Capitolo 33 - Kegan

1.5K 72 2
                                    

La suoneria di un cellulare mi sveglia, sbatto le palpebre nel buio della stanza cercando di abituarmi. Non mi ricordo dove mi trovo per i primi attimi, poi avverto la mano di lei poggiata sul mio petto e ricordo.

Jenny è distesa sulla pancia, il volto rivolto verso di me. Ha le labbra dischiuse e dorme serenamente. Allungo la mano e le accarezzo la guancia con i polpastrelli sorridendo. È di una bellezza ultraterrena con le lunghe ciocche castane sparse sul cuscino, la schiena nuda e il resto del corpo coperto dal lenzuolo leggero.

La suoneria del cellulare si interrompe, poi riprende, sbatto le palpebre e allontano la mano di lei delicatamente, poi raggiungo il comodino. Un secondo telefono inizia a squillare deve essere il suo. Jenny si lamenta nel sonno ma non si sveglia.

Afferro il cellulare e guardo chi mi sta chiamando: Hunter. Sono le cinque del mattino, se mi sta chiamando a quest'ora è per qualcosa di importante.

«Pronto, Hunt?»

Un sospiro dall'altro capo del telefono. Sembra quasi... sta piangendo?

«Hunter che succede?» domando allarmato, il mio tono deve aver svegliato anche Jenny, perché apre gli occhi e inizia a mettersi seduta. Il lenzuolo che le scivola e mette in mostra i suoi seni mi distrae, ma mi costringo a rimanere concentrato sulla conversazione.

«Eleonor... avevamo programmato il cesareo ma le si sono rotte le acque con un mese di anticipo. Ecco, Kegan... la situazione... ti prego se sai dov'è Jenny portala qui.»

Non ho mai sentito Hunter così spaventato, lancio un'occhiata a Jenny che ha perso del tutto il suo colorito roseo. Deve aver sentito le parole di Hunter nel silenzio della stanza.

Mi toglie il cellulare dalle mani e se lo porta all'orecchio.

«Lei come sta, Hunter? Adesso arriviamo.»

Non ho idea di cosa gli stia dicendo il mio migliore amico, ma Jenny diventa sempre più pallida e gli occhi le si riempiono di lacrime. Allungo una mano per prendere la sua e darle un po' di forza.

Mi alzo perché non possiamo perdere tempo, mi rimetto boxer e pantaloni, indosso la maglietta e recupero i suoi vestiti posandoli sul letto.

Non era questo il modo in cui pensavo di passare la prima mattinata dopo aver di nuovo con me Jenny. Ma la vita non mi ha mai reso i piani semplici e adesso c'è qualcosa di molto più importante a cui dobbiamo andare incontro. Non lascerei da solo Hunter per nulla al mondo. E Jenny non lo farebbe con Eleonor.

Il silenzio che ci accompagna fino all'ospedale è teso. Lei si sta trattenendo per non scoppiare in lacrime. Guarda fuori dal finestrino cercando di restare calma.

«Ti ha detto altro?»

Sento un sospiro, ma non mi giro per darle un po' di privacy. «Dopo che si sono rotte le acque l'hanno portata in ospedale, ma ci sono delle complicazioni e ora devono effettuare un cesareo d'urgenza. Solo che lei... è così delicata. Dovranno costantemente monitorare la sua glicemia. E... ho paura.»

Si asciuga le lacrime con i palmi delle mani, allungo la mano destra per stringere la sua e portarla con la mia sul cambio.

«Andrà tutto bene.»

Jenny si gira a guardarmi, ha i capelli disordinati, il mascara colato e le labbra che tremano. Ai miei occhi è sempre bellissima, soprattutto quando dimostra la sua sofferenza.

«Eleonor è forte e avrà il tuo supporto. D'altronde è merito tuo se ci sarà un nuovo bambino nel mondo. Se non li avessi spinti l'uno verso l'altro non saremmo a questo punto.»

Mi guadagno una risatina da parte sua. «Mi ricordo che al matrimonio avevi detto che il merito era nostro.»

Sbuffo alzando gli occhi al cielo. «Il mio contributo è stato più che altro fare il coglione con Hunter dicendogli di non correrle dietro perché non volevo rimanere l'unico playboy single. Quindi suppongo abbia fatto più tu.»

Abbandonando la mia stradaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora