Capitolo 32 - Jenny

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Sono nervosa.

Nervosa stile che sto per farmela addosso.

Siamo appena entrati nella camera d'albergo, Kegan mi ha preceduto, è andato in bagno per rinfrescarsi. Mi accomodo sul bordo del letto con le gambe strette l'una contro l'altra, la paura di quello che succederà in questa stanza mi sta mangiando viva. L'attesa sta incrementando quella punta di eccitazione che è nata subito dopo il nostro assalto in macchina. Ho il terrore di quello che diventerò una volta che lui darà il via alle danze.

La porta del bagno si apre, ha i capelli umidi e la camicia sbottonata per metà, i peli del petto si intravedono. Il cuore mi sale in gola e fa un triplo carpiato quando finalmente mi guarda.

«Ti serve il bagno?»

Scuoto la testa, non sono in grado di fare altro. Kegan mi scruta, fa un passo avanti, sembra una pantera pronta al balzo. Inizia a sbottonarsi i pochi bottoni rimasti. Devo ricordarmi di respirare.

«Forse sì, forse mi serve il bagno.»

Vado via alla velocità della luce, ma prima che possa raggiungerlo mi afferra per la vita e mi blocca. Appoggio una mano sul suo petto per non barcollare.

«Quell'offerta è scaduta.»

Apro la bocca per dire qualcosa ma non ne esce che aria. Riesco a sentire il suo profumo di bagnoschiuma, vedo le sue labbra carnose e invitanti così vicine.

Mille campanelli d'allarme mi stanno indicando di andarmene.

«Vuoi che me la faccia addosso?»

Potrebbe davvero succedere visto il mio attuale grado di spavento. Lui si mette a ridere, sfoggiando i denti bianchi.

«Riuscirai a trattenerla per un po', tesoro.»

Alzo un sopracciglio, il mio spirito combattivo torna alla carica. «Nessuno mi dice cosa fare, piccola ranocchietta.»

Mi guarda scioccato, approfitto del suo momento di smarrimento per scivolare via dalle sue braccia, ma non vado lontana. Mi afferra saldamente il gomito e mi fa sbattere con il corpo contro il muro. Trasalisco per l'impatto inaspettato. Ha messo una mano avanti per fare in modo che non mi facessi davvero male. Non so quale tra le due cose mi faccia eccitare di più.

«Chiamami con il mio soprannome da bambino un'altra volta e ti assicuro che non ci sarà un posto in cui potrai scappare per sfuggirmi, tesoruccio

Sussurra ogni parola contro il mio orecchio, lo lecca, facendomi rabbrividire di piacere.

«Quale? Piccola ranocc-»

Strillo quando mi afferra e mi getta sul letto.

«Kegan...» provo a rabbonirlo, ma lui non ne vuole sapere, mi sta togliendo le scarpe, mi tira una gamba per avvicinarmi e mi sfibbia i jeans. Respiro a fatica.

«Forse dovremmo andare più piano.»

Ma le mie sono solo parole al vento e soprattutto sono false. Non voglio andare più piano.

Voglio lui dentro di me.

Voglio che mi desideri.

Tira il tessuto, io alzo il sedere per facilitargli il compito. Sono mezza nuda. Si toglie la camicia gettandola di lato, si inginocchia sul letto proprio in mezzo alle mie gambe.

«Oh no, abbiamo avuto dieci anni di preliminari, Jenny. Adesso è il momento di fare sul serio.»

La sua voce roca arriva dritta al mio sesso, che sembra più che pronto per le sue attenzioni. Decido, per una volta, di non dar retta alla ragione, porto le braccia attorno al suo collo e faccio collidere le nostre bocche.

Abbandonando la mia stradaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora