«Stai davvero suggerendo di dare buca ai tuoi amici per restare a casa a fare sesso?» domando a Kegan ridendo. Lui sbuffa e mi afferra saldamente di nuovo intrappolandomi tra le sue braccia.
«L'idea sarebbe così orrenda per te?» chiede mentre mi posa la bocca sul collo, spostandomi i capelli di lato. Mi metto a ridere perché in quel punto soffro il solletico, ma quando mi sfiora con i denti il fiato abbandona la mia gola.
«No... ma... voglio conoscere i tuoi amici. Hanno organizzato... mi distrai» dico infine cercando di fargli mollare la presa, do un colpetto con il sedere contro il suo inguine facendolo gemere, ma ottengo l'effetto sperato e lui mi lascia andare.
Mi giro in tutta fretta per poterlo avere davanti e metto una mano di fronte a me, per tenerlo a distanza di sicurezza.
«Mi piace molto distrarti» mormora e il suo sguardo ferino pizzica tutte le parti nascoste del mio corpo. Mi mordo il labbro inferiore pensando a quanto mi piace questo ragazzo. Amo stare tra le sue braccia, il modo in cui mi parla, come se fossi qualcosa di fondamentale per lui, la dolcezza di ogni suo tocco. Quando stiamo insieme sotto le coperte dimentico tutto il resto. Succede di rado, soltanto quando lui ha casa libera, perché la mia non lo è mai, ma quelle poche volte sono speciali.
Non ci siamo dati etichette, anche se passiamo la maggior parte del nostro tempo insieme. E a me non interessa, mi basta averlo vicino per essere felice.
«E a me piace molto essere puntuale sul mio ritardo, che è già di... venti minuti! Tra dieci sarò la ritardataria perfetta» lo prendo in giro mentre mi allontano andando verso il bagno.
In teoria è casa sua, in pratica, sono due mesi che passo il mio tempo qui, quindi ho lasciato un paio di cose utili, come un beauty per i trucchi e uno spazzolino nel suo bagno, entrambi per le emergenze. E questa è senz'altro un'emergenza.
Mi infilo nel bagno adiacente alla sua camera e sistemo i capelli, perché del trucco me ne sono già occupata. Sento il clic della porta e poi lui è dietro di me. I suoi occhi verdi mi fissano dallo specchio, osserva ogni mia mossa in un modo che mi fa rabbrividire.
«Sei così bella» sussurra sfiorando con le dita il mio vestitino azzurro, scendendo lungo la curva dei fianchi e facendo risalire un po' il vestito quando lo tira verso l'alto. Mi mordo il labbro inferiore perché resistergli è sempre un'impresa ardua, ma sono concentrata sull'obiettivo, conoscere i suoi amici. Niente mi potrà distrarre.
Ma mi ritrovo comunque a gemere quando spinge la sua erezione contro il mio sedere e il desiderio mi fa avvampare le guance.
Lo voglio.
Lo desidero in un modo che fa quasi del male fisico.
«Una sveltina, Kegan, ti concedo cinque minuti e poi raggiungiamo i tuoi amici.»
Dopo nemmeno un secondo dalla mia frase mi afferra saldamente e mi fa abbassare sul lavandino, fino a che il mio petto non tocca le piastrelle fredde.
«Tieniti» ordina.
E io lo faccio, afferrando con le mani i lati del lavandino. Sento le sue mani alzarmi il vestito, la mia pelle è percorsa da brividi di aspettativa.
Kegan mi accarezza il sedere, passa le dita sulle mutandine e lentamente le abbassa. Poi è il turno della sua cintura. Alzo lo sguardo e lo osservo attraverso lo specchio.
«Datti una mossa» lo incito e lui posa gli occhi nei miei e ride, mi dà un sonoro schiaffo sulla natica che mi fa sussultare.
«Scusa, non penso di aver sentito bene. Hai detto: "Kegan, fai più lentamente, voglio godermi tutto quanto?"» chiede e io mi ritrovo a sbuffare e spingere il sedere contro i suoi boxer.
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Abbandonando la mia strada
Literatura KobiecaJenny Baker fin da ragazzina ha sempre creduto nell'amore. Era convinta che un giorno avrebbe trovato il suo principe azzurro. E a quindici anni pensava di esserci riuscita: lui era intelligente, bello e gentile. Tutto ciò che una ragazza desidera i...