Sono le nove e quarantacinque, ancora un quarto d'ora e poi la chiamo, mi dico, sono sveglio dalle sei e da allora avrò guardato il mio sub mariner un milione di volte, alle nove e cinquantacinque non resisto più e la chiamo, risponde al secondo squillo
- Sei in anticipo. - dice
- Si , lo so, ma non riuscivo più ad aspettare. - confesso.
Da quando l'ho rivista ieri non ho fatto che immaginare questo istante, e cosa le avrei detto perché accettasse di incontrarmi.
- Verso mezzogiorno sei impegnato?- mi chiede a bruciapelo, e tutte le paranoie che mi ero fatto fino a quel momento mi fanno ridere di me stesso.
- Dipende, ho un appuntamento in ufficio alle undici, e penso che per mezzogiorno potrei liberarmi, perché cos' hai in mente? - chiedo
- Sono andata in ufficio per sbrigare alcune cose, ora vado a Soho e pensavo che se sei libero potremmo vederci per un brunch a quell'ora, ma se non puoi... -
- No, va bene, solo dammi il tempo di arrivare, io l'ufficio ce l'ho a Manhattan, per cui dammi almeno una mezz'ora in più, tra chiudere l'incontro e arrivare a Soho, con il traffico di New York, e magari dimmi anche dove ci vediamo esattamente, altrimenti sarà davvero difficile essere puntuale. - le dico ridendo
- Certo, che scema, hai ragione. - dice ridendo - ci vediamo da Felix che si trova nella 340 West Broadway, è un locale carino e alla mano, ci vado spesso, si sta bene e il cibo è ottimo. -
- Guarda che non mi devi convincere, ci verrei anche se fosse bettola più brutta e malfamata del mondo, pur di vederti. - le dico onestamente
- Grazie, è solo che... mah... non lo so nemmeno io, scusa. Va bene, ci vediamo più tardi. - conclude in modo sbrigativo.
- A dopo . - le rispondo.
Sono in ufficio dalle otto di questa mattina, sono arrivato ben prima della mia assistente, che quando è arrivata è rimasta piacevolmente sorpresa nel trovare il suo caffè lungo già pronto nella caffettiera, roba che solo loro americani possono bere.
Ho già sbrigato gran parte delle cose che mi ero prefissato, adesso devo solo attendere le undici per la riunione con Mr Johnson, e volare al nostro appuntamento. Mi sento come un adolescente al primo appuntamento con la ragazza più bella della scuola.
Sono quasi arrivato a destinazione, mi sembra che ci voglia un secolo, ma finalmente ecco che il taxi si ferma davanti al Felix, e lei è lì, ed è splendida nel suo cappotto Burberry , i lunghi capelli che le coprono metà schiena , è girata di spalle, ma so che è lei.
Scendo dall'auto, e mentre mi avvicino, si volta e mi vede, le sorrido camminando con passo sicuro, anche lei mi sorride, noto un velo di indecisione nei suoi occhi, è solo un attimo, poi svanisce, e quando sono a pochi passi, lei si fa avanti e mi abbraccia, sento il suo profumo con il naso sprofondato nei suoi capelli, e le mie braccia la cingono per la vita e la sollevo appena da terra facendola girare, mentre lei ride come una ragazzina, come quella ragazza che un tempo conoscevo e amavo.
- Dai entriamo, che fa un freddo cane qui. - mi dice prendendomi per mano.
Ci sediamo in un tavolino in fondo alla sala che si trova vicino ad una finestra ad angolo da dove si vede uno scorcio della via piena di gente che passa frettolosamente.
Dopo aver ordinato le dico - Non fraintendermi, ma cosa ti ha fatto cambiare idea così repentinamente? Credevo che avrei dovuto strisciare per convincerti anche solo per parlarti al telefono. Stamattina mi hai preso in contropiede, e ne sono più che felice, sono solo curioso. -
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ANOTHER CHANCE FOR LOVE
ChickLitLaura e Marco si conobbero quando lei aveva appena quindici anni e lui venti, il loro fu amore a prima vista, ma erano troppo giovani e immaturi per portare avanti quel loro amore ancora acerbo. Dopo la morte prematura del padre di Laura le cose and...