Finalmente mi hanno dato la libera uscita, non ho mai apprezzato particolarmente gli ospedali, sono sempre stata molto fortunata a livello di salute e non intendo iniziare adesso a frequentarli più spesso. L'unico motivo per cui venivo era Eleonor.
Dopo aver firmato i fogli per le dimissioni raggiungo Hunter in sala d'aspetto, è parecchio irrequieto e guarda a cadenza regolare il cellulare.
«Qualcosa non va?»
Hunter si mordicchia le labbra. «Non ho ancora notizie di Kegan. È quasi sera, mi aveva detto che sarebbe stata una cosa veloce. E non capisco neppure perché continuino a tenere Eleonor qui dentro. Dovrebbe andare a casa.»
Lui è decisamente stressato e posso ben capirlo. Anche io sono preoccupata per Kegan, un'emozione che non mi ha mai abbandonata, neppure quando lo "odiavo". Scivolo sulla sedia vicino la sua, mi hanno dato degli anti-dolorifici, quindi non risento troppo il dolore, anche se i punti tirano la coscia. Mi hanno detto di camminare il meno possibile, essendo un punto delicato, ci proverò anche se non sono brava ad eseguire gli ordini.
«Sono sicura che Kegan si farà vivo e che Eleonor uscirà presto. La stanno monitorando per la sua sicurezza, credimi.»
Gli accarezzo il braccio e Hunter mi dedica un piccolo sorriso. È assurdo pensare a come le cose tra noi sono iniziate, con una me scalmanata all'interno del suo pub che gli suggerisce dove trovare Eleonor. Ho innescato io tutto questo, permettendogli di trovarsi a vicenda, di trovare la loro anima gemella. E al contempo è stato Hunter a farmi ritrovare Kegan.
Il mio cuore si stringe al pensiero, non l'ho ancora perdonato, d'altronde tanti anni di bugie, anche se in buona fede, non spariscono in un attimo. Dovrà impegnarsi molto ma so che ce la metterà tutta.
«Il marito della signorina Ryan?» domanda un'infermiera, Hunter si alza subito in piedi, ma prima di raggiungerla mi porge la mano per aiutarmi ad alzarmi. Mi viene quasi da piangere per il suo gesto, non vuole andare da solo e sa che ho bisogno anche io di sapere le condizioni di Eleonor. Ricaccio indietro le lacrime. Non avrei potuto trovare persona migliore per la mia migliore amica.
Raggiungiamo l'infermiera. «Salve, la signorina Ryan adesso sta meglio, continueremo a farle dei tracciati per tutta la notte. Se vuole può raggiungerla nella sua stanza e rimanere con lei. Purtroppo non posso consentire l'ingresso a due persone.»
Hunter mi lancia uno sguardo di scuse. «Va bene se...?»
Gli sorrido e annuisco. «Verrò a visitarla domani, d'altronde non posso permettermi di restare una notte qui con questa gamba malconcia. Andrò a casa ad aspettare Kegan, se so qualcosa ti avverto, va bene?» chiedo, le sue spalle si rilassano. Sembra che gli abbia tolto un peso di dosso.
«Grazie» mormora dolcemente, non so se mi sta ringraziando per Eleonor o per Kegan.
«Salutami Ele.»
Anche se sono riuscita a tranquillizzare Hunter sulla questione Kegan, in realtà non sono davvero sicura che vada tutto bene. Ha deciso di andare a cercare Kyle e sembrava che volesse risolvere la cosa da solo. Posso solo sperare che le sue promesse abbiano qualche valore e che decida di fare le cose per bene.
Per tornare a casa prendo un taxi, zoppicare non mi avrebbe certamente aiutato e non volevo scomodare nessuno dei miei amici. Grazie agli anti-dolorifici il dolore è sopportabile e riesco a sistemarmi sul letto con la gamba alzata.
«Sei una stronza» urla una voce, che intuisco essere quella di Camille. Poi la porta si spalanca e lei entra di gran carriera, con Mew tra le braccia che miagola come impazzito.
Sospiro. «Cosa avrei fatto adesso?»
«Devo saperlo da Eleonor che sei stata accoltellata? Perché non mi hai chiamata? Ti sarei venuta a prendere in ospedale!»
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Abbandonando la mia strada
ChickLitJenny Baker fin da ragazzina ha sempre creduto nell'amore. Era convinta che un giorno avrebbe trovato il suo principe azzurro. E a quindici anni pensava di esserci riuscita: lui era intelligente, bello e gentile. Tutto ciò che una ragazza desidera i...