CAPITOLO 7//HARRY

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Jean Jacques finì il programma annunciando una grossa novità: le ragazze avrebbero dovuto tenere una webcam privata per farsi conoscere dal pubblico, che avrebbe votato chi far uscire fuori a mio pari. Anche i ragazzi avrebbero votato una ragazza a testa. Avrei potuto salvare solo una ragazza tra le sei scelte per l'eliminazione. Cinque ragazze al mese sarebbero uscite, anche più. Contavano di finire questa buffonata entro un anno.
Era una grossa novità, che impediva ancor di più la mia volontà. Il mio unico desiderio era tenermi vicino le mie fan, ma sarebbe stato impossibile tenere così tanto a bada la folla.
"Amico, non ho visto la rossa nel video" disse Louis avvicinandosi.
"Avevo capito che ti piacesse" aggiunse.
"È carina" risposi
"Ma non credo voglia stare con me" aggiunsi per chiarire la situazione.
"Styles...timido?" chiese ironicamente Louis. Sorrisi facendo no con la testa.
"Allora invitala ad uscire!" esclamò lui.
Così feci. Due giorni dopo, bussai alla sua camera.
"Visita di routine" esclamai sorridendo al suo sguardo sorpreso.
"Harry" rispose lei. Si era ripresa, facendosi da parte per farmi passare. Il suo volto era impassabile.
"Ti trovi ancora bene nella casa?" chiesi. Quando mi trovavo davanti a lei non riuscivo più a parlare, non mi venivano argomenti. Mi metteva in soggezione ed allo stesso tempo mi rendeva sicuro.
"Si" rispose. Ottenere una risposta diversa da un monosillabo era un miracolo.
"Perché sei venuto?" chiese dopo qualche momento di totale silenzio. Mi stupii: credevo non mi avrebbe mai parlato.
"Volevo stare con te, magari conoscerti meglio" risposi. Ero maledettamente insicuro.
"Dopo un mese?" chiese lei. Era scettica ma capivo che c'era anche dell'altro. Era offesa? Non credetti fosse possibile.
"Credevo non gradissi la mia presenza" risposi onestamente.
"In effetti è così" ammise lei. Per un attimo sembrò farsi piccola piccola, poi tornò la solita spavalda.
"Potresti anche andartene" consigliò. Era così acida, perfida. Mi fece male sentire quelle parole. Non sarebbe stato carino in nessun caso dirlo.
"Mi spieghi il tuo problema?" chiesi. Speravo che fosse qualcosa del tutto indifferente al programma. Magari qualche problema a casa.
"Tu" rispose schietta lei. Ogni mio sogno si frantumó davanti ai miei occhi. Mi odiava proprio. Superata la fitta al cuore, sentii solo rabbia. Come osava presentarsi al mio concorso se non aveva nessuna intenzione di starmi vicino?
"Cosa diavolo sei venuta a fare allora qui?" chiesi. Ero arrabbiato, ma anche frustato perché continuavo a non capirla. Il suo sguardo di sfida si trasformò in uno implorante.
"Non lo so" ammise, con gli occhi da cucciolo. Ormai sapevo che dietro quel cucciolo si nascondeva una tigre.
"Si che lo sai" ribattei.
"Lo so" ammise. Avevo colpito il suo punto debole.
"Vuoi dirmelo?" chiesi.
"Mi ha implorato mia sorella" rispose lei. Suonava così innocente mentre diceva queste parole. Non sembrava la stessa persona che mi aveva cacciato dal suo appartamento pochi momenti prima.
"Capisco" dissi. Ero ancora un pò pensieroso ma mi stavo davvero sforzando di capire.
"No che non capisci!" ribatté lei. Rimasi zitto aspettando che aggiungesse qualcosa. Lei non parlò.
"Aiutami allora!" le dissi. Volevo sembrare il pù calmo possibile, anche se non lo ero.
"No, tu non hai niente a che fare con questo" fu questa la sua spiegazione e non volle aggiungere altro.
"Sono solo io che..." ma non finì la frase.
"Cosa?" chiesi. La curiosità mi stava divorando, dovevo sapere.
"Ecco, credo che questa sia una cretinata!" esclamò, alzando la voce. Mi accorsi subito che non era quello che voleva dire, che non voleva offendermi. Non l'aveva fatto, ovviamente. Non avrei mai voluto fare neanche io il concorso.
Risi perchè non riuscii a fare nient'altro. Lei mi fissava ancora arrabbiata, poi inclinò la testa. Non riusciva a capire il mio divertimento. Non sarebbe riuscita a capire comunque, neanche se glielo avessi spiegato. Credeva fossi un egocentrico pervertito, che poi era quello che avevo letto nei commenti di tutte le persone contro il programma.
Lei non sapeva che stavamo combattendo la stessa battaglia.
La guardai. Era ancora arrabbiata, adesso ancora di più perchè non riusciva a capire perchè ridessi. Non avrebbe neanche capito la mia situazione, tanto era arrabbiata.
Continuai a ridere, sotto il suo sguardo arrabbiato. Fu ridendo che uscii dall'appartamento, lasciandola lì a guardarmi.
Continuai a ridere anche nel corridoio e fui sicuro che mi sentì ancora.
Quando smisi, mi sentii molto meglio.
Finalmente avevo tolto la spavalderia da quel volto.
Tataaaaaaaaa!!
Tipo dai che è figo questo capitolo!!
È ultra super bello!
Okay, ho tutti i dolori per lo sport di ieri ma oggi sono contenta perché stasera vado al concerto di Mikaaaa!! Mica male eh? ;)
Anyway, se siete delle nuotatrici come me, pubblicate una foto su istangram mentre vi allenate con l'ashtag #swimforVanessa , sosteniamo insieme questa bellissima sincronette austriaca che è rimasta paralizzata da un incidente con il pullman mentre era ancora a Baku2015!
Io nuoteró per lei!
Baci Baci
werenotcool

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