Aris
Un singhiozzo mi scuote la schiena senza che io me ne renda nemmeno conto, mentre la consapevolezza di tutte le implicazioni della novità mi crolla addosso come un secchio di acqua gelida.
Ora che sta per avere un altro figlio, per giunta legittimo, Carlo non nutre più alcun interesse nel tenermi in vita. Forse ritiene di non dover più adempiere ai suoi doveri di padre nei miei confronti.
Così, dunque, giunge la mia fine. Abbandonata dal padre che avevo appena ritrovato, uccisa per crimini non commessi, stretta dalle braccia del mio carnefice.
Avverto Finn sospirare, prima di staccarsi da me e incrociare le braccia al petto.
-Alloggerai qui, sotto la mia stretta sorveglianza, finché non capirò qual è la soluzione migliore- mi dice, mentre il suo tono torna quello che ero stata abituata a sentire dal mio arrivo qui.
Però questo vuol dire che sotto quella corazza dura c'è una persona diversa, più... umana.
Annuisco appena. Faccio fatica a capire tutti questi giochi ed intrighi politici, non ne capisco il senso; per la prima volta, comincio a rimpiangere davvero la mia ignoranza, che forse mi impedisce di capire la vera portata degli eventi. Non si potrebbe semplicemente essere chiari, dirsi le cose con trasparenza e agire con coerenza rispetto ai propri principi e alle proprie idee?
Tutto questo mondo sembra essere un eterno ballo in maschera dove nessuno può fidarsi degli altri e dove ognuno tiene nascosto nel corpetto un coltello affilato, da usare per difendersi o per attaccare senza nemmeno doversi giustificare.
Rifletto solo dopo sulle sue parole. Alloggerò qui.
Mi sposta di nuovo, per controllarmi meglio. Ha visto come è andata sulla torre, non si fida a rimettermi lì di nuovo.
-Forza, seguimi- mi dice lui, come leggendomi nel pensiero, e svolta l'angolo; mi affretto a seguirlo, ma mi blocco istintivamente dopo pochi passi, ammirando la struttura maestosa del castello.
Sfioro con le dita la prima colonna, rimanendo affascinata dalle striature rossastre che la percorrono, ma sussulto quando la mano di Finn si posa sul mio braccio.
-Veloce- sussurra, in un ringhio. I suoi occhi trasmettono la fretta che lo anima, ha forse paura che qualcun altro mi veda?
Stacco la mano dal marmo, seguendolo senza più interruzioni e percorrendo in salita la scalinata che si apre di fronte a noi.
-Ti avviso, streghetta- mi avverte poco dopo, mentre apre la serratura di una porta lungo l'ennesimo corridoio -è l'ultima volta che ti lascio usufruire degli alloggi di questo castello. Se provi a scappare di nuovo o commetti nuovamente un'imprudenza come l'ultima, non mi lascerai altra scelta.
Annuisco piano. Ormai, le sue minacce mi toccano a malapena. Se volesse o potesse uccidermi, l'avrebbe già fatto da tempo.
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Bewitched
Historical FictionNorimberga, 1352. Aris, una giovane fanciulla cresciuta fra i campi bavari, viene cacciata dal convento dove stava per prendere gli ordini con un'accusa bruciante: stregoneria. Costretta dunque alla fuga, non riuscirà a scappare a lungo dai frati do...