Bussai alla porta della stanza di Mae. Non le avevo detto che sarei venuto a prenderla, perciò sperai che la mia sorpresa riuscisse bene.
Fortunatamente, mi aprì. Indossava una vestaglia e notai un pezzo del pigiama che le fuoriusciva.
"Dormivi?" chesi. Lei scosse la testa sorridendo.
"Non ha importanza" rispose imbarazzata, facendomi entrare.
"Posso passare in un altro momento, se preferisci" proposi. Non volevo di certo disturbarla o rubarle ore di sonno.
"No!" la sua risposta fu troppo veloce. Sorrisi e la scrutai bene, cercando di non farmi beccare. Dai suoi movimenti veloci, mentre cercava i vestiti nella camera e riordinava un poco, sembrava avesse paura che me ne andassi. Mi lanciava frecciatine ad ogni suo spostamento. Io le sorridevo ogni volta, ma lei si rivoltava, rossa in viso.
"Vado a cambiarmi, torno subito" mi disse.
Fece davvero in un attimo, non me ne resi nemmeno conto.
"Wow, veloce" commentai. Non sapevo che dire, era l'unica cosa che mi venne in mente.
Lei arrossì ma non disse nulla. Mi sembrava di star conversando con me stesso invece che insieme a lei.
"Usciamo, dai" le dissi.
Annuì e mi seguì fuori.
"Allora, dove vuoi andare?" le chiesi.
"Decidi tu" rispose lei. La guardai ancora più frustato. Perché dovevano essere tutte così restie nei miei confronti? Non potevano semplicemente dire quello che pensavano?
"Non ti viene in mente nessun posto?" chiesi.
"Potremmo andare a fare una passeggiata al parco..." proposi.
"Si, va bene!" lo disse in fretta, come se non volesse dare tempo di farmi proporre altro.
Non capivo perché non volesse prendere decisioni.
"Se vuoi andare da un'altra parte..." ma lei mi interruppe
"Il parco è perfetto" esclamò.
Annuii, poco convinto che stesse parlando sul serio.
Prendemmo la metro in silenzio. Ormai avevo capito che non era di molte parole.
"Come ti trovi?" chiesi. Era la mia domanda di riserva quando la conversazione diventava ripetitiva. Inoltre così riuscivo ad informarmi su come stavano le ragazze. Erano troppe per riuscire a capirlo solamente osservandole da lontano.
"Mi trovo benissimo" rispose. Non aggiunse altro.
"Le altre come sono?" chiesi. Lo avevo già chiesto a qualcun'altra ma le risposte non mi erano piaciute.
"Di sicuro sono meno carine di come sono con te" mi rispose
"Ma non sta a me giudicare" aggiunse subito, preoccupata che potessi prendermene a male.
Purtroppo, la cosa non mi stupiva. Anche le altre ragazze a cui avevo chiesto avevano risposto più o meno la stessa cosa. C'erano state le ragazze più esplicite e quelle meno esplicite, ma alla fine il succo del discorso era quello. Non potetti più ignorare la cosa.
"Vi trattate male tra di voi?" chiesi.
"Non proprio" rispose. Abbassò la voce e si guardò intorno preoccupata. Aveva una paura tremenda di fare la spia.
"Più che altro ci siamo divise in gruppetti, non più di cinque persone credo" sospirò.
"Uno in particolare è stato fatto solo per criticare questo concorso. Gli altri invece sono innocui, ma ti guardano male se gli passi vicino. È difficile fare amicizie se ognuno va per se" sorrise tristemente.
"Siamo tante e non possiamo conoscerci tutte, ma già ci odiamo" completó.
Una descrizione migliore non avrebbe potuto farmela nessuna meglio di così.
"È terribile!" esclamai. Lei mi sorrise per cercare di recuperare l'atmosfera gioiosa ma i suoi occhi erano lucidi, come velati da lacrime.
L'abbracciai e la strinsi sempre più forte a me. Sapevo che ci stavano fotografando e che avrebbero parlato, ma non mi importava. In quel momento volevo solo farla smettere di piangere, farla sentire al sicuro, felice.
"Tranquilla" le sussurrai
"Va tutto bene, andrà meglio col tempo, vedrai" le diedi un bacio sulla testa.
"Non possono davvero odiare una persona carina come te" aggiunsi.
Lei tirò su col naso e si staccò.
"Scusa" disse subito, asciugandosi le lacrime e cercando di non farsi vedere da me. Inutile, le avevo già notate da tempo.
Nonostante tutto, finsi di niente. Mi sarebbe dispiaciuto rovinare un pomeriggio solo per continuare a fare domande. Così rimasi in silenzio finché non si fu calmata, poi le porsi galantemente il mio braccio. Lei ci si mise a braccetto, legando il mio con il suo e sorrise. Avrei potuto innamorarmi di un sorriso come quello che mi fece.
"Continuiamo il giro?" chiesi.
Lei annuì, ma non mi diede più fastidio. Sorrisi contento, guardandola ammaliato.MAE MAE MAE
En beh, non giudicatrla! Faremmo tutte la stessa cosa se Harry Styles ci chiedesse di uscire!
E poi boh, dovevo far vederr come si stava impegnando Harry, perciò oggi niente Mia...
Buona scuola
Baci Baci
werenotcool

STAI LEGGENDO
THE SELECTION PROGRAM
FanficAmelia De Francis ed Harry Styles odiano quei programmi stupidi in cui una massa di oche cerca di conquistare una celebrità. Mia però fa parte di quella massa di oche. Harry è la celebrità da conquistare. Costretti a giocare ad un gioco che non gli...