Capitolo 46

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Finn

Serro i pugni, guardando fisso il trono di fronte a me; il mio trono, il posto che devo proteggere e al quale devo mantenermi ancorato saldamente.

Fra poco l'intero consiglio interno si riunirà qui, in questa sala, e l'unica cosa a cui riesco a pensare è il maleficio a cui sono sottoposto.

Sono ormai due giorni che non vedo la strega, incaricando Marvin di portarle i pasti e altri beni di prima necessità, nel tentativo di affievolire la potenza del suo incantesimo, ma pare che questa distanza lo stia solo ingigantendo; avverto la magia bruciarmi nelle vene e corrodermi il cuore, rendendomi più pesante il respiro e difficoltosi i movimenti.

La mia mente continua a tornare a lei, impietosa, e i sensi di colpa mi aggrediscono ad ondate, affondando senza remore nella mia coscienza e riducendola in brandelli.

Non posso farmi sconfiggere così; devo mantenere alta la concentrazione e trovare il modo di fermare tutto questo, a partire dalla aperta opposizione con Gerhardt Wittelsbach e il consiglio. Ora è fondamentale che io non mi distragga.

Mi siedo dunque sul mio scranno, poggiando il mento sulle mani e inspirando profondamente; saluto con il giusto distacco i primi consiglieri che entrano, i quali si sistemano ai propri posti come se nulla fosse.

L'aria, però, mi pare ferma; ogni gesto, ogni movimento, ogni suono mi giunge rallentato. È forse così che si sentiva il grande Cesare, mentre i senatori si riunivano il giorno della congiura?

Mi rendo a malapena conto dell'ingresso di Gerhardt, il quale prende posto di fronte a me, guardandomi dritto negli occhi con aria di sfida.

-Benvenuti- dico, schiarendomi appena la voce, non appena i consiglieri si sono sistemati; sono tutti presenti, tranne uno. Bartholomäus non è venuto. Il fiato mi muore in gola, mentre mi sforzo per restare impassibile.

-Vedo che manca uno di voi; a cosa è dovuta la sua assenza?- chiedo, con tono formale.

-Signor Conte, il consigliere Bartholomäus è impegnato nella ricerca del suo primogenito, il quale è fuggito pochi giorni or sono da Norimberga- mi spiega prontamente Lukas, uno dei consiglieri che ritengo sostenga Gerhardt.

-Oh, capisco- dico, muovendo lentamente il volto -fategli sapere che sono rammaricato per questo fatto e che, se ne ha bisogno, le truppe del Kaiserburg sono a sua disposizione per aiutarlo nella ricerca del ragazzo- dichiaro con voce ferma.

Lukas annuisce prontamente, dunque mi permetto di provare un lieve sollievo; non hanno ancora iniziato a sospettarmi per la scomparsa del giovane Brandt.

-Conte- mi richiama Gerhardt, dopo aver tossito rumorosamente -abbiamo delle questioni importanti di cui discutere.

Inspiro a fondo, ma faccio un cenno di assenso con il capo.

-Ditemi, dunque- lo esorto, sollevando il mento.

Ecco la mia fine che giunge.




Spazio Autrice

Vi rubo un attimo, sfruttando queste poche righe per comunicarvi che purtroppo, a causa della discordanza fra le fonti, ho commesso un errore dal punto di vista storico; Carlo IV, nel 1352, non è sposato con Bianca di Valois bensì con Anna di Baviera. Questo non arreca grossi cambiamenti alla trama, ma in caso qualche nome (di figli, parenti o paesi) non vi tornasse, sappiate che la spiegazione è questa!

Mi occuperò di sistemare le parti precedenti, ma mi assicurerò di non stravolgere nulla così da rendere la lettura ancora piacevole.

Grazie mille per l'attenzione,

Raiviell

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