32. There's cigar smell, it's everywhere

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❗️Avvertenze ❗️

Questo capitolo contiene scene di violenza e rimandi a tematiche che potrebbero urtare la sensibilità di alcuni lettori.
Per tanto, si consiglia la lettura ad un pubblico adulto e consapevole.

"I fuochi fatui della nostra putredine, sono almeno luci nelle nostre tenebre"

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"I fuochi fatui della nostra putredine,
sono almeno luci
nelle nostre tenebre"

Il suono di vetri in frantumi riecheggiò attraversando le spesse mura, trafiggendo l'intonaco con grida sottili e ansimi angoscianti

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Il suono di vetri in frantumi riecheggiò attraversando le spesse mura, trafiggendo l'intonaco con grida sottili e ansimi angoscianti.
Dovevano provenire dalla sala.

«Sei una cagna ingrata! Una puttana!»

Lo schiocco di carne contro altra carne risuonò tra le pareti.

«Basta.. ti prego.»

Lacrime.
Terrore ghiacciato.
Ansimi taglienti.
Sussurri spezzati.

«Volevi fottermi ancora una volta, non è così? È lui che vedi?! Dillo! È lui?!»

Il rumore di un altro schiaffo prese il posto di quegli echi ormai lontani dei vetri spaccati.

«No! Ma come puoi pensarlo.. per favore, prendi le medic..»

Un urlo dilaniante.
Una preghiera delirante.

«Ti ammazzo! Ammazzerò te e anche quell'ingrato che hai partorito! Hai capito? Io ti ammazzo!»

Uno spiraglio.
Il cigolio di una porta che si apre.
Lo scricchiolio del legno.
L'occhio di un bambino che spia.

La mamma era così bella.
Ma aveva la faccia dipinta di rosso.

Aveva sempre la faccia dipinta, la mamma.
Un acquerello di nero e viola scuro.

E piangeva spesso.

«Papà, no..»

«Blake, no! Amore.. torna in camera.»

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