Parte 111

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Elizabeth pov's
È da circa un paio di giorni che stiamo organizzando tutto per stasera; è quello che qui chiamano "l'evento dell'anno".
X:" I FIORI NON VANNO QUI"
Prende il vaso di camelie dalle mie mani, e le sposta, DI MEZZO CENTIMETRO?
X:" Vai a lucidare le coppe da Champagne"
Obbedisco, e ritorno in cucina.
Appena entro, sento subito un odore intenso di arrosto.
X:" Dove stai andando? I bicchieri sono già in sala da pranzo"
E:" Mi hanno detto che-"
X:" Ti hanno detto qualcosa di sbagliato, ora vai"
Salgo di nuovo le scale, ma l'illuminazione è così pessima che inciampo, e cado sulle ginocchia.
Controllo che nessuno mi abbia visto, e mi rialzo.
Merda, i collant mi si sono bucati tutti, e il sangue si è appiccicato tutto.
Mentre raggiungo la sala, la governante mi ferma.
X:" Scusami, come ti sei conciata? Ti sembra decoroso?"
E:" Mi scusi..."
X:" Sei proprio una svergognata, come ti è venuto in mente di venire qui, in sala da pranzo, rischiando di sporcare tutto con quelle ginocchia? E se una macchia di sangue fosse caduta sul tappeto bianco? Spa-"
Amedèe scende dalle scale, ed interrompe la conversazione.
Am:" Ada va bene così, non preoccuparti"
X:" B-Buongiorno signore, ma non penso -"
Am:" Non è nulla, ora vai"
X:"Tolgo il disturbo"
Amedèe mi guarda le ginocchia, e dopo va via.
È diverso quando siamo davanti a tutti, insomma lo capisco, sono solo una domestica per lui, ma non capisco come possa continuare ad ignorare tutto quello che è successo un paio di giorni fa.
Tra bicchieri da lucidare e tovaglioli da piegare, si fa subito pomeriggio, tutti stanno solo aspettando l'arrivo degli ospiti, chi sistemando ossessivamente posate d'argento e chi sistemandosi la divisa.
Io sono riuscita a recuperare un altro paio di collant e a sistemarmi i capelli.
La divisa è diversa dal solito questa sera: per le donne è un vestito nero lungo fino al ginocchio, con una gonna a ruota e senza maniche, mentre per gli uomini è un frac nero.
In genere non sono una che si lamenta delle scarpe, ma queste... sono peggio di avere chiodi nei piedi.
I primi invitati arrivano verso le sette, e il nostro compito è quello di accoglierli.
Io sono all'entrata a prendere le giacche.
La serata inizia bene, nulla può andare storto me lo sento.
E invece... vedo entrare dal portone principale qualcuno che sarebbe stata l'ultima persona che avrei voluto qui stasera.
È Mattheo, insieme a Scarlett, suo padre e altre persone a me ( purtroppo) note.
Io mi nascondo nel guardaroba, con la scusa di dover riordinare i cappotti.
Dopo un paio di minuti guardo: se ne sono andati.
La ragazza insieme alla quale stavo lavorando mi guarda perplessa, ma non fa domande.
Quando l'ultimo ospite entra, le porte si chiudono.
Tecnicamente dovrei andare in sala a servire il rinfresco, ma preferisco scendere in cucina, al mio posto mando Kate, la ragazza che mi stava aiutando.
Io prendo il suo posto, cioè quello di portare le cose dalla cucina al piano superiore.
Prendo un paio di vassoi colmi di coppe da Champagne, esatto coppe, non calici, coppe.
Passo così la prima mezz'ora a portare bicchieri avanti e indietro, con scarpe scomode e un vestito troppo ingombrante.
Non avrei mai pensato di aver trovato un vestito fastidioso, eppure...
Kate viene a chiamarmi mentre sto salendo.
K:" Ehm, Elizabeth"
E:" Cosa?"
K:" Il signor Durand desidera che sia lei a servire in sala"
E:" Digli di farsi fottere"
Lei sgrana gli occhi e si porta le mani alla bocca.
Non è abituato nessuno a parlare così del " capo".
K:" Quindi? Si sbriga?"
E:" Puoi riferire al caro signor Durand che al momento non sono disponibile?"
K:" N-non posso, s-si arrabbierebbe"
E:" E allora? Stai tranquilla Kate"
Lei annuisce e spaventata sale.
Pochi minuti dopo scende insieme ad Amedèe, mentre io sto sistemando delle forchettine da dolce.
Am:" Ehi tu"
Mi guarda, eppure il mio nome lui lo sa...
Am:" Vieni qui"
Le persone intorno a me si guardano spaventate.
Am:" Perché non sei in sala a servire?"
Nel frattempo ci siamo spostati per avere più privacy.
E:" Mi s-scusi, ma io lì dentro non ho intenzione di metterci piede"
Am:" Hai paura per caso? Te lo giuro non c'è nessuno del cartello di Die-"
E:" Non è per quello"
Am:" E cosa?"
E:" Nessuno"
Lui mi guarda, e si avvicina.
Am:" Chi è?"
E:" Nessuno, te l'ho detto"
Am:" Parla, ora"
E:" NESSUNO"
Am:" DIMMELO O-"
Arriva un cameriere.
X:"Signore è richiesto su di sopra"
Am:" La conversazione non finisce qui"
E si volta, andandosene.
Salgo come richiesto, altrimenti dovrei veramente rispondere alla sua domanda.
Tiro un sospiro, ed entro in sala.
Con un vassoio tra le mani, giro tra gli invitati.
Appena finisco il vassoio, sento qualcuno, e vengo fermata.
È Mattheo, e appena lo vedo sento le gambe che tremano, le mani sudare e la pelle farsi gelida.
M:" Ci conosciamo? Mi sei molto familiare."
E:" N-no"
M:" Scusi, deve essere lo champagne"
E si allontana.
Non mi ha riconosciuto, o meglio, non si è ricordato.
Corro in bagno, sento che devo vomitare.

Mattheo pov's
Veramente pensava che non la notassi? La riconoscerei tra mille e di più.
Dov'è adesso? E poi, come ci è finita qui? Tra questa gente pericolosa?
Devo scoprire di più.
Chiedo ad Amedèe.
M:" Ciao Amed, senti ti posso fare una domanda"
Am:" Certo Mat, chiedi pure" Risponde con un sorriso smagliante.
M:" Come si chiama quella cameriera?"
Am:" Quale?" Il suo volto cambia completamente, perché uno sguardo perplesso prende il posto di occhi felici.
M:" Castana, alta così..."
Am:" Mat, perché me lo chiedi?"
M:" Nulla"
Am:" Non so il suo nome"
M:" Sicuro? Perché mi sembra molto brava..."
Am:" Elizabeth" Risponde secco.
M:" Grazie mille" e dopo mi allontano.
Ti ho trovata Liz.

lasciati amare ||Mattheo RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora