Scena extra - Jeremy

2.2K 74 15
                                    

Una videochiamata mi fa allontanare dalla sala, esco fuori in giardino e rispondo, mi appare nello schermo il volto sorridente di Margareth, «Papà! Lo sai che oggi la signorina Jensens mi ha cucinato una totta?!» domanda su di giri, facendomi ridere. È una bambina davvero intelligente, ha imparato presto a parlare e adesso sbaglia davvero pochissime parole. Ama chiacchierare e non riesco a fermarla quando le prende la parlantina.

«Torta, Margy, torta» la riprende la tata facendola ridere ancora più forte. Ho scelto una signora di mezza età che ho conosciuto in una tavola calda, aveva da poco perso il lavoro come badante e stava cercando qualcosa di nuovo. C'è stato un immediato feeling, con il mio lavoro da avvocato sto fuori per molto tempo e ho bisogno di una persona fidata e presente nella vita di mia figlia.

«A che gusto, amore? Cioccolato con gli zuccherini?»

Lei strilla. «Come hai fatto ad indovinare?!»

Perché è quella che chiede sempre per il suo compleanno. Ma non glielo dico. «Sono magico, proprio come Harry Potter.»

Sgrana i suoi occhioni azzurri. «Mi insegni a fare le magie, papà?»

Il cuore quasi mi esce dal petto tutte le volte che mi chiama papà.

«Certo amore mio. Promesso.»

«Andiamo Margy, devi fare il bagnetto.»

Margareth si lamenta. «Papà, quando tonni mi porti un regalo?»

«Tutti quelli che vuoi amore, ma solo se fai il bagnetto.»

Sbuffa ma consegna il cellulare alla signora Jensen.

«Stai tranquillo Jeremy, abbiamo tutto sotto controllo qui.»

Ci salutiamo, chiudo la chiamata e mi siedo sull'erba sospirando.

«Sembra una bambina molto dolce.»

Mi giro di scatto sentendo la voce di Violet. Non riesco a guardarla senza percepire un pugno dritto nello stomaco. È identica a mia figlia. Da quello che ha detto è solo una casualità, ma possono davvero due persone essere così simili?

«Lo è, nonostante le sia mancata una figura di riferimento femminile, non si è mai lamentata.»

Il suo viso si adombra, è solo un istante, ma lo noto. Dopo torna a sorridere, si avvicina e si siede sull'erba vicino a me.

«Le hai fatto sia da padre che da madre. Dovresti esserne fiero.»

La verità è che non avevo pensato di adottare una bambina, la mia carriera era in ascesa e pensavo soltanto a diventare un importante avvocato. Poi però uno dei miei colleghi aveva parlato di una neonata nata in ospedale che doveva essere data in adozione, sua sorella era un medico. Lo avevo accompagnato in ospedale e mi ero subito innamorato di quel batuffolo tutto rosa. Tramite una corsia preferenziale ero riuscito ad ottenere l'affidamento temporaneo e soltanto l'anno scorso, dopo innumerevoli pratiche burocratiche l'avevo ufficialmente adottata.

«Perché mi stai rivolgendo la parola, Violet? Tutte le volte che sono venuto ti sei tenuta a debita distanza e adesso vuoi parlare di mia figlia?»

Non riesco a guardarla, afferro una manciata di fili d'erba e li tiro staccandoli dal terreno.

«Non mi sono comportata bene con te, nemmeno con Kegan. Ma la vostra... accusa mi ha scioccato molto.»

«Se è soltanto un'accusa perché prendertela tanto? Al tuo posto mi sarei semplicemente fatta una risata.»

Rimane in silenzio, non si muove nemmeno, mi decido a guardarla, sta fissando il terreno e i suoi occhi sono pieni di lacrime, anche se non ne lascia scendere nemmeno una.

«Non mi conosci, Jeremy. Non sai nulla della mia storia o del mio passato. Invece sei convinto di sì.»

Si alza in piedi e si spolvera il vestito. La seguo, prima che possa andarsene le afferro il braccio.

«Puoi guardarmi negli occhi e giurare che non sei la madre di mia figlia?»

«Lo giuro.»

Ma mentre lo dice non mi guarda negli occhi.

Abbandonando la mia stradaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora