Aris
Un lieve scricchiolio mi fa trasalire. Qualcuno sta salendo le scale.
Il cuore comincia a battermi all'impazzata nel petto; non ho la minima idea di cosa stia per accadere e ciò mi terrorizza.
Rimango immobile, mentre osservo la serratura girare lentamente e la porta poi aprirsi.
Finalmente, la sagoma alta che avevo intercettato prima assume lineamenti più precisi: l'uomo, che indossa dei semplici abiti scuri, ha dei corti capelli castani dello stesso colore degli occhi.
Incrocio il suo sguardo senza parlare, osservando ogni suo movimento con attenzione.
Lui aggrotta la fronte e socchiude la porta alle sue spalle senza parlare, guardandomi con evidente stupore.
-Chi siete?- mi chiede, a bassa voce.
Non sa chi sono, dunque potrebbe non essere un alleato del conte.
-Aris- sussurro in risposta, rimanendo immobile mentre lui avanza verso di me.
-Cosa ci fate qui, madonna?- domanda, guardandosi intorno e notando gli oggetti gettati alla rinfusa in tutta la stanza.
Lo guardo, senza rispondere, e lui annuisce.
-Siete prigioniera di von Hallerstein, immagino- intuisce, con una smorfia.
-Accusata ingiustamente di stregoneria- aggiungo, rimanendo però distante da lui. Non posso comunque fidarmi alla cieca del primo che capita.
-Non fingerò di esserne stupito- ribatte lo sconosciuto, continuando ad analizzare l'ambiente con lo sguardo -l'unica uscita è dalla porta principale, giusto?
Annuisco; ho già cercato dappertutto, non c'è traccia di altri ingressi.
-Allora dobbiamo muoverci in fretta, sarà piuttosto pericoloso e rischioso. Se veniamo visti, madonna Aris, potremmo considerarci entrambi finiti- dice, allungando un braccio verso di me e prendendomi per mano.
Mi irrigidisco, non abituata a quel genere di contatto, ma non mi oppongo, facendo un passo verso di lui.
Lo vedo sorridere, ma in quel momento il mio sguardo coglie un luccichio improvviso e sussulto.
-Temo che ormai sia troppo tardi, Brandt, figlio di Bartholomäus- ghigna Finn, premendo la lama della propria spada sulla sua gola.
-No!- urlo, gettandomi verso di lui e aggrappandomi al braccio del conte nel tentativo di smuoverlo.
-State lontana, madonna- sussurra invece Brandt, scuotendo appena la testa.
-Streghetta, ascolta il tuo amico- gli fa eco Finn, scuotendo il braccio e scrollandomi via.
Brandt approfitta del suo movimento per tirargli un calcio e girarsi, indietreggiando e spostandosi nella mia direzione, mettendosi poi davanti a me.
-Non azzardatevi a toccarla nuovamente- ringhia, estraendo una corta spada dal fodero che porta al fianco. Non mi ero accorta che fosse armato anche lui.
-Vuoi morire per difendere una donna consacrata a Satana?- ribatte Finn, avanzando e poggiando la propria lama sotto il suo mento, facendoglielo sollevare.
-Non so nemmeno chi sia, ma dubito altamente che voi abbiate ragione- replica Brandt, rimanendo impassibile nonostante la visibile agitazione che rende il suo respiro accelerato.
Finn ride, voltando di poco il capo e fischiando. A quel segnale, tre guardie fanno il loro ingresso nella torre.
-No...- sussurro, in un gemito strozzato. Brandt indietreggia, tenendo un braccio teso verso di me quasi come per coprirmi.
Finn non se ne cura; punta invece gli occhi su di me, incrociando il mio sguardo, e scuote la testa.
-Portatelo nelle segrete. Verrà impiccato all'alba nel cortile interno del Kaiserburg, così che nessuno ne sappia nulla- decreta, mentre due guardie afferrano Brandt per le braccia e la terza lo disarma.
Il conte in persona avanza verso di me, prendendomi per un braccio e avvicinando le labbra al mio orecchio.
-Tu vieni con me, invece- sussurra.
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Bewitched
Historical FictionNorimberga, 1352. Aris, una giovane fanciulla cresciuta fra i campi bavari, viene cacciata dal convento dove stava per prendere gli ordini con un'accusa bruciante: stregoneria. Costretta dunque alla fuga, non riuscirà a scappare a lungo dai frati do...