie aeree?" mi propose mio padre.
"Yerin è troppo brava per fare questi lavori, proponili a Jisung"
"Grazie madre...ma la mia opinione non è cambiata" espresse mio fratello."Jisung, ne abbiamo parlato troppe volte. Non sei più un bambino. Presto ti diplomerai, dovrai occupare il tuo posto nell'agenzia"
"Non è quello che voglio fare"
"Non mi importa. È quello che devi fare."
![](https://img.wattpad.com/cover/338849837-288-k843100.jpg)
STAI LEGGENDO
-Sweet as honey- {I.Nxreader}
FanfictionVi è mai capitato di innamorarvi di qualcuno che sapete sarebbe meglio non avere nella vostra vita? Eppure non potete farci niente...È più forte di voi. Yerin sapeva che quel ragazzo non portava a niente di buono, o almeno...era ciò che le avevano d...