CAPITOLO 22//MIA

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Sentii bussare alla porta proprio nel momento in cui finii di prepararmi. Avevo indossato una gonna rosa shocking ed una canottiera rosa chiaro, più tendente al pesca. Non era proprio il mio look preferito, tutto troppo rosa per i miei gusti, ma era l'unico outfit che mi aveva fatto sentire veramente femminile per quel giorno. Avevo occupato più tempo di quanto ci mettessi di solito, ma ne era valsa la pena perché adesso mi sentivo pienamente soddisfatta di me stessa. Pronta ad affrontare Harry Styles, insomma.
A rimarcare questo fatto, bussarono alla porta. Mi presi del tempo per andare ad aprire, più per cercare di riorganizzarmi un attimo che piuttosto per cattiveria. Certo non guastava l'aggiunta che lo facessi aspettare un pochettino, ma non era il mio vero fine.
Aprii finalmente la porta che lui provava di nuovo a bussare ed un cipiglio mi si dipinse sul volto alla vista del suo abbigliamento: camicia e jeans neri attillati, con una rosa a completare il look fin troppo elegante.
"Aspetta, almeno ascoltami" mi interruppe prima che potessi fare qualsiasi altra battuta. Rimasi in silenzio, pronta ad ascoltarlo qualsiasi cosa volesse dire, accigliandomi solamente di più.
"Se non vorrai uscire più con me lo capirei, davvero, devi solo dirmelo" lo guardai interrogativa, non era il tipo di spiegazione che mi sarei aspettata. Lo lasciai comunque continuare a parlare per vedere dove voleva andare a parare.
"Mi dispiace, non avrei dovuto, lo so, non avrei dovuto farti questo torto, sapevo che tu eri molto amica di Jessie ed io l'ho cacciata. Probabilmente sono imperdonabile e, come ho già detto, capirei se non volessi più uscire con me" assunse un aria da cane bastonato ed abbassò lo sguardo, rigirandosi vergognosamente tra le mani la rosa che mi aveva portato.

"Hai franteso" risposi, avvicinandomi a lui per posare delicatamente la mia mano sulla sua. Alzò lo sguardò per un momento ed i suoi occhi verdi incontrarono i miei. Rabbrividii per la profondità di quello sguardo.

"Credimi, non è come pensi. Non sono arrabbiata. Ho risposto in ritardo, è vero, ma è stato solo perchè ero un po' distratta. Non sono davvero arrabbiata per Jessie. Eravamo molto amiche, certo, ma ci sentiremo ancora e non è un problema. Certo, era arrabbiata, parecchio, ma sa che era una competizione e che ha perso. Adesso lasceremo passare qualche mese, la faremo sbollire, poi andremo a trovarla e sarà tutto come prima, un gruppo di perdenti appena uscite dal programma che ricordano i vecchi tempi. Easy" risposi. Era vero, sarebbe stato difficile riagganciare i rapporti con Jessie dopo che era stata la prima ad andarsene, ma non sarebbe stato impossibile. Inoltre era Harry a dover eliminare qualcuna e sarebbe stato ovvio che prima o poi qualcuna del nostro gruppo se ne sarebbe andata.

"Quindi non sei arrabbiata?" mi chiese, alzando definitivamente lo sguardo su di me, solo che questa volta fermandosi su ogni punto del mio corpo, scoperto o coperto che fosse. Scossi la testa, troppo elettrizzata per poter dire di no. Harry iniziava a farmi uno strano effetto. Ci fu uno strano secondo di silenzio in cui continuammo a studiarci imbarazzati.

"Questo è per te" aggiunse Harry, porgendomi il fiore. Sorrisi, per quel gesto ed arrossii. Io non arrossivo mai.

"Andiamo?" chiese poi.

"Si" risposi senza sapere dove andare. Lui non si sforzò nemmeno di chiedermi se avessi qualche idea in mente, iniziò solo a camminare, girovagando per il palazzo. Mi limitai a seguirlo, disinteressata sulla nostra destinazione.

"Pensavo non saresti uscita con me" disse ad un certo punto Harry, mettendosi le mani in tasca.

"Ti ho già detto che Jessie non è un problema" risposi seccata. Stava cominciando a diventare monotono.

"No, intendo prima...proprio quando te l'ho detto, intendo, quando ti ho chiesto di uscire" riabbassò la testa, questa volta portando la mano a scompigliarsi i suoi indomabili capelli. Era imbarazzato, nonostante tutto sorrideva e non potei che non meravigliarmi di quelle incredibili fossette. Rimasi incantata, scordandomi per un momento che stesse ancora aspettando una mia risposta.

"Perchè non avrei dovuto accettare?" chiesi con una certa nochalance che nascondeva il mio vero nervosismo. In quel momento però lo pensavano davvero: come avrei potuto mai dire di no all'incantevole Harry Styles? Ma come potevo anche scordarmi di tutti i pregiudizi che avevo su di lui solo per un incredibile sorriso? Ero confusa di ciò che il mio corpo mostrava, di ciò che iniziavo a sentire. Impossibile.

Harry alzò il sopracciglio: non ci credeva neanche lui. Ovvio, non mi ero mai mostrata una sua fan. Ero uscita con lui, mi ero anche divertita ed avevo scoperto che era simpatico, ma nulla di più. Nulla per cui valesse la pena uscire. Era ovvio che lo sapeva anche lui.

"Allora perchè me lo hai chiesto?" chiesi. Harry rispose con un alzata di spalle.

"Perchè sei venuta?" chiese ancora. Non si arrendeva proprio.

"C'è proprio bisogno di chiederlo? Vuoi proprio sputtanarmi così? Te l'avevo detto, Harry, che avevamo una teoria! Proprio non ci arrivi?" esclamai, alzando forse di un pochino più del necessario la voce.

"Credevi che volessi farti fuori alla prossima puntata?" chiese Harry, spalacando gli occhi. Il suo sguardo rideva, cosa che mi fece sentire in colpa di aver parlato. Io non mi sentivo mai in colpa. Non risposi per non dargliela vinta.

"Volevo uscire con te. Fine della discussione."

Lo guardai di sbieco, mentre lui voltava la faccia da un'altra parte. Mamma come era bello.

Scusate se aggiorno in ritardo, ho finito adesso. Però è lungo dai ed anche dolce.

Ve lo meritavate dopo il capitolo precedente!

Baci Baci

werenotcool

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