La mamma mi ha dato subito il consenso e mi ha avvertita che avrebbe convinto lei papà. Non le ho dato un orario di ritorno ma il massimo che posso fare è mezzanotte. Mi sono cambiata in fretta, ho messo su un paio di jeans chiari e una maglietta meno da "tutti i giorni" e più da... "niente, il tuo stile è sempre lo stesso".
Con un sospiro sono scesa, ho preso qualche soldo e sono tornata da Chris, al furgoncino parcheggiato al parco. Quando sono rientrata mi sono stupita che non fosse scappato abbandonandomi, data la sua tensione.
Prima che mette in moto lo fermo per un braccio.
<<Chris, ascoltami bene.>> Questo lo fa girare verso di me con aria circospetta. <<Posso sentirmi male, essere una figlia in clausura, rompermi un braccio, finire in ospedale, andare sulla luna... possiamo usare qualsiasi scusa per giustificare la mia assenza. Tua madre potrebbe offendersi, a detta di Francesco, ma so che con la presenza dei figli si dimenticherà presto di me. Dimmi solo una parola e io scendo, augurandoti la buonanotte.>>
Non sono stupida, ho capito che è davvero troppo agitato. Se la mia presenza lo mette in tensione per tutta la serata allora sarà meglio che trovi un altro modo per entrare a far parte completamente della sua vita.
Non voglio vederlo star così male per qualcosa di così stupido. Me ne farò una ragione, purché torni tranquillo.
Ascolta le mie parole, le pondera e alla fine lascia la presa dal volante posando pesantemente le mani sulle cosce fasciate da jeans scuri. Fa un grande sospiro e per un attimo chiude gli occhi. Quando li riapre, li punta nei miei e poi mi fa segno di avvicinarmi. Eseguo titubante.
<<Più vicino.>> mormora un po' scocciato. Mi avvicino ancora di più, facendo quasi toccare i nostri nasi.
Con una mano mi sfiora una guancia e ne delinea il contorno, piano, con molta clama. Non sposto l'attenzione dei miei occhi dai suoi, perdendomi nell'abisso oscuro che si cela dietro gli smeraldi. Tutti i tesori hanno una storia tragica alle spalle e io sento il peso di quella di Chris, storia che ha voluto condividere solo con me. Con l'altra mano mi accarezza il collo, spostando i capelli e posandoli delicatamente sulla schiena.
Poi mi sorride.
<<Ora va meglio.>> Si stacca quel tanto per accendere la macchina e partire e io rilascio tutta l'aria che avevo trattenuto stando così vicina a lui.
<<Sei sicuro?>> Domando per essere certa.
<<No, ma andrà meglio.>>
Vorrei chiedergli di cosa ha tanto paura, perché è così restio a questa cena, ma non voglio rovinare il clima.
Per tutto il viaggio si sente la tensione ma la musica e qualche chiacchiera di convenienza la offuscano momentaneamente.
Vorrei potergli prendere la mano, confrontarlo in qualche modo, ma non so se cerca il mio conforto o semplicemente un conforto generale. Una cosa la so, però: vorrei essere io il suo conforto, sempre. Vorrei poter dare a lui lo stesso sentimento di tranquillità che ho io standogli vicino, in qualsiasi momento, qualsiasi cosa stiamo facendo o dicendo, o essendo.
Quando faccio per mettere il cd di musica country, così da cercare di allentare la paura con un po' di risate, scopro che non c'è. Chris nota il mio gesto. <<Francesco se l'è ripreso, così lo ha messo nel suo stereo.>>
<<Non è giusto, ormai mi ci ero affezionata.>>
<<Troveremo qualcos'altro con cui intrattenerci.>>
Questo suo tono mi fa sperare che l'agitazione stia leggermente scemando. Alla fine metto semplice musica e mi rilasso sul finestrino. Sono agitata anch'io, mortalmente agitata. Non so perché la madre vuole anche me a cena, infondo anche se ha capito che sta succedendo qualcosa tra me e il figlio, non può aver trovato conferma in Chris perché so che lui non lo ammetterebbe mai.
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Prima di te nessuno mai || 1
Roman d'amourC'è un istante, nella propria vita, in cui ci si domanda cosa dobbiamo fare di noi stessi e come possiamo fare a definirci. È quello che accade a Margherita, o Maggie per gli amici, una diciassettenne che vive all'insegna dell'ordinarietà. Ama i lib...