"Dicono che bere assenzio col tempo fa brillare la tua ombra. È un problema se devi giocare a nascondino."
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Un temporale scuote il cielo, Sonata al chiaro di luna di Bethoveen scivola tra le pareti di casa, in una giornata cristallizzata come una...
🧚🏻 Qui per ricordarvi che questo sarà un doppio aggiornamento! E che, dopo questo capitolo, ne verrà pubblicato un altro.
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"Tu mi volgi le spalle Io non ti chiamo Raccolgo le tue impronte Sul lenzuolo"
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La spensieratezza. La senti perfettamente, quando viene stroncata sul nascere.
Se mi soffermavo a guardarmi indietro, a tre giorni prima, quell'attimo dal retrogusto di eterno che avevamo vissuto io e Blake, su quel tappeto pregno di noi, mi ritornava in mente graffiandomi il cuore.
Il calore della sua pelle, le sue parole che vibravano tra i miei capelli a ritmo dei nostri respiri affannati.
Li riconosci, quegli attimi li. Quelli destinati a divenire eterni. Ricordi impressi a fuoco nell'anima che non se ne andranno mai, che continuerai a sentire per tutta la vita bruciare, attraverso i frammenti che ti ritornano davanti agli occhi e da cui vorresti non separarti più.
E poi il caos, le urla, le sirene. Quegli abbaglianti che coloravano l'acqua dentro cui, inerme e abbandonato a sé, avevamo visto il corpo di Cayden.
Cayden.
Sentivo ancora cucito sotto la pelle il ricordo del panico che avevamo provato, alla vista dei suoi occhi vacui e della sua pelle bianca, e la disperazione con cui ci eravamo ritrovati a gridare al cielo di non spezzarci più, che poteva bastare, che lo eravamo già.
E probabilmente non mi ero resa conto, fino a quel momento, del pilastro che rappresentava per Blake. Avevo intravisto il terrore cieco, nei suoi occhi. Quella paura alienante e stordente, una disperazione capace di smuovere l'intero cielo e anche la terra.
E avevo avuto paura. Per Cayden, in bilico su quel filo sottile che separa la vita dalla morte. E per Blake che, ero sicura, sarebbe morto con lui.
E adesso, ancora una volta, mi ritrovavo a fare i conti con una delusione scottante, la cui origine non derivava tanto da quelle parole velenose come serpenti, impregnate di Assenzio e rabbia mascherata, e neanche dallo sguardo di Keira, quello che urlava di un momento vissuto a contatto con la pelle di Blake.