1~ Il quarto anno

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~We are glowing in the dark~

La sveglia segna le tre di notte ma i miei occhi non sentono il peso della stanchezza.

Sono agitata, domani inizia il quarto anno di liceo e io sono ancora sveglia, alle tre del mattino. Dovrei riposarmi, così che mi possa svegliare con calma e agire di conseguenza, ma non riesco proprio a prendere sonno.

Ripenso a ciò che mi sono ripromessa alla fine di quest'estate: quest'anno sarà diverso. Ho fatto una promessa a me stessa, dopo un episodio spiacevole e divertente con le mie due migliori amiche. Ma non voglio ripensare al fatto tanto quanto invece vorrei tanto capire come fare di me la me che voglio. Sono ancora molto giovane, un'adolescente, ho appena diciassette anni. Eppure tutto intorno a me sembra andare più veloce di quanto dovrebbe, e io rimango indietro, avvolta in una nube di confusione portata da me stessa. Quando parlo di cambiamento, non intendo cambiare me stessa né nell'aspetto fisico né in quello interiore. Intendo piuttosto cambiare modo in cui vedo la vita che mi si sta ponendo davanti.

Ho passato tutta la mia vita in disparte, nell'ombra degli altri. Passando per strada, nessuno si ricorda del mio volto, sono una delle tante, una qualsiasi, una come tutte.

Non ho mai fatto per dissociarmi dagli altri, eppure, per natura, sono solitaria. Non sono un completo disastro, quello no, posso sempre contare sulle mie migliore amiche.

Eppure qualcosa mi spinge a non voler fraternizzare con il resto del mondo. È un'indole, un carattere che mi spinge ad allontanarmi, a non fidarmi.

Mia madre dice che non socializzo perché sto bene da sola, ed è vero. Amo stare sola. Potrà sembrare noioso, sciocco e magari anche pietoso, ma il silenzio che a volte mi circonda mi da modo di pensare. Amo ancora di più pensare. Perdermi in quell'abisso di domande, cercare di conseguenza delle risposte.

Mi interrogo su tutto, da sempre: da quando avevo cinque anni e chiedevo ai miei genitori l'origine dell'universo o la nascita dei bambini, ad adesso, a diciassette anni, con domande del tipo "Come uscire dal labirinto?"

Potrà sembrare una domanda stupida, una domanda che molti non capiranno. Nemmeno io la capisco, in fondo. Sto ancora cercando le mie risposte.

Fatto sta che nessuno conosce me, non sono poi così tanto notata. E questo non mi crea nessun tipo di disturbo, perché odio dover essere al centro dell'attenzione altrui. Ma parliamoci chiaro, chi non vorrebbe lasciare anche una sua piccola impronta all'interno di questo mondo?

E io vorrei tanto poter fare la differenza, il problema sta nel mio essere nessuno, nel mio non apparire. Come fa una persona a lasciare un'impronta se non esiste? E io mi sento inesistente. Ma non prendo questo come uno sconforto, non mi rifugio nel meandri della mia mente a interrogarmi su chi sono o cosa dovrei essere. No. Ho reagito facendomi una promessa, alla fine di quest'estate: lasciare un'impronta. Non so ancora come questo comporti, né in cosa mi cimenterò. Suppongo il destino mi aiuterà, o almeno lo spero.

Non mi sono buttata giù di morale perché non sono una ragazza che lo fa per natura. Non vedo perché dovrei, ho una bella famiglia, delle amiche, vado bene a scuola, sono soddisfatta di me stessa per la maggior parte del tempo.

Lavinia ed Elena, ad esempio, sono le uniche vere amiche sulle quali posso contare sempre, e sono due dei pilastri fondamentali della mia vita.

Le ho conosciuto con l'inizio delle superiori, da quel giorno niente ci ha più separate.

Con i suoi capelli biondi e la sua aria piperita, Elena eguaglia l'iniziativa che manca nella mia vita.

Mentre Lavinia, minuta, con dei graziosi e originali capelli rossicci e le lentiggini sotto gli occhi, incarna la tranquillità, anch'essa mancante nella mia vita.

Prima di te nessuno mai || 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora