<<Sono a casa!>>
La porta sbatte e io corro fuori dalla mia camera. Davanti alla porta d'ingresso trovo mio fratello che poggia un borsone a terra e dietro di lui c'è la valigia. Porta una felpa rossa e il cappuccio alzato e appena mi vede allarga le braccia.
Lo abbraccio e lo porto in cucina dove lo informo che non c'è nessuno.
<<Sono a lavoro?>> chiede un po' deluso.
<<In realtà sono fuori per cena, solo loro due.>>
Step mi guarda un po' accigliato. <<E da quand'è che vanno a cena solo loro due? Non lo fanno da anni. Proprio la sera in cui ritorno da un viaggio da Amsterdam.>>
<<Presto dovranno occuparsi di un'altra bestiolina e avranno ancora meno tempo di quello che già che non avevano. Tu, piuttosto, raccontami tutto.>>
Mentre comincio a cucinar la cena, Step, seduto al tavolo, mi racconta del suo viaggio.
Inizia dall'arrivo in aeroporto, del viaggio e poi dell'arrivo nella città e della loro pria visita già in mattinata.
<<Queste sono tutte le parti noiose.>> lo ammonisco con un sorriso mentre gli porgo un piatto di pasta davanti al naso. <<Raccontami qualcosa di interessante.>>
Alzo ritmicamente le sopracciglia cercando di fargli capire a cosa mi riferisco. Una sua breve risata è l'inizio del racconto.
La sera avevano il permesso di uscire, così mi racconta di qualche pub, qualche festa, qualche ragazza. Per fortuna Step non si fa problemi con me riguardo a questi racconti, ma se c'erano i miei genitori avrebbe calcato quanto fosse stato bravo e diligente mentre io so che si è divertito come pochi.
<<È una città davvero interessante.>> è il suo ultimo commento e alla fine mangiamo la nostra cena.
<<Tu, piuttosto, cosa hai fatto tutta sola senza il tuo fratellone preferito?>> domanda dopo un po'.
Cosa ho fatto io in questa settimana? Facilissimo, niente. Assolutamente niente.
Ho fatto le solite cose che si fanno sempre: svegliarsi, vestirsi, andare a scuola, studiare, tornare a casa, studiare, leggere, sentire le amiche, cena e letto. Tutto così per sette giorni.
Solo una costante è stata presente in questa settimana: l'assenza di Chris. So che potrei sembrare ridicola e magari assuefatta a quel ragazzo ma la realtà è che in questi giorni lui non si è fatto sentire nemmeno quando mi aveva detto che l'avrebbe fatto.
Io, dal conto mio, non gli ho mandato nemmeno un messaggio. Non sono triste né arrabbiata, capisco che si stava divertendo e scrivere a una ragazza che non è nemmeno la tua ragazza è un impegno troppo grande per i ragazzi della sua età. Eppure c'è qualcosa, all'altezza del mio sterno, che mi da fastidio da una settimana.
Non sono in ansia perché ho paura che abbia perso o mi abbia preso in giro spassandosela con altre ragazze. No, è qualcos'altro. Volevo sentirlo per sapere se stava bene, se si stava divertendo, cosa stava facendo e cosa pensava mentre camminava per quelle strade straniere. Tutto alquanto ridicolo, penserebbe chiunque, ma sono stata tormentata da questi pensieri per tutto il tempo in cui non si è fatto sentire. Stava bene? 'E perché non dovrebbe stare bene?' mi rispondevo. Si stava divertendo? Certo che sì, se adesso Step mi ha raccontato tutte le loro bravate si è divertito parecchio. Cosa stava facendo non posso saperlo ma posso immaginarlo. Cosa pensava mentre camminava per quelle strade? Forse non pensava tanto all'architettura.
<<Io? Niente di che.>>
Il giorno dopo mio fratello non viene a scuola per recuperare le forze del viaggio, suppongo sia così anche per tutti gli altri e di conseguenza anche per Chris. Mi rassegno a non vederlo oggi, lo vedrò domani, o magari fra un'altra settimana.
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Prima di te nessuno mai || 1
Storie d'amoreC'è un istante, nella propria vita, in cui ci si domanda cosa dobbiamo fare di noi stessi e come possiamo fare a definirci. È quello che accade a Margherita, o Maggie per gli amici, una diciassettenne che vive all'insegna dell'ordinarietà. Ama i lib...