Parte 107

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Elizabeth pov's
Sono un po' di giorni che io e Aiden ci incontriamo... questi sono gli unici minuti durante la quale sento che esiste ancora un po' di umanità qui dentro.
Non siamo né attratti l'uno dall'altra, e nemmeno pensiamo a ciò. Il nostro è un 'legame' che si basa sulla condivisione di emozioni e un sentimento di amicizia. Durante questi incontri, lui mi parla della sua fidanzata, del suo cane e di tutti i viaggi fatti, e io parlo del mio Mattheo, di tutto ciò che mi ricordo e di tutto ciò che me lo ricorda.
Am:" Elizabeth Bennet?"
Sono in cucina, e sto lucidando una grossa pentola.
Le altre si guardano impaurite, e con uno sguardo, riescono a tramettete tutta la pena che provano nei miei confronti, perché è questo quello che faccio: pena.
Mi siedo sulla sedia ormai tristemente familiare.
Am:" Una voce che gira, mi è arrivata... su una certa relazione tra te e Aiden-"
E:" Glielo giuro, siamo solo amici, non è assolutamente vero nulla"
Am:" Lasciami finire ragazzina! Dicevo: Non ti è permesso avere contatti e quindi relazioni con persone dello staff, come te"
E:" Ma tutti qua-"
Am:" Non mi interessa, non puoi incontrare Aiden"
E:" Ah sì? E cosa garantisce che non lo faremo?"
Am:" Il sentimento di devozione che Aiden prova nei miei confronti e nei confronti del suo lavoro"
E:" E io?  Cosa le assicura che non incontrerò nessun altro?"
Am:" Perché sei seguita"
E:" Mi scusi, ma con tutte le persone che poteva scegliere, perché me?"
Am:" Ti assicuro che neanche se fossi l'ultima donna sulla terra ti sceglierei"
E:" Allora la smetta di seguirmi"
Am:" Ragazzina, cosa non ti è chiaro del ' qui comando solo io'"?
E:"La odio"
Am:" Un giorno mi ringrazierai"
Esco infuriata, e cerco Aiden, ma lui deve essere già stato convocato, perché quando lo trovo, mi saluta imbarazzato e mi evita.
Vaffanculo Amédée Durand.
Nel frattempo, passa un'altra delle sue ragazze, ed è anche lei stupenda, ma dove le trova?
Ritorno in cucina e riprendo in mano la pentola.
In questi giorni ho scoperto molte cose, e alcune sono davvero... atroci.
Tutte queste curiosità me le hanno dette Isadora e Aiden, ma c'è ne una... che ho scoperto da sola: le domestiche sono anche prostitute, e i loro clienti sono gli uomini importanti che girano molto
spesso per la villa, ma non è tutto: gli uomini molto spesso pagano loro gioielli, vestiti e cercano di farle ottenere incarichi più alti.
La loro condizione umana è questa, e va davvero bene così?
Mentre sto pensando a ciò, mi passa davanti Sophie, una ragazza che dalle cucine è passata a cameriera personale della signora Durand, e non solo, indossa un paio di orecchini di perle.
Ne vale davvero la pena? Per me no, ma io non ho assolutamente la voglia e l'intenzione di rimanere qui, devo andarmene da questo manicomio.
Arriva la governante.
X:" Ehi tu, ragazza che sta lucidando la pentola, corri a pulire i vetri della veranda, questa sera ci sarà una festa"
E:" Ma io-"
X:" Vai ora, o sarò costretta a chiamare-"
E:" Vado subito, ma posso portare con me qualcuno che mi aiuti?"
X:" Ce la farai benissimo da sola"
Prendo la scala, il secchio, la spugna ed esco.
Il sole di mezzogiorno è devastante, e non si vede niente.
Inizio con il primo vetro.

Sono le due del pomeriggio, e non sono nemmeno a metà.
Mentre sto scendendo, il mio piede manca un appoggio e cado all'indietro.
Spero di cadere e di spaccarmi una gamba, così non dovrò più occuparmi di questi lavori del cazzo, ma c'è qualcuno a tenermi.
Ti prego fa che non sia lui...
Mi giro, e vedo esattamente Amédée che mi sta tenendo.
Mi appoggia a terra.
Am:" Cosa ti avevo detto riguardo a quando giri con il secchio? Fai attenzione"
E:" Ma come ha fatto?"
Am:" Ero qui a controllare, è stato un colpo di fortuna"
Sfortuna direi.
E:" Grazie mille"
Am:" Hai mancato un punto comunque, non ci deve essere nemmeno un centimetro sporco, altrimenti sono guai, hai capito ragazzina?"
Detto ciò, se ne va.
Scoppio a piangere, e nel frattempo finisco di lavare tutto.
Rimango lì, seduta sugli scalini.
L'unica cosa che vorrei fare è fuggire, e non tornare mai più.
Vorrei correre via, e vorrei che questo rimanga solo un brutto ricordo, oppure che mi svegli, nel mio letto ad Hogwarts, e scoprire che questo era solo un brutto sogno, e dopo riprendere la mia vita.

Arriva la sera, e così tutti gli ospiti, avvolti in abiti lussuosi e sorrisi smaglianti.
Il mio compito per la serata è servire lo champagne.
Prendo il primo vassoio, e così inizia una lunga serata.
Am:" Tu, vieni qua"
Io mi guardo dietro.
Am:" Ragazzina, dico a te, vieni"
Sta dicendo a me?
Mentre mi avvicino, lui mi fa segno di sbrigarmi.
Am:" Accompagna la signorina Ellen in camera mia, subito"
Questa volta è una ragazza più giovane delle altre, avrà circa un anno in più di me.
E:" Ti chiami Ellen giusto?"
Ne frattempo usciamo dalla sala.
Saliamo le scale in silenzio.
Una volta lontane dalla folla, lei mi ferma.
X:" Ti prego, aiutami"
E:" Va tutto bene?"
X:" Sono stata portata qui da un paio di uomini, mi hanno provato a drogare, ma io ho finto di svenire.
In macchina, uno dei due mi continuava a palpare, e io non potevo fare nulla, una volta scesa mi ha 'accolto' quell'uomo, Amédée o come si chiama, e mi ha lasciato a te, cosa devo fare? Ti prego, so già come finirà, aiutami, ti scongiuro"
E:" Ti ha palpata?"
Nella mia mente compare un'immagine disturbante, della stessa scena che si ripete, ma con me come protagonista, e senza sensi.
E se fosse successo anche a me?
Scuoto la testa, adesso devo aiutare questa ragazza, o meglio, devo aiutare questa ragazza e devo aiutarmi.
Ho un'altra illuminazione.
E:" Seguimi"

lasciati amare ||Mattheo RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora