Capitolo 7 pt 1

16 1 0
                                    

La mattina presto arrivò, Ignazio e Nora stavano ancora dormendo tra le braccia dell'altro, quando il loro sonno fu interrotto dal bussare alla porta. Ignazio si alza, mette una maglietta  e un paio di boxer e decide di aprire la porta.

Ignazio: "Volete fare piano o no? Vedete che Nora sta ancora dormendo."

A bussare erano proprio i loro tre amici, che a quelle parole si guardarono negli occhi e sorrisero.

Gian: "E così lo stallone siciliano ha conquistato la donzella..."

Ignazio: "Gianlù, otinni a ruormiri chi jè megghiu."

Gian: "Che romantico che sei Ignà."

Piero: "Tutto merito mio ovviamente."

Ignazio: "Mi devi ancora delle spiegazioni tu."

Renée: "Ceh mi state dicendo che voi due avete-"

Ignazio: "Sì, sì, quello. Sparite adesso."

E il ragazzo siciliano chiuse la porta dietro di sé, ritornando dalla sua dolce amata.

I tre ragazzi nel corridoio si guardarono di nuovo negli occhi e si diedero il cinque, sentendosi fieri di aver fatto avvicinare Ignazio e Nora.

Nella stanza, invece, Ignazio stava cercando di svegliare Nora.

Ignazio: "Hey, non vuoi finire di vedere Milano?" le chiede dolcemente.

Dopo un po', Nora si sveglia e si strofina gli occhi.

Nora: "Che cazzo Ignà però, mi hai distrutta. Ceh, posso andare in giro così?"

Ignazio: "Ma se stai benissimo."

Nora lo guarda per un attimo, poi sorride e lo spinge leggermente, dicendogli: "Vatteen, tu e il tuo 'stai benissimo'."

Dopo qualche minuto, la coppia raggiunse gli altri tre nel ristorante, notando che Nora stava cercando di coprirsi il collo.

Renée: "Bene bene, vedo che voi due siete molto vicini. Che tieni al collo? Ti sei bruciata per sbaglio oppure è stato il cagnolino che non ha resistito?"

Nora: "Renée!" le disse, arrossendo lievemente.

Piero: "Uuh, questa mi è piaciuta."

Nora: "Mettiamo da parte questo fatto, tu invece perché non ti sei fatta viva ieri in hotel?"

Renée: "Se proprio devo dirtelo, aspetto un bambino."

La ragazza con gli occhiali rimane sconvolta, era felice ma allo stesso tempo confusa.

Nora: "Renée che cazzo dici? Da quanto? E poi scusami, tu non odiavi i bambini."

Renée: "Sì, ma è figlio di Giangi."

Nora: "Ah, c'hai ragione..."

Dopo l'ultima colazione, il gruppo si incamminò verso il Duomo, cercando la via per vedere le ultime opere alla Pinacoteca di Brera: per l'ennesima volta, Nora era felice come sempre.

Dopo Milano, i cinque si stavano avviando verso Matera, per poi prendere Sasha e Natalia e andare tutti insieme in America, la patria delle quattro ragazze.
Durante il tragitto, Renée sente dei dolori alla pancia e sentiva il bisogno di fare dei controlli.

Renée: "Gian, possiamo fermarci? Vorrei fare qualche controllo..."

Gian: "Certo, certo. Possiamo sostare un attimo a Roseto per una visita veloce."

Renée: "Roseto Capo Spulico? Non ti sembra troppo giù?"

Gian: "Intendevo a Roseto degli Abruzzi. Sostiamo un attimo là, magari conosci pure i miei e poi ripartiamo."

Renée: "Ah, va bene."

Sognando un po' d' America e un po' di casa tua //IL VOLODove le storie prendono vita. Scoprilo ora