Capitolo 29

85 10 6
                                    

Marvin (scudiero di Finn)

Sobbalzo, quando Finn fa il suo ingresso nella fortezza tenendo per il braccio la ragazzina, Aris, e seguito da tre soldati in armatura che trascinano a loro volta un ragazzo; quest'ultimo mi sembra familiare, ma non riesco ad identificarlo.

-Ragazzo, apri le segrete- mi dice Finn senza aggiungere ulteriori spiegazioni, lanciandomi il mazzo di chiavi che porta sempre al fianco.

Annuisco, afferrandolo al volo e affrettandomi a precedere i soldati; una volta arrivato all'ingresso delle segrete, apro il portone e li lascio passare, tirandomi indietro.

Li osservo, mentre sistemano il prigioniero in una cella. Non so chi sia, dunque non ho la benché minima idea di cosa abbia fatto.

Proverò a chiedere informazioni a riguardo al conte, anche se appariva piuttosto arrabbiato. Non è sicuramente dell'umore migliore per ricevere scocciature simili.

Analizzo con lo sguardo l'uomo che sta venendo incatenato: non sembra avere molti anni in più di me. Provo una sorta di ammirazione nei suoi confronti, vedendo come rimane immobile ma con il mento alto, sfidando con lo sguardo le guardie che stanno uscendo dalla sua cella.

Sospiro appena, uscendo dall'ambiente angusto e chiudendo il portone una volta che tutti e tre i soldati sono usciti.

Non resterà lì a lungo, è chiaro. Conosco von Hallerstein quanto basta a sapere che fra due, forse tre giorni, sarà già sepolto.

Non parlo, ingoiando tutto ciò che si agita nella mia mente e tenendo a freno la lingua; in questi mesi ho imparato ad osservare e non intervenire, limitandomi ad apprendere. In fondo, è quello l'unico motivo per cui sono qui, e devo ringraziare il conte per quest'opportunità che in così pochi hanno l'onore di avere.

Mi dirigo dunque nella sala principale della fortezza, cercandolo per consegnarli le chiavi e magari provare a sapere qualcosa di più, senza rischiare di risultare invadente o troppo curioso.

Finn mi accoglie con un cenno veloce del capo, senza nemmeno guardarmi, e allunga le mani. Gli porgo subito le chiavi, in silenzio; aspetto che sia lui a parlare per primo.

-Riferisci a chi di dovere che voglio una forca pronta entro stasera- mi dice infatti, dopo un po'.

La sua voce è stanca, sembra quasi provato. Rimango stupito, quando lo vedo passarsi le mani sul volto.

-La seconda dovrà aspettare ancora; Carlo presto sarà d'accordo con me e mi darà il permesso di ucciderla- aggiunge, a bassa voce.

La ragazza quindi non può ancora essere uccisa.

-Lei non rimarrà nelle segrete?- chiedo, aggrottando la fronte.

-Di lei mi occuperò io- risponde in un sussurro il conte, guardando fisso davanti a sé.

Annuisco piano, per poi indietreggiare chinando il capo.

-Con permesso- mi congedo, uscendo dalla stanza per fare ciò che mi aveva detto.

Il mio animo, però, trema, agghiacciato.

BewitchedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora