Non riesco a smettere di rigirarmi nel letto, sono disteso da almeno un'ora senza riuscire a prendere sonno. Ogni volta che chiudo gli occhi la mia mente ritorna all'immagine di lei in piena estasi e le mie orecchie si riempiono dei suoi gemiti.
Non pensavo che Jenny potesse ancora farmi questo effetto, ho un'erezione da record, nonostante in doccia mi sia dato da fare, e gli ormoni in subbuglio. Mi sembra di essere tornato a quando avevo sedici anni e non riuscivo a tenere le mani e la bocca lontani da lei. È passato un sacco di tempo ma la tentazione del suo corpo si è solo fatta più forte.
L'odio che prova per me non fa che aumentare la passione che scoppia tutte le volte che ci troviamo insieme. Non ci era mai capitato, a parte una singola volta, di cedere agli istinti, ma stavolta sono stata io ad intrappolarla e lei si è lasciata andare.
Le sue ultime parole mi rimbombano nella mente: "hai promesso che adesso mi lascerai in pace", sorrido e con la mano destra aggiusto la patta del pantalone della tuta. Una volta che ho avuto un assaggio lasciarla andare sembra un sacrilegio, manderò a fanculo le mie promesse se potrò averla ancora.
Può anche dire di odiarmi, ma il suo corpo mi desidera e proprio per questo lei mi odierà ancora di più.
Certi istinti non si dimenticano.
È solo una questione fisica, non ho alcuna intenzione di tornare a provare alcun tipo di sentimento per Jenny. Non posso.
Le donne della mia vita sono sfortunate e Jenny non deve e non può essere una di loro. Non voglio rovinare la vita anche a lei. Mi divertirò un po' per farmi passare questa malsana ossessione e poi la lascerò andare e lei mi odierà ancora. Deve odiarmi. La mia maschera da menefreghista è talmente ben sistemata sul mio viso che non riuscirà a toglierla neppure tirando.
Chiudo gli occhi un'altra volta e mi faccio cullare dal suono dei suoi gemiti fino a che non mi addormento.
La sveglia che trilla mi fa alzare di scatto, sbadiglio sonoramente e poi mi metto seduto sul letto.
«Non ho sognato» mi ritrovo a dire a voce alta sbattendo le palpebre, completamente scioccato da quella prospettiva. Capita massimo una o due volte al mese che io non abbia gli incubi e quando succede mi fa sentire così riposato che potrei anche scalare una montagna senza attrezzatura. È così che mi sento quella mattina. Probabilmente sarà anche stato il teatrino di ieri con Jenny a darmi quello sprint in più. Però sono soddisfatto, sono felice.
Mi stiracchio e vado a guardare fuori dalla finestra, il mondo resta dormiente mentre io mi preparo ad affrontare la giornata.
Afferro il cellulare dal comodino e controllo i messaggi.
"Che cazzo hai combinato ieri?"
Messaggio da parte di Hunter. Mi incupisco subito e chiamo il suo numero portandomi il telefono all'orecchio.
«Ma sei cretino?»
Stringo le labbra.
«No, sono Kegan. Mi vuoi spiegare che diamine sta succedendo?»
Sento un respiro dall'altro capo del telefono e so che sta alzando gli occhi al cielo.
«Perché Jenny ieri notte si è presentata a casa nostra ubriaca e con il mascara colato per il pianto, Kegan?» chiede, mi mordo la lingua perché la mia prima risposta sarebbe stata "È pazza", ma Hunter mi conosce e non ci crederebbe.
«Perché lo chiedi a me?» domando cercando di fare l'indifferente, ma il mio cuore si stringe all'idea che sia tutta colpa mia. L'ho forzata a baciarmi, l'ho forzata ad andare oltre. Lei ha sempre cercato di starmi lontana e io non ho fatto altro che importunarla. Non mi piace che pianga a causa mia.
«Forse perché mentre parlavano in camera Jenny e Eleonor ho sentito più volte ripetuto il tuo nome?»
Cazzo, sono davvero fottuto. Mentire non mi sembra un'opzione, così cerco di cambiare discorso.
«Te l'hanno mai detto che origliare è da maleducati?» borbotto e lo sento dal suo mugolio che sta perdendo la pazienza.
«Kegan o mi spieghi cosa succede o giuro su Dio che vengo lì e ti faccio parlare a suon di pugni» ringhia a un tono di voce talmente alto che devono averlo sentito anche i vicini.
«Non è niente di che, Hunter, non so perché Jenny deve fare la melodrammatica. Ci siamo baciati in un bagno, tutto qua. Poi lei se n'è andata.»
Sminuire gli avvenimenti che riguardano Jenny per me è uno sport olimpico ormai. Vorrei dirgli molto di più. Che è stato il bacio migliore degli ultimi anni, che avrei voluto prenderla e che ci sono rimasto male quando ci siamo fermati. Che se fosse per me la terrei ancora tra le braccia piuttosto di lasciarla a casa loro a piangere. Ma niente di tutto ciò potrà mai uscire dalla mia bocca.
Dall'altro capo del telefono c'è un lunghissimo silenzio, al che penso che Hunter abbia messo giù, ma un respiro mi annuncia che non è così.
«Spiegami un attimo meglio, Kegan. Voi vi odiate, giusto?»
«Corretto.»
«E allora perché vi siete baciati?» domanda in tono esasperato. Nemmeno quando litigava con Eleonor aveva questa voce.
Se continuo così è probabile che gli farò venire qualche sincope, ma come faccio a spiegare una situazione talmente delicata e difficile?
«Solo perché la odio non significa che io non sia attratto da lei, Hunter. Era solo una questione fisica. Volevo togliermi lo sfizio. Credevo valesse lo stesso anche per Jenny» spiego mentre armeggio con le chiavi per uscire di casa. Ho bisogno di aria. Tutte le mie bugie mi stanno incasinando la testa. Odio mentire al mio migliore amico, ma non posso raccontargli la verità, non ci riesco, gli ho già detto tanto l'ultima volta.
«Ci sono centinaia di ragazze che farebbero carte false per passare una notte con te Kegan, perché Jenny?»
Mi interrogo anche io su questo quesito da anni, ma non sono mai riuscito a rispondere. Forse perché è stata l'unica donna di cui io mi sia mai innamorato? Forse perché il modo in cui ci siamo lasciati non è dipeso interamente da noi? Forse perché è la ragazza più bella su cui i miei occhi si siano mai posati?
Ci sono così tanti forse che non saprei nemmeno da dove iniziare. Inspiro a fondo una boccata di aria e ho la tentazione di chiudere la chiamata e di allontanare questo dannato discorso, ma Hunter mi verrebbe a prendere per i capelli.
«Forse perché lei continua a dirmi che non mi vuole. Magari è questo che mi attrae tanto» sussurro con un filo di voce.
«Devi smetterla Kegan, lasciala in pace, fallo per me. Fallo per Eleonor. Ogni stress ulteriore potrebbe dargli problemi con il bambino e vedere la sua migliore amica apparire a notte fonda ubriaca e barcollante che urla il tuo nome non è certo un toccasana per lei. A me non interessa chi ti fai, che rapporto hai con quella ragazza, per me potreste anche essere scopa-amici, ma devo mettere al primo posto le necessità di mia moglie e in questo momento non ha bisogno di altri problemi. Quindi mettici una pietra sopra sé è solo un'attrazione sessuale e non pensarci più.»
Le parole di Hunter sono dure ma so che non è un modo per ferirmi, sua moglie è in una condizione difficile e lui ha bisogno di saperla al sicuro. Anche io farei la stessa cosa se fossi innamorato di qualcuno.
«Se avessi saputo che Jenny si sarebbe presentata a casa vostra ubriaca non avrei fatto nulla. Mi dispiace.» Hunter sospira. «Non fa niente, però ora basta. Cercate di mantenere una distanza di sicurezza almeno fino al parto» mi intima.
Mentre parlavamo sono uscito di casa e ho camminato fino a raggiungere il bar, lascio la mano sulla maniglia per un istante.
La verità è che non so se sarò capace di farlo. Non so se riuscirò a stare lontano da Jenny, anche se è il mio migliore amico a chiedermelo e per una buona ragione.
«Posso provarci» rispondo soltanto, sperando che gli basti, dopo i saluti di rito Hunter chiude la chiamata e io apro la porta del bar.
Il mio buon umore è caduto vertiginosamente verso il basso e mi ritrovo ad affrontare una nuova giornata sempre allo stesso modo.
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Abbandonando la mia strada
Literatura FemininaJenny Baker fin da ragazzina ha sempre creduto nell'amore. Era convinta che un giorno avrebbe trovato il suo principe azzurro. E a quindici anni pensava di esserci riuscita: lui era intelligente, bello e gentile. Tutto ciò che una ragazza desidera i...