Capitolo 58

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Brandt

Marvin si irrigidisce e si volta lentamente verso di me, con la confusione sovrana nello sguardo.

-Devi dirmi ancora qualcosa?- mi chiede, a bassa voce; non è arrabbiato, nonostante tutto.

Scuoto la testa, alzandomi in piedi e aggrappandomi con le mani alle sbarre fredde e rugginose.

-Stai con me- gli chiedo, cercando di non suonare troppo supplicante. Ho ancora uno stralcio di dignità, a prescindere dalla condizione in cui sono costretto a vivere. Sopravvivere, per meglio dire. Non sono in grado di ricordare quand'è stata l'ultima volta che le mie labbra si sono bagnate con un sorso di vino, ma è passato decisamente troppo tempo.

Un lieve rossore, a malapena visibile a causa della scarsa luminosità dell'ambiente in cui sono rinchiuso, gli decora le guance, mentre avanza timidamente verso di me, tornando sui suoi passi. Glielo si legge in faccia: è insicuro, ancora inesperto ed ingenuo in un mondo pieno di maschere ed intrighi.

-Non posso stare qui a lungo, il conte potrebbe aver bisogno di me- dice piano, esitando.

-Fammi compagnia almeno un po'- insisto io, guardandolo con attenzione; è più piccolo di me, più minuto, nonostante gli indumenti lascino intuire un corpo allenato, comprensibile considerando il suo status di scudiero, allievo del conte di Norimberga in persona.

-Come hai fatto a diventare suo scudiero?- indago, mosso da una sincera curiosità e, al tempo stesso, dal bisogno di intrattenerlo e farlo restare qui, con me.

Un mezzo sorriso gli appare subito sul viso; si è avvicinato intanto alla mia cella, rimanendo a pochi passi da me, rigidamente.

-Non sono nobile, nella mia famiglia non ci sono cavalieri o consiglieri, solo mercanti che se la cavano come possono; mia madre era una dama di compagnia di madonna Luise von Hallerstein, la moglie del conte. Prima che si ammalasse, passavo ore e ore con la servitù della fortezza, ma quando lei...- si ferma, abbassando lo sguardo; aveva detto tutto d'un fiato, in una confidenza intima che non mi aspettavo.

Annuisco lentamente, sapendo bene a cosa sta facendo riferimento; conosco bene la storia di Luise Groß e Finn Haller von Hallerstein, ne ho sentito parlare spesso da mio padre. Attendo che il giovane biondino prosegua, lasciandogli i suoi tempi.

-Mia madre ha perso il lavoro e per qualche anno ci siamo allontanati dal Kaiserburg e dalla sua corte, che per me erano stati come una seconda casa. Evidentemente, però, il conte si è ricordato di me, quando ha deciso di rendere al suo fianco uno scudiero. Mi ha scelto nonostante la mia famiglia fosse a malapena benestante e sicuramente non nobile- conclude più piano, pronunciando con esitazione ogni singola parola. È commosso.

-Dunque non è proprio così senza cuore- commento, cercando di smorzare la gravità del clima, ma avvertendo al contempo del sincero stupore in me.

Marvin sorride ancora, annuendo.

-Già- concorda.

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