45 SCROSCIO DI VETRI

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Non so come ci sono finita di nuovo tra le sue braccia. Appiccicati e distesi dei sedili posteriori.
Completamente strafatta di lui e del suo tocco.
Mi discosta una ciocca di capelli da viso, sorride dolcemente e mi accarezza tutto il profilo del collo.
"Mi ami"
"Non ripeterlo troppo spesso" lo ammonisco tra uno sbadiglio. Con delicatezza mi fa passare un braccio al di sotto della testa e me la fa appoggiare sul suo petto.
I suoi vestiti puzzano di alcol e di fumo, per la mia gelosia posso sentire addirittura la traccia del profumo della sua ex.
"Cosa voleva?"
Sa a chi mi riferisco ed è per questo che espira pesantemente, come se avesse sette macigni sulle spalle.
"Dormi, ne riparliamo domani"
"Prima tu non mi hai dato nessuna scelta" spostandomi di qualche centimetro dal suo petto alzo lo sguardo verso i suoi occhietti stanchi.
"Sono ancora ubriaco"
"Ed è anche per questo che mi dirai tutto " Sorrido tra me e me e anche lui capisce che questa volta neanche Dio gli impedirà di dirmi la verità.

"Mi voleva parlare"
"Per?"
Lo vedo tentennare nel rispondermi. Boccheggia e finalmente qualcosa esce dalle sue labbra.
"Voleva me" Lo guardo stranita aspettando qualche parola in più che però so che non mi darà.

Faccio per aprire bocca ma la sua mano mi zittisce.
"Domani"
"Oggi è già domani" e porto l'attenzione verso il cielo fuori dal finestrino, sempre più chiaro.
"Dobbiamo riposare"
"Perché ne hai voglia?" Mi guarda negli occhi "no".
Languidamente passo una mano sul suo petto accarezzando quell'accenno di peluria post epilazione. Mi soffermo sui suoi nei per poi scendere più in basso.
Comincio a sbottonargli la camicia bianca fino in fondo, forse per sfidarlo, forse per puro piacere personale ma, quando arrivo alla fine la mia mano si sofferma sul suo bottone dei pantaloni.

"Vuoi..."
Le mie parole però, rimangono sospese perché come dei cerbiatti accecati dai fari di un auto, veniamo sorpresi da qualcuno che batte violentemente sul vetro della macchina.
Il suo tocco è frettoloso e le sue parole agitate.
"Matteo abbiamo bisogno di te"
Accarezzandomi il fianco si discosta da me aprendo lo sportello della macchina.
"Cosa c'è?"
"Amico sta succedendo un casino dentro"  Analizzandone il vestiario: pantaloni blu e camicia banca, e il suo viso completamente sconosciuto cerco di capire cosa sta accadendo anche se il suo tono di voce ne rende l'impresa impossibile.
"Eros calmati"
"Non dirmi di calmarmi. Per colpa della tua amichetta dobbiamo pagare i danni che ha combinato in casa"
Ancora mezzo sbronzo si gira verso di me, guardandomi dubbioso. Con prontezza mi avvicino al mio uomo e nascondendomi dietro alla sua spalla mi riparo fisicamente da tutte quelle domande racchiuse in quelle pupille blu. 

"Ma di chi stai parlando?"
"Della biondina"
Con slancio vedo Matteo cambiare. Il suo volto si imbruttisce in una espressione seria, mentre si riabbottona frettolosamente qualche bottone della camicia. Esce dalla macchina dicendo:
"Aspettami qui"
"Lo sai che non lo farò"
"Allora vieni, basta che mi stai dietro"
Esco di corsa anche io, anche se il sonno mi appiccica gli occhi. Mi strofino il palmo su di essi e lo seguo correndo a mala pena su questo tacchi scomodi.
La vescica sulla pianta del piede mi chiede pietà ma, la curiosità mi spinge ben oltre l'immaginazione.

Il suono delle macchine che trafficano sulla statale viene interrotto da un sonoro scoscio di vetri in frantumi. Per la paura mi stringo al braccio del mio uomo pentendomi quasi immediatamente di non essere rimasta al sicuro.
Non entriamo dalla porta principale ma facciamo tutto il giro della casa fino ad arrivare ad un piccolo viottolo che porta al giardino sul retro, con gazebo e un grazioso soggiorno .
Mi volto un attimo verso la casa e la mia faccia si dipinge di puro sbalordimento.
La porta scorrevole è distrutta,  insieme alla finestra al suo fianco e tutto per colpa di una minuscola biondina che lancia degli oggetti non identificati a destra e a manca.
"Smettila di fare la bambina"
Gli urla contro Matteo. Lei si gira lentamente e mi squadra dall'alto al basso, molto attentamente.
"Hai il coraggio di venire e di portartela dietro"
"È voluta venire per vedere con i suoi occhi che psicopatica sei"

Fatidica CoincidenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora