7. If there is an ancient padlock, is there a key?

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"I tesori che possedevo riposi Prima che i miei occhi imparassero il pianto"

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"I tesori che possedevo riposi
Prima che i miei occhi imparassero il pianto"

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Mi risvegliai il giorno dopo con la gola completamente in fiamme.

Aprii lentamente le palpebre e il soffitto mi sembrava un hula hoop in bianco e nero.
Mi misi seduta sul letto con la testa che mi girava, come una giostra impazzita a cui non riuscivo a stare dietro, e che mi ricordava tanto quella delle principesse con le tazze da tè che giravano su se stesse, in cui una volta scesa avevi voglia di rimettere tutte le caramelle gommose e lo zucchero filato precedentemente mangiati.

Avevo ancora addosso i vestiti della sera prima, i tacchi erano invece abbandonati in un angolo della stanza e uno stordimento generale mi faceva fischiare i timpani.

La luce che entrava dalla finestra e baciava i vetri mi suggeriva che dovevano essere più o meno le dieci di mattina.

Spostai lo sguardo sul comodino, dove una bottiglia d'acqua e un bicchiere - che avevo probabilmente sognato di aver rotto - mi richiamavano con la stessa intensità del canto di una sirena.
Erano anni che le paralisi del sonno non tornavano a disturbarmi l'inconscio, anche se in una versione completamente nuova e alquanto strana.

Diedi la colpa a qualsiasi tipo di sostanza ci fosse all'interno di quel drink.

Mi ricordavo poco e niente della sera precedente, o meglio, avevo solo flash di ricordi frammentati, dopo quel buonissimo quanto velenoso cocktail verde.
Il sonno irrequieto, le mani di Cayden, la dolcezza della mela verde, lo strano incubo, il profumo dei sedili e il modo in cui lo avevo provocato erano tutte instantanee che a poco poco mi tornavano in mente con prepotenza, accompagnate da un bel mal di testa.

Oddio, Cayden.
Avrei voluto sotterrarmi solo al pensiero di doverlo rivedere in giro per casa e pensai seriamente di tentare la clausura momentanea in camera.

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