Capitolo 1 - Kegan

2.9K 79 10
                                    

Un odore forte arriva dritto al mio naso mentre sono in dormiveglia, lo inspiro e subito tossisco portando una mano davanti la bocca. Non è un odore qualunque, si tratta di fumo e sta penetrando così velocemente nei miei polmoni che i colpi di tosse diventano violenti e la mano può fare ben poco per coprirmi. Gli occhi si spalancano, afferro di scatto il lenzuolo e lo porto sul viso, mi alzo dal letto e corro verso la porta. La tiro spalancandola ma vengo inghiottito da una lingua di fuoco che mi obbliga a fare un passo indietro. Un urlo mi riscuote, devo raggiungerla, è proprio al di là di quella porta, cosa sono un paio di bruciature? Mi getto tra le fiamme della porta e lancio un urlo agonizzante mentre il fuoco inizia a bruciare la mia pelle, mi entra nei polmoni fino ad occultare la mia voce e a far sparire la sua.

Mi sveglio di soprassalto, con un urlo che mi esce dalle labbra e il sudore che mi cola sulla fronte. Mi porto una mano al petto e prendo un respiro profondo mentre mi guardo intorno. La consapevolezza di essere nella mia stanza mi calma. Lancio un'occhiata all'orologio sul comodino: le 5.00.

I miei incubi sono puntuali come un orologio svizzero, vado a dormire alle tre e mi sveglio alle cinque, dormo due ore a notte, quando mi va particolarmente bene tre ore al massimo. Sono quasi dieci anni che vivo in questo loop infinito.

Mi scrollo di dosso la coperta e mi passo le mani sul viso, sono talmente abituato a morire ogni notte che ormai non ci faccio quasi più caso. Soltanto il mio povero cuore ha qualche problema ad abituarsi, continua a galoppare come un matto. Rimango seduto fissando fuori dalla finestra, e cerco di scacciare i rimasugli del sogno. Devo prepararmi per andare al lavoro. Non posso rimandare.

Sbadiglio e poi mi alzo in piedi trascinando i piedi fino al bagno. Mi guardo allo specchio e come sempre trovo due profonde occhiaie sotto gli occhi verdi. Le ciglia lunghe tendono a mitigare il contrasto e le persone si soffermano poco su di loro. La maggior parte dà la colpa al mio lavoro come barman al pub, ma la realtà è ben diversa. Non importa, nessuno sa del mio piccolo problema e desidero che la cosa rimanga esattamente così.
Mi sciacquo la faccia, mi metto un po' di crema per le occhiaie e poi il mio immancabile correttore. Non uso trucchi, questo è l'unico, perché in caso contrario sembrerei uno zombie giornalmente. Ne metto giusto una goccia sotto gli occhi e la spalmo con le dita, poi mi lavo le mani e vado verso la cucina.

Mi sveglio stanco e vado a letto stanco, il resto della giornata cerco di essere più arzillo e solare possibile. Copro uno sbadiglio mentre raggiungo la cucina, riscaldo un po' di caffè e lo verso in una tazza, inizio a sorseggiarlo mentre fisso il bancone della cucina.

Ho lasciato i piatti del pranzo del giorno prima sul legno, non sono particolarmente ordinato, casa mia è sempre un caos. Non mi sembra importante mettere a posto se poi so che sporcherò di nuovo.

Cammino fino al divano dove mi abbandono a peso morto, ho circa dieci minuti prima di dover uscire da casa, puntualmente cinque li utilizzo per guardare il televisore spento. Passo così poco tempo a casa che lo accendo raramente, non so nemmeno quand'è stata l'ultima volta che ho guardato un programma.

Afferro il cellulare dal tavolinetto di fronte e do un'occhiata ai messaggi, Hunter mi ha inviato una foto della sua mano sul pancino di Eleonor, pancino nonostante sia già di sei mesi. Probabilmente dipende dal fatto che sia così magra, ma quando la si guarda si nota soltanto un piccolo bozzo, niente di paragonabile a qualsiasi altra donna incinta degli stessi mesi.

Nonostante ciò percepisco la felicità del mio amico ogni giorno, si è già innamorato del pargoletto che nascerà e venera sua moglie ogni giorno di più.

Un sorriso si delinea sul mio volto, la prima volta che lui me ne ha parlato ero convinto che sarebbe stata una storiella che sarebbe durata non più di un mese, mi sbagliavo di grosso. Hunter si è sposato con questa ragazza, sta per avere un bambino con lei. È assurdo pensare che ha soltanto un anno più di me.

Abbandonando la mia stradaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora