Sono emozionata.
D'altronde il primo giorno di lavoro chi è che non lo sarebbe? Non sto andando a fare niente di eccezionale, non sono stata scelta per guidare un'azienda oppure per un ruolo di grande responsabilità, ma per me lavorare a contatto con il make-up, in qualsiasi posizione disponibile è più che abbastanza.
Quindi eccomi qui, nel mio nuovo ruolo da commessa, con la maglietta del negozio e le mani occupate da rossetti.
«Vanno sistemati qui, sotto ogni espositore si trovano dei cassetti, cerca di mettere le numerazioni in ordine così sono più semplici da trovare» mi spiega la mia titolare mentre io le passo i rossetti, li sistema con cura all'interno dei cassetti, a un ritmo così veloce che a malapena riesco a seguirla. Ma almeno mi sta facendo vedere come si fa.
Passa all'espositore delle palette di ombretti, i miei occhi si illuminano, ci sono le migliori marche in commercio.
«Per me questo è il paradiso» spiego e Nova si mette a ridere. Ha dei denti talmente bianchi che rimango abbagliata per un attimo, le ragazze che lavorano qui sono veramente perfette e Nova deve essere alta almeno venti centimetri più di me.
«Oh ne riparliamo dopo un turno di dieci ore in piedi, tesoro» dice lei con un cenno della mano, mentre passa all'espositore successivo.
Il mio sguardo si sposta sulla postazione make-up, per adesso si trova una commessa bionda, ha i capelli legati in una treccia e un trucco impeccabile, sta passando il mascara con uno scovolino a una signora sulla cinquantina, la sua mano è ferma, ma la sua bocca serrata.
«Signorina, forse è il caso di cambiare colore, non mi convince questo ombretto...» dice la donna quando lei la fa girare verso lo specchio. La commessa si irrigidisce.
«È il terzo ombretto che cambiamo, signora. Continuando così le rimarranno le macchie sulla pelle. Perché non si fida di me quando le dico che le sta benissimo?» chiede cercando di mantenere la pazienza, anche se si vede che sta per scoppiare.
«È una cosa che succede spesso?» domando a Nova, lei si gira a guardare la scena, la donna prende a lamentarsi dell'operato della ragazza, di come pur pagando non rispecchia i suoi desideri.
Nova sospira. «Purtroppo si, le clienti hanno gusti molto difficili e Melody prova ad accontentarle, ma la sua pazienza ha un limite» spiega, Melody in effetti sta cercando di convincere la signora a tenere il colore scuro, ma la donna inizia ad alzare la voce, così Nova si mette in mezzo.
Resto in disparte a guardare mentre Melody esce in tutta fretta dal negozio, dopo aver tranquillizzato la cliente Nova la segue fuori.
Io mi avvicino alla signora, è ancora furiosa e il suo trucco non è per niente finito.
«Le sembra normale? È chiaro che i colori caldi non stiano bene con il mio incarnato e lei me ne ha messi tre, tre ombretti caldi. Vengo qui per essere truccata per un evento che si terrà stasera e mi ritrovo a dover concludere da sola a causa di una commessa irascibile!» dice a voce abbastanza alta, Io faccio un timido sorriso, la cliente ha ragione. I toni che ha provato Melody su di lei non sono adatti. Il suo trucco sembra un pugno in un occhio.
«Senta, le va se finisco io il trucco? Non mi deve pagare, soltanto per farla andare al suo evento tranquilla» dico docilmente, la signora mi scruta come se fossi un esserino da quattro soldi, ma quando i suoi occhi si concentrano sul mio trucco sembra ricredersi. Sospira e annuisce, sedendosi di nuovo sulla sedia.
«Tanto peggio di così.»
Per prima cosa la strucco poi studio il suo incarnato pallido, sulla base di esso vado a cercare una palette dai toni freddi, gli occhi azzurri vanno messi in risalto quindi scelgo un colore blu e lo stendo con un pennello sulla palpebra. Metto un blu notte brillantinato al centro della palpebra e poi sfumo il nero sulla parte finale.
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Abbandonando la mia strada
ChickLitJenny Baker fin da ragazzina ha sempre creduto nell'amore. Era convinta che un giorno avrebbe trovato il suo principe azzurro. E a quindici anni pensava di esserci riuscita: lui era intelligente, bello e gentile. Tutto ciò che una ragazza desidera i...