Passato - Jenny

1.6K 65 2
                                    

Disclaimer: questo capitolo è ambientato nel passato

Seduta sulla panchina del parchetto dove ci riuniamo sempre dopo la scuola ho gli occhi puntati sui ragazzi che si tirano un pallone da football.

Uno in particolare attrae il mio sguardo, ha i capelli scuri spettinati, la fronte gronda sudore e le sue labbra sono dischiuse per prendere fiato. Afferra la palla e la lancia a un altro dei suoi amici ridendo. In quell'istante volta lo sguardo verso il mio e i suoi occhi verde smeraldo fanno svolazzare le farfalle nel mio stomaco. «Una bella cottarella estiva, eh?»

Quella voce mi fa sobbalzare, ero così concentrata su di lui che non mi ero resa conto che Elena si era seduta vicino a me per terra. Mi passo le mani sul volto distogliendo in fretta lo sguardo per puntarlo sulla mia amica. Elena è molto più spigliata rispetto a me, non che sia una persona tranquilla, ma non arrivo al suo livello. I ragazzi la venerano, d'altronde è bellissima. Ha i capelli biondi e lunghi, al momento legati in una treccia, gli occhi cerulei, al momento azzurri sotto il sole estivo.

«Non direi una cottarella, ammiravo soltanto il paesaggio» rispondo mordicchiandomi l'interno della guancia. A quindici anni di cotte ne capitano parecchie, per i cantanti, per gli attori, a volte anche per le persone in carne e ossa come lui.

«Bisogna dire che Kegan è proprio un bel paesaggio, ma non solo lui, anche i suoi amici» dice la mia amica ridendo. Le do uno schiaffetto sulla coscia scoperta. Anche se ha ragione. Entrambe riportiamo lo sguardo su di loro, hanno braccia possenti, muscoli definiti e... «Kegan si è appena tolto la maglietta?» domanda basita la mia amica, anche io mi inceppo, guardando i suoi addominali. Non ha un solo segno sul corpo, è perfetto.

«Ahi!» borbotto quando qualcosa mi colpisce dietro la nuca e interrompe le mie fantasticherie, mi rendo conto che si tratta della loro palla. La afferro e la rigiro tra le dita.

«Perdonaci! Quel cretino di Jeremy ha sbagliato traiettoria» mormora una voce soave, alzo lo sguardo mentre mi massaggio con una mano la testa. I miei occhi castani incontrano quelli verdi di lui e il mio cuore decide di dare una festa con tanto di alcolici, che ci sono vietati. È la prima volta che Kegan mi parla, lo guardo spesso senza farmi notare, ma non era mai capitato che lui mi rivolgesse la parola.

«Forse dovresti fargli presente che io non sto giocando» scherzo restituendogli la palla. Un sorriso si dipinge sulle sue labbra.

«Magari voleva invitarti a unirti a noi, ti ha vista qui, tutta sola» dice, a quel punto sto per ribattere che non sono sola, ma quando mi giro noto che Elena non c'è più, è sfuggita prima dell'arrivo del ragazzo. Me la pagherà.

«Credo che l'unica parte del mio corpo capace di prendere una palla sia la testa.»

Kegan si mette a ridere, allunga il braccio per prendere la palla e poi si alza. Mi porge la mano, l'afferro tirandomi su. È almeno una ventina di centimetri più alto di me, devo alzare lo sguardo per poterlo guardare negli occhi. Anche se al momento sono ben calamitati dai suoi addominali. Non ne ho mai avuti di così vicini. Lui tossisce e immediatamente distolgo lo sguardo.

«Sicura di non volerti unire a noi? Potrebbe essere divertente» prova di nuovo, ha ancora la mano stretta alla mia. Un piacevole calore si sprigiona lungo le mie dita. Scuoto la testa, perché mi sentirei in imbarazzo a stare in mezzo a un gruppo di ragazzi.

«No, ti ringrazio per l'offerta, ecco...» faccio finta di non sapere il suo nome. Lui strabuzza gli occhi, ricordandosi di non essersi presentato.

«Oh, sono Kegan, tu sei?» domanda.

«Jenny, mi chiamo Jenny.»

«È un piacere, Jenny» si porta il dorso della mia mano alle labbra e posa un leggero bacio ed è proprio in quel momento che capisco che Elena ha ragione, mi sono presa una bella cotta.

Abbandonando la mia stradaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora