Il posto in cui Kegan mi ha dato appuntamento non è molto lontano dal centro, così dopo essere uscita da casa cammino a piedi per raggiungerlo.
Dopo che lui se n'è andato, Camille mi ha riempita di domande, o almeno ci ho provato, perché sono rimasta ore a rimuginare con la faccia premuta contro il cuscino. Avevo anche deciso di non andare, perché lo so che quello che sto facendo è sbagliato. Un'altra pessima decisione da aggiungere al mio annuario da sfigata, eppure le parole di incoraggiamento di Camille e la mia volontà di mettere la parola fine a questo inseguimento che va avanti da anni mi hanno portata a mettermi un vestitino carino, truccarmi per bene e uscire per andare in quel dannato albergo.
Ho messo anche dei capi di lingerie che ho comprato da Victoria Secret's, d'altronde se bisogna fare uno sbaglio tanto vale farlo in grande, no?
Ho controllato diverse volte il cellulare per vedere se Kegan mi aveva scritto, ma non entra sull'app di messaggistica dal nostro ultimo scambio di messaggi. È probabile che si stia preparando anche lui a questo punto. Magari si sta facendo un discorso di incoraggiamento proprio com'è successo a me.
O forse si sta tirando indietro perché ha capito che è un'idea terribile. Non so quale sia la risposta reale, quello che so è che adesso che sono di fronte alla hall vorrei scappare a gambe levate e rifugiarmi di nuovo nella mia camera.
Prendo un respiro profondo e poi entro dalle porte a vetri, vado verso il bancone e un ragazzo dietro di esso mi sorride. «Come posso aiutarla?»
Mi mordicchio il labbro inferiore. «Dovrebbe esserci una camera prenotata a nome Rivera» annuncio, per fortuna la mia voce è salda, non sembro una ladra.
«Certo, ecco a lei.»
Mi porge una tessera, sul retro c'è scritto il numero di stanza. «Vada nel corridoio in fondo, prenda l'ascensore e si fermi al secondo piano.»
Faccio un cenno di ringraziamento all'uomo e poi mi incammino, ogni passo sembra una passerella della vergogna. Chi alla soglia dei ventisette anni per fare sesso se ne va in un albergo? Probabilmente esclusivamente la sottoscritta.
Avrei dovuto chiedere se l'altra persona era già arrivata? Kegan vuole farmi una sorpresa? Dovrei fargli uno squillo prima di salire?
Tutte le mie domande non trovano risposta, entro dentro l'ascensore e premo il tasto due. Lentamente inizia a salire fino ad aprirsi nel piano giusto. Raggiungo la camera con il cuore in tumulto.
Chiudo gli occhi e respiro profondamente, ricordandomi che sono una donna adulta e che posso farcela. Faccio passare la tessera e la porta si apre con un pling.
La camera che mi accoglie è ampia, un piccolo corridoio porta a un letto king-size con delle coperte che sembrano morbidissime, c'è un cesto che contiene della frutta di benvenuto e sul tavolino, dall'altra parte della camera, si trova un mazzo di rose. Titubante faccio qualche passo avanti fino a raggiungere il mazzo. Non c'è nessun biglietto, ma è chiaro che provengano da lui. Un ampio sorriso si apre sulle mie labbra, ma poi scuoto la testa costringendomi a tornare alla realtà.
Apro la porta del bagno trovandomi di fronte a una jacuzzi, il mio stomaco fa una capriola, questo posto sì che sarebbe grandioso per fare sesso.
Ritorno in camera da letto e mi siedo sul letto. Sul comodino c'è una scatola di cioccolatini vicino al telecomando.
L'unica cosa che manca è anche quella più importante: Kegan.
Afferro il cellulare dalla borsetta e cerco il suo numero in rubrica, provo a chiamarlo ma gli squilli vanno a vuoto.
Non mi stupisce, quando siamo stati insieme Kegan mollava il suo cellulare ovunque, non è mai stato un tipo troppo interessato alla tecnologia.
Controllo l'orologio, sono passati solo pochi minuti dall'orario previsto per il nostro arrivo, è probabile che abbia trovato traffico.
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Abbandonando la mia strada
ChickLitJenny Baker fin da ragazzina ha sempre creduto nell'amore. Era convinta che un giorno avrebbe trovato il suo principe azzurro. E a quindici anni pensava di esserci riuscita: lui era intelligente, bello e gentile. Tutto ciò che una ragazza desidera i...