Prologo - Sympetrum

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Le anime, le libellule dell'ombra

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Le anime, le libellule dell'ombra.
- Victor Hugo

 - Victor Hugo

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Due.
La dualità.
Il bianco e il nero.
Il caldo e il freddo.
La tensione polare.
Due direzioni opposte nella rosa dei venti.
La rappresentazione dell'unione che racchiude, insita in sé, la tensione.
Il contrasto di una scacchiera.

Bianco, come il colore dei suoi capelli.
Bianco, come i tasti del pianoforte che ballavano e vibravano sfiorati dalle sue mani; tessitrici di melodie, morte e brividi in egual misura.
Bianco, come il manto di neve che custodiva segreti e timidi germogli nei labirintici giardini della tenuta dei Woods.
Bianco, come il pallore di una luna spettatrice delle nostre ossessioni e delle nostre fobie.
Bianco, come il rumore sordo del mio cuore, quando i suoi occhi lacrimarono per me.

Nero, il significato del suo nome.
Nero, come il colore delle sue innumerevoli camicie e - al tempo ancora non lo sapevo - come le macchie che si portava ricamate nell'anima.
Lo vidi per la prima volta durante un temporale non sapendo, ingenua quale ero, che la pioggia più dolorosa quel giorno sarebbe scesa copiosa dai miei occhi.
Aveva il passo sicuro di chi era perfettamente consapevole di poter reggere il peso del globo senza procurarsi neanche una singola crepa e lo sguardo di chi era completamente conscio dei limiti che non gli appartenevano più.
Nero, come il colore dell'ombra che ancora oggi sento accanto a me.
Nero, come il pozzo in cui precipitai, quando la sua sagoma sparì e la nebbia fu l'ultima cosa che vidi.

***

Un temporale scuoteva il cielo quel giorno, Sonata al Chiaro di luna di Beethoven scivolava tra le pareti di casa, in una giornata cristallizzata come una falena nell'ambra.
Poi qualcuno bussò alla porta.

Tic, tac..
«È giunta l'ora.» Disse l'orologio.

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