Parte 33 MARCO Chiacchierata con Micol

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- Allora siete pronte per uscire o no? Sono quasi le nove. - dico rivolto alle ragazze.

- Io lo sono già da un pezzo, lo dica a Micol, che è in bagno da un'ora a prepararsi. - mi risponde Stefi dal divano in soggiorno.

- Micol! Datti una mossa oppure ce ne andiamo senza di te. - Le grido dall'ingresso.

- Arrivo! E cosa sarà mai un minuto più o uno meno. - risponde con tutta tranquillità, io e Stefi ci guardiamo esterrefatti.

- Un minuto? Cucciola, è più di mezz'ora che ti stiamo aspettando. -

- Bene, ora sono pronta. Cosa state aspettando voi, andiamo o no? Si sta facendo tardi. - dice con una mano già sulla maniglia della porta.

- Andiamo Stefi, prima che decida di strangolare mia figlia. -

Mentre scendiamo in ascensore, ho la disgrazia di incontrare di nuovo Allison, la vicina stalker. Come si aprono le porte dell'ascensore, automaticamente metto le braccia sulle spalle delle ragazze e le attiro a me, come se fossero uno scudo .

- Ciao Marco. - cinguetta Allison guardandomi come se volesse spogliarmi, e passandosi la lingua sulle labbra gonfie per tutti i trattamenti estetici a cui si sottopone.

- Ciao Allison- rispondo asciutto

- E chi sono queste due belle ragazze?- chiede l'impicciona rivolta a Mik e Stefi.

- Ciao io sono Micol, sua figlia, e lei è Stefi una mia amica. - risponde mia figlia prima che io abbia modo di articolare una sola parola.

- Non sapevo che avessi una figlia, che bella ragazza, ti assomiglia proprio. - mi guarda sbattendo le ciglia finte.

Per fortuna siamo giunti al piano terra e lei è arrivata, noi proseguiamo per il garage, e le dico – Ciao Allison, credo che tu scenda qui. -

- Ah...già, sono arrivata. Ciao Marco, ci vediamo. - e mi manda un bacio da lontano.

Quando le porte si richiudono sia Micol che Stefi scoppiano a ridere e Micol tra una risata e l'altra riesce a dire – Ma chi è quella? Volevo darle un fazzoletto per asciugarsi la bava che aveva alla bocca. -

- Mik per favore! E' una vicina che ho la disgrazia di incontrare più spesso di quello che vorrei, si è messa in testa che tra noi potrebbe esserci qualcosa, e ogni volta che la vedo vorrei farla precipitare dentro il vano dell'ascensore. -

- E dai papi... è carina. Potresti invitarla a bere qualcosa. - mi prende in giro .

- Sì, ridete pure voi due! State tranquille che questa ve la faccio pagare, la mia sarà una vendetta consumata fredda. - rispondo sghignazzando mentre loro sono improvvisamente diventate serie.

- Paura? - chiedo.

Micol mi sfida con lo sguardo – Io non ho mai paura, soprattutto di te . - e mi fa la linguaccia mentre si aprono le porte dell'ascensore e lei esce di corsa verso la macchina.

- Corri, corri. Tanto la mia vendetta arriverà quando meno te lo aspetti. - le dico ridendo.

Arriviamo davanti al MoMa e ci diamo appuntamento per le dodici e mezza nello stesso punto, ho promesso che dopo le avrei portate a fare un giro in barca. Prima di scendere dall'auto le allungo una guida alle opere del Museo, dato che è enorme non riusciranno a vederlo tutto, ma almeno sapranno muoversi per vedere le opere più interessanti.

- Grazie papino, sei il migliore. A più tardi . - dice schioccandomi un bacio.

- Fate le brave ragazze, Stefi conto su di te. -

ANOTHER CHANCE FOR LOVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora