CAPITOLO 17//HARRY

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Bussai alla porta della camera di Jessie. L'avevo salvata, perciò volevo come minimo parlarle e vedere se era rimasta scossa dalla sera prima. Avevo scoperto solo recentemente che la maggior parte delle volte era proprio così.
Perciò bussai alla porta con l'aria compiaciuta di chi stava facendo una buona azione.
Jessie mi aprì dopo un paio di minuti, nei quali la sentii chiaramente sbattere contro svariati mobili ed imprecare fra sé.
"Eccomi" esclamò quando aprì la porta ed io le sorrisi affabile.
"Harry!" esclamò sorpresa mentre la mia espressione diventava d'un tratto accondiscendente. Era la reazione che avevano tutte, nonostante fosse passato molto tempo da quando erano arrivate. Alcune, come per esempio Jessie, avevano anche ragione. Non le avevo mai degnate tanto di attenzione, ormai uscivo sempre con le stesse: Amelia, Catherine, Mae, Clara, Ginger, Rosemary e Ashley. Apparte Amelia e Catherine, le altre le avevo scelte per la dolcezza che emanavano soltanto a guardarle. Probabilmente alla fine sarebbero rimaste solo loro in gioco, ma non sarebbe stato giusto non dare altre chance anche alle altre ragazze. Non ero praticamente quasi più uscito con nessuna delle altre più di tre volte, di cui uno di quei appuntamento era quasi sempre stato passato in un piacevole silenzio al cinema.

Jessie comunque si riprese in fretta.

"Non ti consiglio di entrare, dentro c'è troppo casino" esclamò. Risi e mi venne in mente che assomigliava a qualcuno, anche se non capii chi.

"Allora usciamo?" chiesi.

"Certamente!" esclamò lei, prendendo delle chiavi appese vicino alla porta ed uscendo subito dall'appartamento. Mi fermai a guardarla: proprio non ricordavo il motivo per cui l'avevo esclusa così dalla mia cerchia stretta di ragazze. Sarebbe stata una perfetta nuova conquista.

"Dove vuoi andare?" chiesi appena si girò a guardarmi speranzosa.

"In piscina!" esclamò.

"Ho bisogno di fare una nuotata" aggiunse a mo di scusa.

"Perfetto" replicai, sorridendole rassicurante. Non che ce ne fosse bisogno, non era per niente imbarazzata, ma neanche troppo estroversa come certe ragazzacce. Non aveva niente a che fare con persone tipo Graciela, che con i suoi capelli verde acqua ed i numerosi piercing non la smetteva di lamentarsi su quanto tutto dipendesse sempre dai soldi o come Chelsea che esagerava sempre nel darsi delle arie e tentare di svestirsi ogni volta che ne aveva l'occasione. Eppure credevo di aver eliminato tutte quel genere di ragazze alla prima selezione dei video. Invece sembravano riprodursi ovunque costantemente, contaminando anche chi non era così prima del loro passaggio. Peggio di un virus.

Anche Jessie sembrava pensarla così e capire dal mio sguardo cosa stavo pensando, perchè attaccò subito con quel discorso, incriminando i maschi, non senza prima essersi scusata con me che sapeva non ero colpevole, di dare troppo filo a ragazze di questo tipo e quindi direttamente colpevoli dell'aumento di ragazze troppo estroverse, e qui specificò che diceva così solo per non essere troppo volgare, nel mondo.

Raggiungemmo la piscina che ancora ne parlavamo, ma la discussione finì dopo poco, quando Jessie si buttò con un grosso tonfo a bomba nella piscina ed iniziò a nuotare. Si capiva che l'acqua era il suo ambiente: come ne prendeva conoscenza anticipando quasi le mosse delle piccole onde che si formavano mentre nuotava, la respirazione regolare, il suo muoversi ritmico ed in armonia con il corpo e l'acqua, l'andare su e giù alla cieca. Si, l'acqua era decisamente il suo elemento.

Io preferii tuffarmi piano per sondare il calore della piscina, per poi buttarmi in acqua, anche se con più leggiadria. Rimasi fermo appoggiato al bordo a godermi la scena della ragazza che nuotava. Era davvero uno spettacolo entusiasmante vedere così tanta armonia tra una persona ed un elemento, capii che doveva essere proprio come per me quando impugnavo un microfono e mi chiesi se anche quando cantavo si riusciva a percepire la stessa armonia.

"Allora, ti piace l'acqua?" chiesi, un po' ironico un po' no.

"Molto, sto in acqua da quando sono nata" fece una pausa per poi esclamare "Cioè, ovvio, si può dire che tutti sono in acqua da quando sono nati, ma intendevo dire che nuoto fin da quando sono piccola ed è la mia più grande passione" spiegò, anche se avrei capito benissimo anche senza le sue ulteriori parole. Risi per smorzare l'atmosfera, anche se la mia risata si smorzò a mezz'aria nell'istante in cui ricollegai ciò che la mia mente stava cercando di farmi capire da quando l'avevo vista.

Ora ricordavo il motivo per cui lei non era tra le ragazze con cui uscivo, o perchè mi ricordassi tanto di lei quando la nostra ultima uscita risaliva a mesi prima. Jessie mi ricordava Mia, la mia Amelia, in un modo incomparabile.

Avevo fatto male a lasciarla rimanere: non volevo due persone uguali alla mia Amelia vicino. Già bastava lei a ricordarmi della sua esistenza ogni santo momento. Però la guardai e ripensai a quando era ritornata al suo posto dopo essere stata salvata. Era amica di Mia, non potevo eliminarla e lasciarla senza amica.
Awwww
Harry che pensa solo a mia
Povera Jessie
Capitolo molto poraccio, un pó come tutti, dovete perdornsrmi se non sempre accade qualcosa!
Baci Baci
werenotcool

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