Dopo averle mandato il mio numero di cellulare non mi ha più risposto, l'avrò spaventata? Spero di no, l'idea era di lasciarle spazio per decidere senza troppa pressione, forse ho fatto una cazzata.
Vedremo.
Tanto ormai gliel'ho mandato.
Guardo l'ora, è quasi l'una e mezza, schiaccio l'interfono e chiedo a Emily a che ora è l'appuntamento con i fratelli Forsythe.
- Avete il tavolo riservato al PerSe per le due, dovrebbe uscire di qui tra un quarto d'ora per arrivare in tempo, vuole che le prenoti un taxi? -
- No grazie Emily, provvedo io. -
Arrivo davanti al ristorante e vedo arrivare contemporaneamente i miei clienti, scendo dal taxi e mi avvio verso di loro, ci scambiamo i soliti convenevoli di rito, ed entriamo.
Non appena dentro do uno sguardo in giro e resto folgorato! E' proprio lei, anche se sono passati tanti anni, la riconoscerei tra mille.
E' diventata una donna bellissima, quegli occhi verdi non potrei dimenticarli, nemmeno se vivessi duecento anni, adesso i suoi capelli ramati sono lunghi a metà schiena, lisci e con la frangia, allora li aveva ricci naturali,e li portava sempre appena sopra le spalle e con la riga da una parte, come erano di moda, e le stavano benissimo anche così, ma adesso, bè... adesso è tutta un'altra storia, ora è una donna di classe, sofisticata, sono certo che ovunque vada, faccia girare tutti. Sta sorseggiando un vino, e appena mi vede inizia a tossire, mi ha riconosciuto e non se lo aspettava, le sorrido, sono quasi tentato di avvicinarmi, ma poi guardo con chi è seduta al tavolo, e il sorriso mi sparisce, è con un uomo, dev'essere il marito, Benedetta mi ha detto che l'anno scorso si è sposata con un pezzo grosso delle costruzioni, non è il suo tipo.
Proprio per niente.
Ha la faccia da stronzo arrogante, e non lo penso solo perché mi si è risvegliata una certa vena di gelosia, il mio istinto non mi tradisce mai.
Il cameriere ci fa strada fino al nostro tavolo, bene penso, proprio in una posizione ideale, rimane giusto nel mio campo visivo e il suo accompagnatore mi da le spalle, così io posso guardarla come mi pare senza dare nell'occhio.
E' una bella distrazione per un incontro di lavoro, dovrò sforzarmi, ma ne vale la pena, non credevo di avere tanta fortuna.
Certo che avrebbe potuto aspettare ancora un po' a sposarsi, cosa le costava?
Beba però mi ha detto che non è felice, lo credo, ma lo ha guardato bene? E' palese che non sia il suo tipo.
Si capisce che è alto anche da seduto, è magro, ma si nota che non fa sport, non ne ha l'aria, e poi è bianco come una mozzarella, non deve stare molto all'aria aperta, occhi scuri e capelli scuri, naso leggermente aquilino,ma a parte l'aspetto fisico,quello che meno mi piace di quell'uomo, è il suo sguardo, è uno sguardo sprezzante, come se considerasse tutti quelli che lo circondano degli esseri inferiori. Cosa cavolo ci ha visto in quel tipo lì?
Ma che cazzo di pensieri sto facendo? Con che diritto poi. Sto andando fuori di testa.
Che mi prende?
Siamo ormai giunti al caffè e penso che tra poco dovremo alzarci e chissà quando e se avrò occasione di rivederla, ed ecco che la Dea della fortuna, mi sorride di nuovo.
La signora seduta al suo stesso tavolo si alza e le dice qualcosa, anche lei ora si alza, andranno in bagno, come al solito le donne ci vanno sempre in coppia, non ho mai capito perché.
L'altra fa strada, e sembra che voglia farla passare di qua, anche se non è il percorso diretto per i bagni, non la conosco, ma mi è già simpatica, i miei occhi sono attirati da lei come una farfalla notturna dalla luce di una lampada, non posso non guardarla.
Che voglia di stringerla tra le braccia, passarle le mani tra i capelli e baciarla.
Devo parlare con lei di persona, non per telefono.
Ma di certo non qui e non adesso, così faccio un cenno al cameriere che si avvicina immediatamente e gli chiedo se mi può portare carta e penna, lo ringrazio, chiedo scusa ai miei ospiti e dopo aver scritto sul pezzo di carta che mi ha gentilmente dato Roger, mi alzo per andare in bagno. Proprio mentre imbocco il corridoio che porta alle toilettes, lei appare, Dio quanto è bella!
Il suo sguardo è smarrito appena i nostri occhi si incrociano, ma io le faccio un sorriso tranquillizzante, facendole segno di no con la testa, quando mi passa accanto le metto nella mano il foglietto che ho appena scritto, spero che abbia l'accortezza di non portarlo al tavolo, ma se la conosco ancora, sono sicuro che non lo farà, infatti, lo prende, lo legge e subito dopo lo getta in un cestino della carta, vicino alla cassa, bravissima la mia ragazza. Tutto questo accade sotto lo sguardo attento della donna che è con lei, che mi guarda e mi fa l'occhiolino, confermando la prima impressione che ho avuto di lei, mi è simpatica. Proseguo verso il bagno per non dar adito a eventuali malintesi, e poi torno tranquillamente al mio tavolo, ma dentro ho il fuoco che arde, dopo tanti anni mi fa ancora questo effetto.
E mi ripeto che sono davvero un coglione, se avessi avuto un minimo di maturità in più, adesso probabilmente sarebbe mia moglie, e non la moglie di un altro.
Dopo aver messo a punto gli ultimi dettagli per far redigere il contratto dagli avvocati, saluto i miei ospiti sulla porta del ristorante, sto cercando un taxi per tornare in ufficio, ma ho voglia di camminare, così penso che farò due passi e ne fermerò uno più in là. Laura e le persone al suo tavolo, apparentemente non sembra abbiano intenzione di andarsene in breve, sono ancora fermo sul marciapiede, pensando a lei, ed eccola uscire con la sua accompagnatrice, oggi è davvero la mia giornata fortunata, sono da sole, gli uomini sono rimasti ancora dentro. L'altra le si avvicina, e guardando nella mia direzione, le dice qualcosa, lei scuote la testa, ma poi fa cenno di sì, mi guarda e comincia a camminare verso di me, mentre la sua amica la aspetta e mi fa il segno del ok con la mano, le sorrido.
Si ferma a pochi passi da me, resto senza fiato per quanto è bella - Ciao Marco - mi dice.
- Ciao Laura. - sembro un deficiente, non mi capitava da quando avevo quindici anni e mi piaceva Margherita Basso, una compagna di liceo.
- Harriet - dice indicando la donna con lei - mi ha convinto che dovrei parlare con te, anche se non sono certa che sia una buona idea. -
- Laura, sei ancora più bella di come ti ricordavo. - dico. Ma che cazzo di risposta è questa? Sembro davvero un idiota, mi sento un idiota.
Lei piega la testa di lato, un gesto che faceva sempre quando le dicevo qualcosa che la faceva ridere, e scoppia in un risata cristallina, mi rilasso, ma non troppo, sono comunque teso per tutta la situazione, non ultimo, per gli uomini che non sono ancora usciti dal ristorante, che potrebbero farlo in qualunque momento, e non vorrei metterla a disago o anche peggio con il marito.
- Tieni - mi porge un biglietto da visita, c'è il suo indirizzo e il suo numero di telefono.
- Chiamami domani mattina verso le dieci. - poi si gira e se ne va, ed io resto lì impalato a guardarla mentre si allontana da me.
<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<
Salve a tutti carissimi !
so che sono solo pochi capitoli quelli che ho pubblicato, sono nuova in questo mondo digitale, spero vi piacciano i miei protagonisti tanto quanto piacciono a me, se avrete voglia e pazienza ogni settimana cercherò di pubblicare tre capitoli, e se vi piacciono, votatemi e commentate pure, mi farà super piacere.
A presto biscottini !!!!
STAI LEGGENDO
ANOTHER CHANCE FOR LOVE
Literatura KobiecaLaura e Marco si conobbero quando lei aveva appena quindici anni e lui venti, il loro fu amore a prima vista, ma erano troppo giovani e immaturi per portare avanti quel loro amore ancora acerbo. Dopo la morte prematura del padre di Laura le cose and...