Chris ha insistito, ha detto di volermi accompagnare fino a casa, aspettare sotto l'albero in giardino con me che il sole fosse in alto in cielo e poi andare via. Siamo seduti qui sotto da un paio d'ore, da quando è spuntata l'alba.
Siamo seduti spalla contro spalla, l'ombra dell'alto albero ci copre dal sole che ormai splende nel cielo azzurrino. Non fa freddo ma Chris mi ha dato la sua giacca quando ancora era notte e non me la sono tolta. Siamo rimasti svegli tutta la notte come la sera di Natale e in suo onore abbiamo ricordato qualche aneddoto. Come ad esempio la mia playlist, il poker, i bar in cui ci siamo fermati o la corsa.
Dopo il concerto c'era della stiticità nell'aria che ci ha guidati entrambi verso il suo furgone. Le canzoni, il lento o forse la vicinanza ci hanno fatto un bell'effetto. Chris si è attaccato a me appena siamo entrati nell'ombra dei suoi sedili, aggrappandosi alle mie spalle e io alle sue. Eravamo entrambi accaldati e la serata, da che non era molto movimentata, lo è diventata in pochi minuti.
Mentre lentamente scendeva con la bocca sul mio collo, ho respirato un po' del suo odore e non ho trovato il solito muschio.
<<Hai comprato un nuovo profumo?>> ho chiesto allora.
Chris, senza interrompere il suo adorabile lavoro, mi ha risposto: <<Francesco... se ne stava andando... è suo il profumo.>>
Allora ho aggrottato un po' le sopracciglia, e le ho rilassate quando la sua mano è passata lentamente sul mio ventre. <<Francesco se ne è andato?>>
<<Sì...>> la sua attenzione si è allora spostata sul mio petto, dove lentamente stava togliendo la maglietta. <<È dovuto tornare a casa.>>
Ho abbassato le mani e le ho fatte scorrere lungo la sua cintura scura, togliendola, e con non poca difficoltà. <<Avrei voluto salutarlo.>>
<<Ti ha salutato lui, mi sono dimenticato di dirtelo.>>
Senza fermarmi, ho sbottonato la sua camicia intrappolandogli poi i fianchi con le gambe; assumendo la tipica posizione koalapandosa.
Dal suo respiro corto e la frenesia che metteva in ogni movimento, mi sono divertita tano da ridacchiare un po'. <<Sai.>> ho detto lasciandogli campo libero sull'addome e affondandogli le dita tra i capelli. <<È sempre bello vedere quanta complicità c'è tra di noi. Si vede proprio che ci capiamo senza saltarci addosso, è bello parlare così profondamente con te.>>
Lui ha ignorato il mio sarcasmo ma si è fermato. Ha alzato lo sguardo e da come erano mossi i suoi capelli sembrava un pazzo; oppure uno che si era appena svegliato la mattina. <<Maggie... tra di noi c'è attrazione mentale, non fisica. Beh, c'è anche quella, ovvio. Ma basta parlare.>>
E allora abbiamo smesso di parlar completamente, dedicandoci ancora a noi per una volta.
È stato strano provare a stare con Chris nel suo furgoncino perché era scomodo, e stretto, e non lasciava molto spazio ai movimenti o all'immaginazione.
Ma è stato divertente lo stesso perché con Chris tutto è divertente. Le ore successive le abbiamo passate rievocando quella stessa esperienza e parlandone subito come fosse una delle barzellette più divertenti della storia.
<<Non è tanto grande, si vede a mala pena.>> dice adesso, mentre inclina la testa per osservarmi la base del collo.
Giacché nel suo furgoncino abbiamo assunto una delle posizioni più semplici e comuni -nonché la mia preferita- Chris aveva deciso di doversi divertire comunque e così è tornato a marchiarmi il collo. Adesso ho un piccolo livido viola proprio tra la clavicola e l'angolo di pelle. Con la sua giacca non si vede ma indossando io solo una canottiera è più che visibile. Così mi sono sciolta i capelli e ho provato a nasconderlo con un po' di successo.
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Prima di te nessuno mai || 1
RomanceC'è un istante, nella propria vita, in cui ci si domanda cosa dobbiamo fare di noi stessi e come possiamo fare a definirci. È quello che accade a Margherita, o Maggie per gli amici, una diciassettenne che vive all'insegna dell'ordinarietà. Ama i lib...