14. So numb, I can't feel you there

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"Dimmi, conosci l'irremissibile?Conosci il rimorso dai dardi avvelenaticui il nostro cuore serve da bersaglio? Adorabile strega, ami tu i dannati?"

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"Dimmi, conosci l'irremissibile?
Conosci il rimorso dai dardi avvelenati
cui il nostro cuore serve da bersaglio?
Adorabile strega, ami tu i dannati?"

"Dimmi, conosci l'irremissibile?Conosci il rimorso dai dardi avvelenaticui il nostro cuore serve da bersaglio? Adorabile strega, ami tu i dannati?"

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«Ti fanno male? A me puoi dirlo, lo sai.»

«Un pò. Ma domani andrà meglio.»

«Perchè non glielo dici? Non voglio più mantenere questo segreto. Non mi piace!»

«Devi.»

«No! E neanche tu.»

«Per favore.. puoi.. puoi solo suonare?»

«Ogni volta che vuoi.»

Eris.

Il suo fottutissimo nome che, quando pronunciato, portava le labbra e i denti a creare un piccolissimo spiraglio tra loro, il cui sibilo ti si conficcava come una lama nel cervello, per non uscirne più.
Un sussurro serpentino che, bastardo, addolciva la lingua solo a sentirlo, come lo zucchero che sciolto con il fuoco nell'assenzio ti fotte la testa.

Il nome della Dea della discordia, del conflitto, del caos.
Lo stesso che continuava a seminare in me sfidandomi, spezzandomi le costole e il respiro con quegli occhi da medusa e quelle gambe che avrei lambito con la lingua fino a farle crollare, cedere sotto la mia insaziabile e cruda pressione.

La odiavo.
Dio, se la odiavo.

Era a questo che pensavo: a spezzarla.
Ed era questo, che me lo stava facendo venire incredibilmente duro in un momento decisamente inopportuno, in cui avrei dovuto avere tutti i sensi all'erta e non incastrati a confluire diretti al cazzo.

Premetti più forte il piede sull'acceleratore e sentii quel gioiellino ruggire sotto di me, prendendo velocità in tre secondi netti.
Presi il pacchetto di sigarette dalla tasca e me ne portai una alle labbra, l'accesi e inspirai quel fumo come se ne dipendesse la mia stessa vita, o probabilmente la mia già instabile sanità mentale, e forse era proprio così.

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