"Dicono che bere assenzio col tempo fa brillare la tua ombra. È un problema se devi giocare a nascondino."
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Un vecchio patto.
Una veglia silenziosa, durata anni.
Un sogno ricorrente.
Ombre con un compito preciso.
L'impercettibile battito d'ali d...
Questo capitolo contiene scene di violenza esplicite. Per tanto, si consiglia la lettura ad un pubblico adulto e consapevole.
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"L'uomo nero non è morto, ha gli artigli come un corvo, fa paura la sua voce, prendi subito la croce. Apri gli occhi, resta sveglio, non dormire questa notte"
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Alcuni avrebbero potuto dire che quella melma schifosa e quell'acqua opaca del lago non aveva nulla da invidiare, al mare.
Avevano ragione.
Ma il mare era fastidiosamente brillante, ai miei occhi. Una vista talmente idilliaca da farti sentire, fin dentro le ossa, quanta oscurità e sporcizia risieda invece in te. Ti guardi in quello specchio cristallino e splendente che sembra giudicarti, ribadirti quanto deviato e indegno di quella luce tu sia.
Il lago, invece, nasconde. Cela agli occhi degli altri i cadaveri delle tue malefatte. Non ti riflette e non ti giudica, tra le sue acque torbide puoi confessare i tuoi peccati perché sai che, quella densa melma definita disgustosa, li custodirà per te.
E osservavo, immobile su quel pontile, l'ombra di nuvole temporalesche schermarlo dal sole, incalzando l'alone misterioso che già lo avvolgeva.
Sentii il telefono squillare all'improvviso, rompendo quella calma agognata. Lo recuperai dalla tasca posteriore del jeans e me lo portai all'orecchio, sbuffando una nuvola di fumo che si disperse nell'aria.
«No, Noah, non ho voglia di festeggiare il mio compleanno, e non ti do assolutamente il permesso di comprare un kit di stupidi gadget.» tuonai.
Non lo sentii ridere né ribattere, e un freddo e velenoso presentimento prese a scorrermi denso nel sangue. Corrodendolo.
«B., l'abbiamo trovato.» affermò con voce seria.
Finalmente.
L'immagine di ossa fratturate sotto le mie mani e di sangue che scorre prese piede nella mia mente, calmandomi i sensi.
