Parte 18 MARCO Sapore di casa

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Il mio cuore perde un battito ogni volta che la vedo, non riesco a farci niente, credo di essere perso ormai, ed è un casino.

Se non tengo la mente fredda, non riuscirò a gestire tutta questa cosa, dobbiamo affrontare una marea di ostacoli. Primo fra tutti suo marito, poi il mio divorzio e per ultimo ma non meno importante mia figlia Micol.

Eppure adesso che lei è qui tra le mie braccia, sembra che il resto del mondo non esista.

Lei mi sorride con quelle labbra dolci e carnose che chiedono solo di essere assaporate come un frutto maturo, ed io non desidero altro che cedere a quella tentazione.

- Sai, appena mi sono svegliata non ho fatto che immaginare questo momento. - mi dice lei

- Dai entra, non voglio dividerti con nessuno, nemmeno con i miei vicini di casa. - le rispondo con la bocca appoggiata alle sue labbra, e tenendola stretta tra le braccia.

Senza lasciarla la faccio ruotare su se stessa e chiudo la porta alle mie spalle appoggiandomici sopra.

La sua bocca sa di fragole e panna, e non posso fare altro che continuare in quella danza delle nostre labbra e lingue che si rincorrono prendendosi e lasciandosi in un gioco infinito, le mie parti basse sono già pronte ma per il momento non ho intenzione di dare retta al mio uccello, non ho quindici anni e posso usare benissimo il mio autocontrollo, anche se con difficoltà.

- Direi che sei contento di vedermi . - dice maliziosamente.

- Certo che lo sono, devo controllare se anche tu lo sei? - le dico in risposta, allungando la mia mano sulla sua coscia per sollevarle il vestito e arrivare alle sue mutandine.

- Vuoi sentire quanto sono contenta? - risponde con una risata mandando indietro la testa sino ad esporre la sua gola alle mie labbra affamate, e per tutto l'autocontrollo che ho, a questo non posso resistere, mi avvicino alla sua gola, prima comincio con baci che la sfiorano appena, poi le passo la lingua a piccoli tocchi e la sento rabbrividire tra le mie braccia.

- Non puoi resistermi. - le sussurro mordendole un lobo dell'orecchio per farla rabbrividire ulteriormente.

- Hai ragione, e nemmeno lo voglio. - mi risponde sfacciata.

Addio autocontrollo.

La prendo in braccio, facendole avvolgere le gambe intorno ai miei fianchi e la conduco direttamente nella camera da letto, dove passiamo le tre ore successive a fare sesso in modo quasi ossessivo, come se non ci fosse un domani, o come se volessimo recuperare tutti gli anni che siamo stati lontani.

Godere insieme a lei, sentirmi dentro di lei, mi fa quasi provare una esperienza mistica, è strano, non avevo provato questa sensazione mai, nemmeno una volta, con nessuno. La sento mia, provo questa sensazione di possesso nei suoi confronti, come se l'avessi marchiata a fuoco con il mio membro, e mi piace un casino perché io mi sento suo già da molto tempo anche se non lo avevo compreso totalmente fino a quando non ci siamo rivisti pochi giorni fa. Non voglio perderla di nuovo, e anche se ci saranno dei problemi da risolvere farò di tutto perché resti con me.

Siamo sfiniti e rilassati, lei appoggia la sua testa sul mio petto, e con un dito sfiora il mio torace, facendo dei piccoli cerchi concentrici, poi la sua mano scende verso il basso, e si ferma sul tatuaggio che ho sull'avanbraccio, lo accarezza dolcemente, e lo avvicina alle sue labbra per dargli un bacio.

- Avevo intravisto questo tatuaggio al PerSe, ma solo la prima parte perché avevi la camicia arrotolata e non si vedeva tutto, perché ti sei tatuato la tua data di nascita? - mi chiede incuriosita.

ANOTHER CHANCE FOR LOVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora