CAPITOLO 18//HARRY

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Ero seduto sul tavolino della piscina con il sole alle mie spalle che diventava arancione. Lo sapevo anche senza vederlo, perché era quella l'ora dell'incontro scritta sul biglietto.
Avevo trovato quel pezzettino di carta stracciato nella posta quella mattina, una pura fortuna visto che in genere tendevo a non aprire la posta.
Comunque nonostante il caso, il biglietto mi aveva sorpreso. Era di Mia, che mi invitava a vederci in piscina a quell'ora. Non era il suo metodo, anche se non potevo dirlo con certezza perché non aveva mai provato a cercarmi. Ogni volta che dovevamo parlare ero venuto io di mia spontanea volontà.
Questo era un enorme cambiamento che mi fece sperare più del dovuto. Già la sognavo, mentre camminava verso di me, il sole rosso ad illuminare i suoi capelli, un vestito scintillante addosso. Era blu elettrico, proprio come quello che aveva indossato al primo episodio del programma, solo che questa volta lungo da sera, con uno spacco che non lasciava spazio all'immaginazione sulla gamba. Ma erano solo sogni, perché lei arrivò in jeans, per giunta struccata. Certo, non si poteva dire che non era ugualmente bella, ma non c'era più atmosfera così.
Mia si sedette al mio stesso tavolino e mi sorrise, guardandosi intorno. C'eravamo solo noi due.
"Ti faccio un drink" dissi per cercare di sciogliere l'atmosfera.
"Grazie" rispose lei, arrossendo. Sorrisi senza farmi vedere mentre preparavo una semplice limonata, alla faccia dei drink che non sapevo proprio preparare. Mia rise quando tornai così miseramente ma accettò ben volentieri il bicchiere che le porgevo.
"Volevi parlarmi?" chiesi appena mi fui riseduto davanti a lei, allungando la mano fino a sfiorare la sua con le dita.
"Si" rispose lei, allontanadosi meccanicamente da me.
"È vero che vuoi cacciare Jessie?" chiese, andando dritta al punto come solo lei sapeva fare.
Rimasi interdetto. Era vero che ci avevo pensato, anche molto, ma alla fine avevo deciso di non tormentare ancora quella povera ragazza di cui l'unico problema era assomigliare troppo alla ragazza sbagliata. Non riuscii a dirle niente di tutto questo.
"Si" risposi, scuotendo la testa seppur troppo tardi per contraddirmi.
"Non siamo fatti per stare insieme" aggiunsi a mo di spiegazione, cercando di convincere più me che lei.
"Qualcuno qui dentro lo è?" chiese Mia sarcastica, non credendomi. Non potevo dirle se ci fosse una persona del genere, perciò mi limitai a rimanere zitto. Lei interpretò la mia taciuta risposta come un punto a suo favore.
"Ti prego ripensaci" mi supplicó.
"Come l'hai saputo?" chiesi io invece per cambiare discorso. Mia rimase un attimo interdetta, indecisa se continuare a mettermi pressione o meno, per poi decidere che era meglio assecondarmi.
"Amelia ha una teoria sulla tua tattica dell'eliminazione" spiegò.
"Quale?" chiesi ridendo. C'erano addirittura congetture in giro su come scegliessi le ragazze da eliminare!
"Beh, esci sempre di più con quelle che vuoi eliminare" rispose Mia alzando le spalle.
"Od almeno è questo quello che ho capito da tutta la spiegazione di Amelia" aggiunse. Sorrisi annuendo e confermando così le sue tesi, più o meno giuste. Era proprio così che mi assicuravo di non star sbagliando su una ragazza.
"Ed è vero che ti metti d'accordo con Liam, Niall e Louis su chi devono eliminare?" mi chiese ancora.
"Un'altra delle teorie di Amelia?" chiesi e lei mi rispose annuendo, invitandomi a risponderle.
"Beh, si" dissi.
"Non so davvero come Amelia l'abbia capito, quella ragazza è un genio! Significa che dovrò stare più attento alle persone con cui esco da ora in poi. Non avevo mai pensato di essere così studiato" risi della mi ingenuità e Mia si unì a me, anche se capii perfettamente che la sua era solamente una risata di circostanza che una vera. Evidentemente disperava fin troppo ardentemente che la sua amica rimanesse nel programma.
"Tornando a noi" disse infatti appena fui ritornato serio.
"Ci hai ripensato con Jessie?" chiese, quasi come se avessi avuto davvero molto tempo per farlo e non solo qualche minuto. Alzai le spalle e non risposi, lasciandole intendere che non ci avevo ancora pensato.
"Non la eliminerai, vero?" chiese speranzosa, nonché titubante. Mi stava quasi pregando, dalla prima volta che la conoscevo mi stava pregando. Si alzò, come se guardarmi dall'alto l'aiutasse a convincermi.
"Non ti do la mia parola" risposi atono. Lei rimase interdetta, la rabbia negli occhi e la voglia di ribattere, invece si afflosció su sé stessa, d'un triste che mi fece male e si allontanò, via da me.
SOGNA HARRY SOGNA!
Pfff filosofia è noiosa, nonostante stiamo parlando dell'importanza dello slogan...preferirei continuare a scrivere pff
Ho pure fameeee
Baci Baci
werenotcool

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