Passato - Jenny

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«Come ci si veste per uscire con un ragazzo che ti piace?» chiedo ad Elena, sono su di giri, vorrei chiamare Eleonor per dirgli della novità, ma si trova dall'altra parte del mondo in crociera con i genitori e non ho alcun modo per contattarla. Probabilmente le racconterò tutto alla fine dell'estate. Magari per allora avrò un meraviglioso fidanzato. Mi do un colpetto in testa mentale, non devo correre troppo.

«Beh, potresti mettere qualsiasi cosa, saresti sexy comunque, tesoro» risponde facendomi l'occhiolino. Io faccio un sorriso, grata del suo supporto.

«Forse mi confondi con te» dico ridendo, do un'occhiata ai vestiti che ho posato sul letto. Sembrano tutti "troppo" per una semplice cena sulla spiaggia.

Kegan mi ha chiamata ieri, ha detto che gli sarebbe piaciuto portarmi a fare un pic-nic sulla spiaggia e io ho accettato con il cuore in gola. Quel ragazzo è bellissimo e sembra anche piuttosto simpatico. Magari è la volta giusta che trovo una persona che sappia davvero prendermi. Il mio giovane e stupido cuore si emoziona per ogni piccola cosa. Sono una romanticona, non c'è niente da fare.

Elena, vedendo la mia indecisione, afferra il vestito turchese e me lo ficca tra le braccia. «Questo è perfetto, il bianco è troppo da santarellina, il nero è troppo elegante. Con il turchese corto dici: ehi, mi sono impegnata, ma non troppo. Mai fargli credere che sono importanti.»

Mi fa l'occhiolino e io accetto, grata, il consiglio. Mi spoglio dei pantaloncini e della maglietta e indosso l'abitino, ha dei bottoncini sul davanti e la gonna è leggermente svasata. Mette in risalto le mie forme, ma non è per niente volgare. Penso che sia perfetto. Mi trucco, mettendo dei colori semplici, che però si abbinano all'abito e acconcio i capelli in una treccia laterale. Appena ho finito mi giro verso la mia amica.

«Che ne dici?» domando con trepidazione e il suo sorriso mi dice tutto quello che c'è da sapere.

«Io ti scoperei» mormora facendomi l'occhiolino, mi metto a ridere e le do un colpetto sulla coscia. Anche se so che è vero. Elena è bisessuale, l'ha scoperto l'anno scorso e nonostante quasi tutta la popolazione maschile della mia scuola le vada dietro, lei ha una forte attrazione anche verso quella femminile. Insomma, non c'è proprio scampo.

«Ok, sono pronta, fammi gli auguri!» urlo mentre corro fuori dalla porta, non attendo risposta, non ne ho davvero bisogno.

Tremo come un chihuahua quando metto piede nel luogo d'incontro, ho i piedi scalzi che toccano la sabbia fredda di inizio serata. Sono uscita altre volte con un ragazzo, ma un vero e proprio appuntamento? Non penso di averlo mai avuto. O meglio, niente che reputassi davvero importante. Devo obbligarmi a respirare profondamente e concentrare i miei pensieri sull'acqua cristallina. Sono ansiosa di sapere cosa potrebbe succedere, come andranno le cose, ma ancora di più di scoprire qualcosa su di lui.

«Jenny?» domanda una voce, mi giro di scatto e quasi sbatto contro il suo petto. Kegan indossa una camicia di flanella bianca leggermente sbottonata e un paio di pantaloni dello stesso colore, è così bello da farmi diventare secca la bocca.

La apro per dire qualcosa ma mi blocco, forse questo non è un vero appuntamento. È impossibile che un tipo come lui possa interessarsi a una come me. Totalmente fuori da ogni logica.

«Andiamo?» chiede e finalmente torno alla realtà, mi porge la mano, io l'afferro e quel leggero contatto mi manda su di giri. Avverto la pelle d'oca nelle braccia. Mi lascio condurre da lui sulla sabbia, fino al luogo in cui ha allestito un piccolo pic-nic.

«Oddio, ma è bellissimo. Hai fatto tutto tu?» chiedo sgranando gli occhi. Davanti a me, su una coperta a quadretti, si trova un cesto. Al suo interno ci sono un sacco di contenitori che emanano un profumo delizioso. Sul lato destro della tovaglia è poggiata una rosa rossa e su quello sinistro una bottiglia di champagne e dei calici.

Abbandonando la mia stradaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora