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Tornati a casa Chris andò in camera da letto,sospirando amareggiata mi misi sul divano,mentre Rex andò da lui.

Stress post traumatico.

Lasciai cadere la testa sul cuscino.
Chissà cos'era successo...

Scrissi a Michael,uno dei ragazzi che si occupava del centro per i veterinari,a me era servito,magari anche a Chris poteva essere d'aiuto.

Salendo le scale sentii dei singhiozzi,avvicinandomi alla porta della camera,lo vidi chiuso a riccio che piangeva,Rex disteso a terra mi fissava.

Il mio corpo si spostò subito verso di lui,ma dovevo muovermi piano per non spaventarlo,
"Chi-Chris,posso?".
Fu lui a prendermi la mano,"Ti va se domani andiamo da uno psicologo militare?
Magari stare in un ambiente a te familiare è la cosa migliore".
Si alzò e si sedette sul bordo del letto,"Lo sai che sarà una seccatura,vero Kelly?".
Mi alzai sui gomiti,"Si lo so. Ma quando avevo bisogno di aiuto io,tu c'eri,noi due siamo una coppia",oh cazzo,che avevo detto?!?
Chris mi guardò e io guardai lui.
Sorrise e mi lasciò un bacio sulla fronte,"Ti va di fare una passeggiata?".
CHRIS.
Il giorno dopo andammo in una clinica per veterinari.
Ero nervoso.
Kelly lo notò e mi prese la mano,stringendola dolcemente,"Va tutto bene",le sorrisi,
"Buongiorno signori Peck",lo psicologo entrò in sala d'attesa e ci accolse;
durante il colloquio parlammo molto,ci disse di intraprendere due terapie,una singola per me e una di coppia,per poter sostenere Kelly e non farla ricadere nella depressione,accettammo,era la cosa migliore da fare.
KELLY.
Ci fermammo a mangiare un gelato,prendemmo dei gusti strambi,una carica di zuccheri,Chris volle parlarmi un po' di come si stava sentendo in questi giorni,almeno lui riusciva ad aprirsi,la cosa era positiva,"Mia madre mi ha chiesto se vogliamo andare da loro nel weekend",lo guardai e nel frattempo contai i giorni,"Fra cinque giorni.
Si va bene...Vuoi chiedere allo psicologo se è il caso?".
Stavamo finendo i gelati,"Si. Non vorrei spaventare i miei",sorrisi e piano piano appoggiai la mano sul suo viso,nessun movimento veloce o improvviso,anche se Chris non era aggressivo come me.

La sera andai ad allenarmi,mi ero avvicinata alla boxe e la cosa mi aiutava,anche se il mio corpo e la mia mente pensavano in automatico al corpo a corpo per uccidere e difendersi;
"Vedo che picchi duro",vidi il sergente Nicholas Brody porgendomi un asciugamano,sorrisi e feci il saluto militare,"Mi alzerei per salutarla a dovere signore,ma sono stanca",scoppiò a ridere e si sedette affianco a me,"Ho saputo quello che è successo a Peck".
"Già...".
"Mi dispiace,spero si riprenda in fretta".
Lo guardai,"Perché? Avete bisogno di lui sul campo?".

Quel dannato proiettile.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora